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Decreto Ambiente Protetto, sui rifiuti si cambia marcia 19/06/2014
Data agli enti locali la possibilità di requisire gli impianti di gestione rifiuti, meno burocrazia per gli interventi di bonifica, estese le indagini nella Terra dei fuochi anche ai terreni coperti da segreto giudiziario.

Rendere più efficiente l'intero sistema ambientale. Questo l'obiettivo del nuovo pacchetto di misure, noto come Ambiente Protetto e approvato lo scorso venerdì in Consiglio dei Ministri. Il decreto, lungo e complesso dedica ampio spazio oltre che ai temi dell'edilizia scolastica e del dissesto idrogeologico alla questione dei rifiuti, affrontando il tema con la triplice visione che pervade tutto il provvedimento normativo: superare le emergenze; semplificare le procedure; scongiurare diverse infrazioni comunitarie. Ecco perchè, tra i tanti interventi previsti appare anche la risoluzione di alcune problematiche interpretative sull'applicazione dell'articolo 191 del Codice dell'Ambiente.
Nel dettaglio questo articolo disciplina il potere, in capo a taluni organi di vertice della Pubblica amministrazione di emettere provvedimenti amministrativi per affrontare eventi di portata eccezionale oltre che di particolare gravità in grado di mettere a rischio la salute pubblica e l'ambiente. Con il nuovo decreto tale norma viene estesa anche al caso di grave e concreto pericolo ancora allo stato potenziale. "Gli strumenti eccezionali da utilizzare per porre rimedio alle situazioni di crisi -si legge nella nota stampa del Ministero dell'Ambiente - vengono integrati con uno specifico potere di requisizione in uso degli impianti destinati alla gestione dei rifiuti".

Il pacchetto interviene anche sulla questione dei rifiuti tossici e dei roghi associati: con una modifica anche sul decreto legge "Terra dei Fuochi", si prevede infatti che le indagini possano essere estese ai terreni agricoli non oggetto di indagine perchè coperti da segreto giudiziario e di quelli oggetto di sversamenti resi noti a conclusione di indagini. Il decreto introduce inoltre una disciplina per conformare la gestione dei rifiuti nella regione Campania alla sentenza della Corte di Giustizia Europea del 4 marzo 2010, con cui è stato condannato lo Stato Italiano per violazione degli obblighi comunitari: "è nominato un commissario straordinario per la realizzazione dell'impianto di termovalorizzazione dei rifiuti a Salerno, che provveda alla stipula del contratto e a tutti gli adempimenti per portare a termine l'opera".

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