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Informativa ai sensi dell?art. 13 del D.Lgs. n. 196 del 30/6/2003
06/03/2017 - Aumentano i contributi dei PFU da demolizione veicoli
 
E' entrato in vigore il Decreto che fissa l'entità del contributo PFU per l'anno 2017.
Sono in vigore dal 16 febbraio i nuovi importi dei contributi ambientali degli pneumatici fuori uso derivanti dai veicoli a fine vita, ai sensi dell'art. 7, comma 5 del D.M. 82/2011.Il 1° febbraio scorso, infatti, è stato pubblicato sul sito internet del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare il Decreto Direttoriale n. 12 del 31/01/2017 che ha approvato il contributo per la gestiona dei PFU provenienti dalla demolizione di veicoli a fine vita.

Attraverso il Decreto, entrato in vigore due settimane fa, è stata fissata la misura del contributo PFU per ogni tipologia di veicolo, valevole per tutto l'anno 2017.
Rispetto ai contributi dello scorso anno, applicati a partire dal 22 giugno 2016, e in netta controtendenza con il passato, i nuovi contributi per il 2017 sono aumentati notevolmente per tutte le categorie dei veicoli interessati, con incrementi che vanno dal 38% per gli pneumatici degli autocarri al 62% per gli pneumatici dei ciclomotori e dei motoveicoli.

I rivenditori dovranno riscuotere il contributo PFU sulla base dei nuovi valori.

Fonte: www.notiziarioautodemolitori.it
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06/06/2016 - Nuovo Regolamento SISTRI: in vigore dall' 8 giugno
 
Il nuovo Teso Unico non risolve incertezze e criticità del sistema.
E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto n. 78, 30 marzo 2016 del Ministero dell'Ambiente che reca "disposizioni relative al funzionamento e ottimizzazione del sistema di tracciabilità dei rifiuti in attuazione dell'art. 188 bis, comma 4 bis, del D.Lgs. 152/2006".
Il provvedimento composto di 24 articoli e 2 allegati, entrerà in vigore il prossimo 8 giugno e abrogherà il D.M. 52/2011 di istituzione del SISTRI.

Gian Luca Galletti, Ministro dell'ambiente, spiega in una nota che sarà più semplice ed economico per le imprese.
Per quanto riguarda l'obbligo di iscrizione, vengono menzionate 4 categorie:
- Rifiuti pericolosi: imprese ed enti che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi, che trasportano a titolo professionale rifiuti pericolosi prodotti da terzi, oppure soggetti che trasportano rifiuti pericolosi da loro stessi prodotti iscritti all'Albo nazionale gestori ambientali in categoria 5, o , se iscritti in categoria 2-bis, solo quando obbligati ad aderire come produttori.
- Trasporto navale: armatore o noleggiatore che effettua il trasporto, oppure raccomandatario marittimo delegato.
- Trasporto intermodale marittimo: terminalista concessionario dell'area portuale, impresa portuale a cui sono affidati i rifiuti in attesa dell' imbarco o allo sbarco, in attesa del successivo trasporto.
- Trasporto intermodale ferroviario: responsabili uffici gestione merci, operatori logistici presso le stazioni ferroviarie, interporti, impianti di terminalizzazione e scali merci a cui sono affidati rifiuti in attesa della presa in carico da parte dell'impresa ferroviaria o che effettua il successivo trasporto.
I soggetti che sono autorizzati, presso l'Albo Nazionale gestori ambientali in categoria 2-bis o 5, per il trasporto dei propri rifiuti pericolosi, sono obbligati ad aderire al SISTRI nella forma di trasportatori solo se sono già iscritti in qualità di produttori. 

Nell'Allegato I sono contenute le tariffe del contributo annuale che rimane a carico degli operatori iscritti al sistema.

Nonostante i grandi proclami del Ministro Galletti, di fatto il nuovo SISTRI sembra una copia mal riuscita del vecchio sistema. Bisognerà aspettare ancora parecchi mesi per i decreti che aggiusteranno il tutto e renderanno il sistema finalmente degno di un Paese civile.



fonte www.newsautodemolitori.it
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26/05/2016 - MERCATO AUTO
 
L'incremento delle immatricolazioni interessa tutti i mercati nazionali e tutti i gruppi automobilistici.

Secondo i dati diffusi dall' ACEA, l'Associazione europea che rappresenta i costruttori di veicoli, ad aprile nei Paesi dell'Unione Europea sono state immatricolate autovetture con un incremento del 9,1% rispetto allo stesso mese del 2015. Buono in generale in primo quadrimestre che chiude con un aumento delle immatricolazioni del 8,5%.

Si tratta di un dato di crescita apprezzabile ma che ancora non consente all' UE di ritornare ai livelli pre-crisi.
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12/03/2015 - Salone dell'Auto di Ginevra: vetture sempre più ecologiche e a basso consumo
 

All’85ª edizione del Salone dell’Auto, in corso in questi giorni a Ginevra, sono 130 le anteprime tra mondiali ed europee presentate al pubblico dalle principali Case costruttrici internazionali. Tra queste, in particolare, 100 veicoli ecologici e a basso consumo che ormai rappresentato il futuro SCRITTO DA ELENA CERILLI.



E' partita il 5 marzo e si concluderà il 15 l'

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06/03/2015 - Assemblea Regionale CAR
 
Successo per l'Assemblea Regionale CAR tenutasi lo scorso 27 febbraio presso la sede CNA di Livorno.

Nell'intento di coinvolgere quanti più operatori del settore nella propria costante battaglia per l'affermazione dei diritti della Categoria, nel continuare la propria opera di sensibilizzazione sul territorio a tali temi, per ribadire l'importante ruolo dell'autodemolitore all'interno della filiera del trattamento del veicolo fuori uso, la Confederazione Autodemolitori Riuniti (CAR), d'intesa con la CNA di Livorno, aveva organizzato questa Assemblea per discutere delle varie problematiche che attanagliano la Categoria. 

La CAR organizza questa Assemblee locali presso le CNA territoriali, per avere sempre più una maggior sincronia anche con le Istituzioni e gli organi di controllo locali. Ed in tal senso anche la presenza delle Autorità locali intervenute, il Corpo Forestale dello Stato, Carabinieri, Agenzia delle Dogane, Arpat, il PRA e la Polstrada di Livorno, o che comunque hanno inteso salutare l'evento, come la locale Provincia.Anzi, l'Agenzia delle Dogane - vista la professionalità di CAR - ha richiesto - a margine della riunione - che il Presidente CAR tenga una "Lectio Magistralis" presso i loro uffici.

"L'autodemolitore - ha dichiarato il Presidente Gifuni - è colui che effettua la differenziata del veicolo-rifiuto: per questa importante funzione sociale merita rispetto da tutti. Per questo motivo, risulta fondamentale mostrarsi una Categoria compatta innanzi alle Istituzioni ed agli organi di controllo".

Un ringraziamento particolare al consigliere CAR, Giovanni Meniconi, ed al responsabile regionale CAR, Riccardo Gelli ed a Daniele Cecconi, responsabile della locale CNA/Servizi alla comunità.

CAR
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25/02/2015 - Rifiuti speciali in aumento. Forte percentuale dai veicoli fuori uso
 
"Agire prima che una sostanza, un materiale o un prodotto diventino rifiuto".

Arrivano all'ISPRA - Istituto superiore per la Ricerca e la Protezione ambientale - dati sconfortanti sui rifiuti speciali che risultano quattro volte quelli urbani. 
A ricordarlo, nel presentare i dati del "Rapporto Rifiuti Speciali ISPRA" è stato il Presidente dell'Istituto Superiore, Bernando De Bernardinis, nel corso della Lectio Magistralis tenuta al Master: "Gestione e controllo dell'ambiente: management efficiente delle Risorse" che ha avuto luogo venerdì 13 febbraio presso il Bastione Sangallo, Giardino Scotto (Lungarno Leonardo Fibonacci - Pisa), presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.

Il Rapporto sui rifiuti speciali da cui sono stati tratti i risultati è riferito, ovviamente, agli anni 2011 e 2012. Spicca il dato che vede un aumento dell'8% di rifiuti pericolosi prodotti in Italia e, sebbene da un lato diminuisca leggermente la quantità di rifiuti speciali definiti "non pericolosi", dall'altro si assiste ad un notevole incremento della quota dei "pericolosi", una tipologia che ha talvolta provenienza da attività economiche "non individuate" o "non censite" nei parametri ISTAT.

E' ormai noto, come dimostrano gli ultimi censimenti annuali sui rifiuti, che l'Italia possieda e continui a mantenere dei valori, da quanto emerge dalle rilevazioni, piuttosto disomogenei per distribuzione territoriale. Infatti riguardo alle modalità di raccolta, trattamento e smaltimento, la comparazione del dato a livello locale evidenzia che non tutte le regioni presentano le stesse caratteristiche di gestione.

La produzione nazionale dei rifiuti speciali si è attestata, rispettivamente, a 137,2 milioni di tonnellate e a circa 134,4 milioni di tonnellate. Il quantitativo di rifiuti speciali pericolosi nel 2012 ha raggiunto quasi 9,4 milioni di tonnellate e di queste quasi 12 mila tonnellate arrivano da attività non determinata secondo i parametri ISTAT; circa 1,2 milioni di tonnellate sono invece relative ai veicoli fuori uso. Relativamente a quest'ultima classe di rifiuti (codice CER 160104) il valore produzione comprende sia i veicoli rientranti nel campo di applicazione della direttiva 2000/53/CE sia quelli esclusi da tale legislazione (art. 231 del d.lgs. 152/2006).

Nel 2013 un decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha adottato il Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti, un provvedimento dovuto nel rispetto della scadenza comunitaria prevista dalla Direttiva quadro europea sui rifiuti (2008/98/CE), recepita dall'Italia nel dicembre 2010, che introduce l'obbligo, per gli Stati Membri, di elaborare programmi di prevenzione dei rifiuti incentrati sui principali impatti ambientali e basati sulla considerazione dell'intero ciclo di vita dei prodotti e dei materiali. 

Lo scopo di tali obiettivi e misure di prevenzione, la cui scadenza è fissata per il 2020, è quello di dissociare la crescita economica dagli impatti ambientali connessi alla produzione dei rifiuti. La percentuale di riduzione di cui tener conto è del 10% per quanto riguarda la produzione di rifiuti speciali pericolosi per unità di Pil e del 5% per quanto riguarda quelli non pericolosi.

La ricetta per invertire il trend della crescita dei rifiuti, indicata dal programma, passa per una serie di cambiamenti e modifiche per quanto riguarda sia le materie prime impiegate che gli accorgimenti che riguardano la riduzione e l'eliminazione del processo produttivo di materie prime nocive per uomo e ambiente, così da rendere nulla alla fonte la generazione di rifiuti pericolosi. Determinante è il cambiamento tecnologico e la modifica degli impianti, tale da ridurre rifiuti ed emissioni in via preliminare. In definitiva
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25/02/2015 - PFU - IL SISTEMA HA FATTO CENTRO
 
Articolo di FABIO MONICI.

Quasi 20 mila tonnellate di pfu recuperate e avviate a riciclo. Sono i numeri presentati martedì 17 a Roma con il primo report sulle attività del Comitato di Gestione degli Pneumatici Fuori Uso (pfu). La presentazione del report ha visto la presenza del ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, a del presidente dell'ACI-Automobile Club Italia, Angelo Sticchi Damiani. Il documento contiene i traguardi raggiunti nei due anni di attività del sistema.

Il Comitato di Gestione pfu, costituito presso l'ACI dal Minstero dell'Ambiente nel 2011, ha evidenziato nel suo primo report tutti i dati. "Dall'analisi di questi - comunica l'ACI - emerge che l'Italia rappresenta a livello europeo un vero e proprio caso d'eccellenza".

Secondo i dati, nel nostro Paese sono state raccolte 19.453 tonnellate di pfu nel 2014 ( 15,9% rispetto all'anno precedente). Questo numero costituirebbe il 100% degli pneumatici che, dopo la demolizione, sono stati destinati al riciclo. Ci sono volute 3.231 operazioni di ritiro dei pfu nei 1.365 autodemolitori. Analizzando i dati attentamente si nota che i livelli più elevati di raccolta sono raggiunti nelle regioni più popolose e in quelle dove la presenza dei demolitori è più capillare: Lombardia (2575 ton con un incremento del 15,4%), Camapania (8,7% in più rispetto al 2013) e Lazio (56,5% di aumento, la variazione più alta in Italia).

Il Ministro dell'Ambiente si è complimentato con il Comitato di Gestione: "il bilancio di questi due anni di attività rappresenta una scommessa vinta dall'ambiente e dai cittadini italiani. Il corretto recupero riduce di fatto a zero la possibilità di smaltimenti illegali, che negli anni passati hanno disseminato il nostro Paese di discariche abusive di pneumatici. Con il riciclo si aprono nuove possibilità e nuovi mercati per le materie prime seconde".

Come funziona il sistema di gestione
Il sistema coordinato dal Comitato pfu copre l'intero ciclo di vita delle gomme. Quando il consumatore acquista un veicolo nuovo paga anche il contributo ambientale, una voce aggiuntiva indicata in fattura e soggetta a IVA. Il contributo è determinato ogni anno dal Comitato per coprire i costi di ritiro, trattamento e avvio a corretto recupero degli pneumatici fuori uso per il 92%. l'8% restante del contributo a soddisfare costi di gestione del sistema informatico e dell'amministrazione del fondo per la gestione dei pfu. 

I rivenditori, dopo la vendita comunicano per via telematica al Comitato l'avvenuta riscossione del contributo. I demolitori accreditati ACI stoccano i pfu e, quando ne hanno accumulati per almeno 1,5 tonnellate, fanno richiesta di ritiro gratuito agli operatori abilitati, presenti sul portale del Comitato. Questi prelevano gli pneumatici e si occupano delle operazioni di deposito, separazione e stoccaggio temporaneo oltre che del trasporto degli pneumatici alle aziende di trattamento. Qui il 100% è avviato a recupero di materia.

Benefici ambientali
Il recupero di materia è meno inquinante dell'utilizzo come combustibile per cementifici o la termovalorizzazione. Nel 2014 l'avvio a riciclo dei pfu ha consentito, secondo il Comitato, di evitare l'emissione di quasi 39000 tonnellate di anidride carbonica. Numerosi i possibili riutilizzi del polverino: sottofondo stradali, pavimentazioni sportive, pannelli fonoassorbenti, arredo urbano e decine di altri usi. Infine, il granulato (con diametro molto piccolo) può essere mescolato ad asfalti e cementi migliorandone le proprietà meccaniche.
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17/02/2015 - Fuel Cells per connettere gli smartphone
 
Le celle a combustibile possono rappresentare un'alternativa concreta alle fonti di alimentazione standard.

Nel 2014 l'uso mondiale degli smartphone è cresciuto del 25%, e la maggior parte delle stazioni per le telecomunicazioni che connettono questi smartphone con il mondo esterno non è collegata alla rete elettrica. Questa crescente pressione su impianti autoalimentati richiede continui sforzi per mettere insieme generatori di energia sempre più innovativi, affidabili, efficienti, efficaci dal punto di vista dei costi e sostenibili.
Attualmente, la maggior parte delle stazioni per le quali il collegamento alla rete elettrica non è un'opzione fanno affidamento su batterie e generatori diesel. Il progetto europeo FCPoweredRBS, invece, mira a dimostrare che le celle a combustibile rappresentano un'alternativa concreta a queste fonti di elettricità standard. Per fare ciò, il gruppo di ricerca sta testando una soluzione su misura basata sulle fuel cells in varie stazioni sparse per l'Italia. Questa soluzione specifica è stata costruita dal team del progetto e integra diversi componenti che forniscono elettricità (celle a combustibile, fotovoltaico e batterie) nel "modo più efficiente ed affidabile".
"Lo scopo principale del progetto è chiaro - afferma Giancarlo Tomarchio, coordinatore del progetto - ossia dimostrare che la tecnologia delle celle a combustibile per le applicazioni non collegate alla rete elettrica nelle telecomunicazioni è pronta  dal punto di vista industriale ed è anche allettante per il mercato".
Coinvolti in questo progetto vi sono sia industrie che centri di ricerca.
I ricercatori stanno, ad oggi, effettuando una serie di prove sul campo, che consistono nel sostituire l'alimentazione di 15 stazioni radio di base nella rete attiva di operatori italiani delle telecomunicazioni scelti con la nuova alimentazione appunto, che integra diversi componenti che forniscono elettricità (celle a combustibile, fotovoltaico e batterie) tenendo a mente efficienza e affidabilità. 
Il valore aggiunto nell'utilizzare la tecnologia basata su idrogeno e celle a combustibile per alimentare le stazioni per le telecomunicazioni, sta proprio nei minori costi di esercizio. In generale, i ricercatori ritengono sia possibile fornire gli operatori delle telecomunicazioni alcuni benefici per quanto riguarda il "costo totale di processo" (TCO), un fattore  che al giorno d'oggi rappresenta un forte argomento per qualsiasi responsabile di gestione dell'energia. Inoltre, il sistema include un contatore intelligente e un sistema di telecontrollo che forniscono all'operatore  maggiori dettagli sul comportamento energetico della stazione base.
Ad oggi, vi sono accordi per l'installazione di 10 sistemi sulla rete attiva di Telecom Italia, e di 3 su quelle di H3G Italia.
"Abbiamo già installato otto stazioni - chiarisce Tomarchio - cinque delle quali sono ora pienamente funzionanti, mentre le rimanenti stanno per essere collegate. Il collaudo proseguirà fino a raggiungere i 12 mesi di funzionamento normalmente necessari per la dimostrazione. Stiamo anche concludendo l'accordo per un ulteriore installazione di un'applicazione non nel campo delle telecomunicazioni, ma con simili esigenze elettriche".
Sebbene lo scopo iniziale del progetto, avviato all'inizio del 2012, era quello di installare un sistema che fosse una "semplice" integrazione di un prodotto commerciale, in realtà è stato scoperto che, oltre alla messa a punto della configurazione del sistema, erano necessari alcuni sviluppi aggiuntivi, sia nell'apparecchiatura delle celle a combustibile che nella logica di controllo.
"Queste attività sono state portate a termine con successo - chiarisce Tomarchio - ed i test  in laboratorio sono molto promettenti.
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13/02/2015 - Le batterie reversibili all'ammoniaca
 
Un team di scienziati statunitensi sta lavorando ad un sistema efficiente per trasformare il calore di scarto a bassa temperatura in elettricità.

Il calore di scarto a bassa temperatura è sottoposto nella produzione di energia: nelle automobili, in inverno, viene deviato per far funzionare il sistema di riscaldamento del veicolo, ma in estate quello stesso calore di scarto in eccesso viene inviato in torri di raffreddamento per essere dissipato.
Ricercatori statunitensi della Penn State University stanno studiando come poter utilizzare questo calore di scarto per produrre altra energia. Il team sta utilizzando una batteria basata sull'ammoniaca rigenerata per via termica che comprende elettrodi di rame con ammoniaca aggiunta solo all'anolita (elettrodo che circonda l'anodo).
"La batteria funziona fino a che o la reazione consuma l'ammoniaca necessaria per la complessa formazione dell'elettrolita vicino all'anodo o esaurisce gli ioni di rame nell'elettrolita vicino al catodo. Poi la reazione si ferma".
Usando un calore di scarto a bassa temperatura proveniente da una fonte esterna, i ricercatori distillano ammoniaca dell'effluente rimasto nell'anolita della batteria e quindi la ricaricano nella camera del catodo originale della batteria. Il flusso di ammoniaca liquida è in grado di convertire l'energia termica in energia elettrica nella batteria.

"L'utilizzo del calore di scarto per la produzione di energia permetterebbe una produzione aggiuntiva di elettricità senza nessun ulteriore consumo di combustibili fossili. Le batterie rigenerate per via termica sono un modo neutrale rispetto al carbonio per immagazzinare e convertire il calore di scarto in elettricità, con un costo potenzialmente inferiore rispetto a dispositivi allo stato solido".
Si tratta, in pratica, di una batteria rigenerata per via termica altamente efficiente, economica e modulare, basata sull'ammoniaca, in cui la corrente elettrica è prodotta dalla formazione del complesso rame-ammoniaca. Se necessario, la batteria può essere scaricata in modo che l'energia chimica immagazzinata, sia convertita efficacemente in energia elettrica.

I metodi fino ad oggi utilizzati per raccogliere il calore di scarto a bassa temperatura hanno dato diversi problemi. Ad esempio, la quantità di energia prodotta in un sistema che usa acqua salata o meno salata per generare elettricità, era troppo piccola in rapporto alla quantità di acqua utilizzata. Il sistema della batteria rigenerativa per via termica con ammoniaca è in grado di convertire circa il 29% dell'energia chimica nella batteria in elettricità ed ha ampi margini di miglioramento. Allo stato attuale della sperimentazione, i ricercatori hanno prodotto una densità energetica di circa 60 watt per metro quadrato su cicli multipli, che è da 6 a 10 volte più alta della densità energetica prodotta da altri sistemi di conversione dell'energia termicaa elettrica basati su liquidi.Per di più, tale batteria rigenerativa per via telematica con ammoniaca non è ottimizzata, quindi si potrebbe arrivare sia a produrre più energia sia a ridurre il costo del funzionamento delle batterie. Ad oggi, i ricercatori sono stati in gradi di aumentare la densità energetica aumentando il numero di batterie, in modo che questo metodo possa essere attraente dal punto di vista commerciale.
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22/01/2015 - Solo elettrodomestici eco-efficienti
 
Un gruppo di ricercatori finanziati dall'UE ha sviluppato una piattaforma software on line per aiutare chi progetta elettrodomestici a rendere questi prodotti più efficienti dal punto di vista energetico.L'integrazione di considerazioni ambientali nei prodotti e nei dispositivi domestici richiede una pianificazione lungo ogni fase della progettazione.
Grazie al progetto G.EN.ESI, sono stati studiati nuovi modi di sostenere lo sviluppo di prodotti realizzabili dal punto di vista commerciale ed efficienti dal punto di vista dei costi con un impatto ambientale significativamente ridotto.
Allo scopo, il progetto ha sviluppato una piattaforma di ingegneria del software per migliorare il design ecologico e la sostenibilità della produzione di prodotti elettronici e meccanici. Qui i prodotti possono trovare strumenti che li aiutano a valutare le soluzioni tecniche nelle prime fasi della progettazione e a sistemare il loro impatto su tutto il ciclo vitale del prodotto.
Il consumo di energia è diventato una considerazione chiave per chi fabbrica prodotti. Il settore residenziale/domestico rappresenta circa il 20% del consumo globale di energia e le emissioni di gas serra provenienti da questo settore superano il 35%. Gli elettrodomestici contribuiscono in larga misura a questo consumo di energia. E' per questo che l'UE ha adottato provvedimenti per ridurre il consumo di energia nelle case. All'inizio di quest'anno sono entrate in vigore nuove misure sull'efficienza energetica che secondo la Commissione Europea faranno risparmiare la stessa quantità di energia attualmente consumata da 11 milioni di abitazioni e faranno risparmiare ai consumatori 45 € per nucleo familiare in bolletta. Queste misure comprendono etichette energetiche per gli elettrodomestici per cucinare e i prodotti venduti on line, nonchè requisiti di stand-by automatico per dispositivi connessi a macchinette dal caffè.
Il progetto G.EN.ESI è quindi rivolto a un vero bisogno della produzione. I produttori di elettrodomestici devono prendere in considerazione ecologici quando progettano nuovi prodotti e allo stesso tempo hanno bisogno di rimanere competitivi per quanto riguarda i costi. Il progetto stima che le decisioni prese all'inizio della progettazione, durante la fase concettuale per esempio, influenzano tra il 70 e l'80% del costo totale del prodotto, è quindi chiaramente fondamentale che tutte le decisioni siano decisioni informate.
Benché esistano già strumenti di software avanzati per aiutare i progettisti nelle loro scelte funzionali, strutturali ed estetiche, non esistono strumenti facili da usare per la valutazione ambientale. La piattaforma software del progetto colma questa lacuna, aiutando chi progetta il prodotto a fare scelte di progettazione ecologiche senza perdere di vista i costi.
Inoltre, la piattaforma può essere completamente integrata con altri strumenti di progettazione e sviluppo, come per esempio il CAD. Anche se l'approccio proposto è rivolto principalmente al settore degli elettrodomestici, può facilmente essere esteso ad altri prodotti meccanotronici. Il progetto ha contribuito, inoltre, agli standard internazionali di eco-design suggerendo regole e linee guida per gestire il processo di progettazione di prodotti ecosostenibili.



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21/01/2015 - Efficienza energetica
 
Le novità sugli ecobonus del 65%, ma anche le scadenze e gli obblighi di legge che scattano da quest'anno per imprese, amministrazioni pubbliche e famiglie in tema di efficienza energetica, sono raccolte e spiegate nella "Guida al'efficienza per il 2015", realizzata dall'Enea e disponibile on line all'indirizzo efficienzaenergetica.acs.enea.it. Su questo sito, curato da Enea in collaborazione con il MiSE, sono anche disponibili informazioni sugli ecobonus e numeri di telefono per richiedere indicazioni sugli incentivi rinnovati dal Governo anche per l'anno in corso.
Le principali innovazioni in tema di efficienza per il 2015 riguardano l'estensione degli incentivi sotto forma di detrazioni del 65% introdotta dalla legge di Stabilità e l'attuazione delle previsioni del D.Lgs. 102/2014. Fra queste, in particolare, la predisposizione, in collaborazione con Enea, di un programma di intervento per il miglioramento della prestazione energetica degli immobili della PA centrale e l'obbligo di diagnosi energetica per le imprese di grandi dimensioni entro fine 2015.
Per quanto riguarda gli ecobonus, da quest'anno valgono anche per l'acquisto e la posa in opera delle schermature solari, ovvero per le spese sostenute nei prossimi 12 mesi fino ad un valore massimo di 60.000 €; saranno detraibili le spese per tende esterne, chiusure oscuranti, dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate, e in generale le schermature.
Inoltre, l'ecobonus del 65% p stato ampliato alle spese per l'acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili. Le spese devono essere sostenute nei prossimi 12 mesi fino a un valore massimo della detrazione di € 30.000.

Ristrutturazioni - La legge di stabilità rinnova, inoltre, le detrazioni nella misura del 50% per le ristrutturazioni e del 65% per gli interventi di efficienze energetica. Confermata la proroga anche per gli interventi di efficientamento energetico che interessano le parti comuni degli edifici condominiali. Anche questi godranno dell'agevolazione maggiorata al 65% fino al 31 dicembre 2015.
Per gli interventi di riqualificazione energetica, restano immutati i tetti massimi di spesa detraibili. 
Per tutto il 2015 resterà al 65% anche la detrazione prevista per le spese destinate agli interventi antisismici e di messa in sicurezza statica.
La documentazione obbligatoria per beneficiare delle detrazioni andrà inviata all'Enea, che svolge un ruolo di raccolta e monitoraggio della documentazione relativa alle richieste presentate e un ruolo di assistenza tecnica agli utenti. Durante i sette anni di vigenza del Programma di detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, l'Enea ha rilevato un continuo e significativo incremento degli interventi di riqualificazione energetica, grazie anche all'innalzamento della detrazione dal 55 al 65%.





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20/01/2015 - L'impatto zero vince
 
Una startup di giovani che ha sviluppato un'applicazione per il recupero dell'avanzo alimentare a favore di onlus e associazioni, una cooperativa che ha dato il via a un laboratorio di sartoria sociale per il riciclo e riuso creativo, un cittadino che presiede un comitato civico impegnato nell'ecologia e nella lotta all'abbandono dei rifiuti e un'associazione studentesca attiva da anni nella sensibilizzazione ai temi della sostenibilità: sono loro i vincitori della quarta edizione del "Premio Impatto Zero", iniziativa di Arci che valorizza le buone pratiche sostenibili di cittadini, associazioni e cooperative. Tutte scelte di vita e comportamenti ecologicamente virtuosi, che riducono il consumo delle risorse, limitando le emissioni di CO2 e i rifiuti, infine contribuiscono a diffondere la cultura della sostenibilità, migliorando così anche la qualità della vita dell'intera comunità.
Ad assegnare i riconoscimenti è stata un'apposita commissione, composta da esperti e rappresentanti istituzionali e dai promotori del Premio. Decisivi nella scelta: l'originalità e la creatività delle prassi ad altre realtà del territorio, il miglioramento della vita sociale.
Per la categoria delle associazioni vince Breading: una startup dalla vocazione sociale nata da giovani under 30 che hanno messo a punto un'applicazione gratuita per fare interagire panifici, bar e grande distribuzione con associazioni e onlus a scopo di ridurre l'avanzo alimentare ed evitare gli sprechi.
Si aggiudica il titolo di migliore cooperativa la Quadrifoglio di Santa Margherita del Belice (AG), impressa sociale operante da quasi trent'anni e formata da circa 50 donne, per il laboratorio creativo arigianale  "3R: riduco, riuso , riciclo!" della Sartoria sociale, avviato nel febbraio 2013 con l'obiettivo di diventare attività permanente di autoproduzione artigianale; il laboratorio è aperto alle donne del territorio, alle ospiti dei centri di accoglienza e a donne e uomini rifiugiati o richiedenti asilo.
Daniele Dal Mas, presidente di "Uniti per Valsalega", attivo nella provincia di Treviso,  invece il cittadino più meritevole: nei mesi scorsi il suo comitato civico ha organizzato due giornate ecologiche in occasione della settimana europea della lotta all'abbandono dei rifiuti; come risultato, in un'area boschiva sono stati raccolti 50 quintali di rifiuti, conferiti nel centro di raccolta per essere smaltiti e avviati al riciclo.
Infine, una menzione speciale come migliore candidatura veneta, per l'associazione studentesca Asu di Padova, premiata per l'impegno costante e tenace nell'educazione alla sostenibilità di studenti e cittadini, anche attraverso attività innovative di sensibilizzazione. Tra le buone pratiche dell'associazione, la promozione di una GAS per l'acquisto di prodotti locali, biologici ed equosolidali, l'organizzazione di un festival musicale attento alla sostenibilità ambientale, la promozione della campagna "Acqua bene comune".
Ai vincitori delle categorie vanno in premio: un "riciletta", city bike ottenuta dal riciclo di 800 lattine, un buono sconto per l'acquisto di una bici elettrica, selle "eco-friendly", un buono spesa per prodotti ecosostenibili, un buono sconto per prodotti biologici, una fornitura di prodotti (bicchieri, posate, stoviglie) in MaterB, una cesta di prodotti biologici, una cena al ristorante, confezioni di prodotti del mercato equo solidale, e altri premi forniti da aziende attente alle tematiche ambientali.


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19/01/2015 - USA sommersi dai rifiuti, torna di moda l'inceneritore
 
Il tasso di riciclaggio e compostaggio non cresce da anni. Ogni americano produce 2 Kg di rifiuti al giorno. Ecco perché torna in voga l'inceneritore.

Non è lontano dalle famose spiagge di West Palm Beach, e svetta in mezzo a un territorio desolato. Il primo inceneritore nella storia americana degli ultimi 20 anni verrà acceso in tempi brevi, per smaltire 3 mila tonnellate di rifiuti al giorno, trasformandoli in elettricità per migliaia di abitazioni.
Sembrava uno spettro del passato, ma il waste-to-energy è tornato di moda negli Stati Uniti, che se n'erano liberai nella seconda metà degli anni '90. Allora l'aumento delle percentuali di riciclaggio e la riduzione dei rifiuti avevano portato entusiasmo, e l'idea di una società a rifiuti zero ronzava in molte teste.

Due decenni più tardi, gli americani sono costretti ad ammettere che si è rivelata un'utopia. Non perché senza inceneritori non si possa vivere, tutt'altro, ma solo perché continuano a produrre 2 Kg di rifiuti al giorno ciascuno. Cifre che non anno eguali in tutto il mondo, figlie di un sistema di consumo fuori dal tempo, che sta riempiendo le discariche a ritmo insostenibile. Dopo una crescita nel corso degli anni '90 (dal 16% del 1990 al 31,4% del 2005), il tasso di riciclaggio e compostaggio oggi si è fermato. La raccolta porta a porta è sempre stata considerata più un lusso costoso da molti comuni miopi.
Così, in Florida aprirà il primo inceneritore del nuovo millennio (costi 670 milioni di dollari), mentre altri progetti sono allo studio in Massachussetts, Nevada, Virginiae Wisconsin.

L'Environmental Protection Agency (EPA) ha acconsentito a classificare i nuovi impianti tra le fonti di energia rinnovabile, come il solare o l'eolico, ma le strutture sono una scommessa costosa e rischiosa, che di sostenibile non ha nulla in confronto alle altre clean energies.
I gruppi ambientalisti si oppongono, sostenendo che gli  impianti waste-to-energy, anche se più puliti rispetto al passato, emettono ancora mercurio, piombo, diossine e una varietà di altre sostanze tossiche.
La preoccupazione è anche finanziaria: alcune città tra cui Detroit, Camden, New Jersey ed Harrisburg, sono finite sull'orlo dell'insolvenza dopo aver costruito inceneritori costosi progettati per generare entrate attraverso le tasse per la gestione dei rifiuti.


fonte: www.rinnovabili.it
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19/01/2015 - Riscaldamento globale: il 2014 è l'anno più caldo di sempre
 
I dati della NOAA certificano che lo scorso anno le temperature sono salite di 0,69°C: il 2014 è l'anno record del riscaldamento globale.

Si sapeva da ottobre, ma vederlo scritto nero su bianco fa sempre un certo effetto. Il riscaldamento globale ha reso il 2014 l'anno più caldo di sempre, lo ha annunciato la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), che ha specificato come il mese di dicembre sia stato il più caldo in assoluto, se si prendono in considerazione le temperature medie di acqua e superficie terrestre.

In particolare, durante il 2014, la temperatura media su terre e acque è stata di 0,69°C al di sopra della media nel XX secolo. Sono queste cifre a rendere il 2014 l'anno record tra tutti i 135 mappati dall'uomo, e cioè dal 1880. I record precedenti si sono registrati nel 2005 e nel 2010, ma erano di "soli" 0,04°C. Questo nuovo picco ha avuto effetti su tutto il pianeta, dall'Estremo Oriente della Russia all'Alaska occidentale, coinvolgendo gli Stati Uniti occidentali, parti interne del Sud America, la maggior parte d'Europa e dell'Africa del Nord, le coste est e ovest dell'Australia, gran parte del Pacifico intorno al Golfo dell'Alaska, ma anche la sua zona equatoriale, vaste aree del nord-ovest e sud-est Atlantico, la maggior parte del Mare di Norvegia e parti della zona a sud dell'Oceano Indiano.

I dati suonano preoccupanti anche quando vengono spacchettati. Ad esempio, quello sulla superficie terrestre: la temperatura in questo caso è stata 1°C superiore alla media del XX secolo, classificandosi al quarto posto se si prende in esame il delta temporale che inizia nel 1880. Quella marina, invece, ha superato di 0,57°C la media 1880-2013, ed è la più alta di sempre (ha frantumato i record del 1998 e 2003, dieci volte inferiori).
Confermate anche le recenti tendenze sull'estensione del ghiaccio marino ai poli. Nel 2014 c'è stato un aumento al sud, in Antartide, dove per il secondo anno consecutivo si è registrato il record di 21,05 milioni di Km quadrati. A nord, invece, l'estensione media del ghiaccio artico è stata di 17,68 milioni di Km quadrati, il sesto valore più basso in 36 anni.


fonte: www.rinnovabili.it
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27/11/2014 - L'inquinamento da norma fa più danni dello smog.
 
I disagi della categoria al Convegno CAR "L'Autodemolitore e l'Europa: per una sempre maggiore competitività".

Sala gremita come sempre per il consueto convegno organizzato dalla Confederazione Autodemolitori Riuniti (CAR), d'intesa con la CNA, nell'ambito della 18° edizione della Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile, Ecomondo.
Tema dell'edizione 2014 " L'Autodemolitore e l'Europa: per una sempre maggiore competitività ". La Categoria degli autodemolitori, infatti, da anni segnala alle Autorità nazionali una serie di disagi che puntualmente restano inascoltati e irrisolti, pertanto CAR ha annunciato l'invio alla Commissione Europea di una propria nota sulla fuorviante applicazione della Direttiva ELV.

I lavori sono stati iniziati con i saluti di Giulia Ciaramelli, Presidente UNICA (Unione Italiana Consulenti Ambientali), che ha spiegato il profilo dell'ECO-consulente, ossia una figura già esistente e molto seguita in Europa, che rappresenta il professionista di riferimento per le aziende per la risoluzione delle problematiche ambientali, andando a coordinare le varie professionalità tecniche effettivamente necessarie per il disbrigo delle pratiche.
Infine, Antonio Longo, presidente Movimento Difesa del Cittadino e membro CESE, che ha sottolineato come i consumatori sono sempre più attenti alle tematiche legate alla sostenibilità ambientale, ma sono ancora carenti un'informazione corretta dell'auto come rifiuto e un rapporto più diretto tra utente e demolitore.

Dopo i saluti il convegno è entrato nel vivo con l'intervento di Angelo Frugieri, Comandante della Polizia Stradale di Rimini, che ha posto l'attenzione sull'importanza delle due Circolari ACI del luglio scorso relative al fenomeno delle radiazioni per esportazione all'estero. Quindi il Comandante Frugieri ha illustrato i risultati dell'ultima operazione a livello nazionale della task force della polizia stradale che ha focalizzato l'attenzione sul rispetto delle regole in materia di autodemolizione.
"La maxi-operazione ha conivolto 135 esercizi, 408 persone e 3685 tra veicoli e parti di veicoli controllati portando all'accertamento di 46 illeciti amministrativi e 29 penali. - ha spiegato Frugieri - In particolare, sui 135 esercizi controllati, 6 sono risultati del tutto abusivi: i rispettivi gestori sono stati denunciati all'autorità giudiziaria e le strutture sequestrate con apposizione di sigilli. 5 persone sono state denunciate per i reati di ricettazione e riciclaggio di veicoli e di motori di illecita provenienza con la proposta all'autorità giudiziaria di revoca dell'autorizzazione ad esercitare l'attività".
L'attività criminale ed il modus operandi degli indagati consisteva essenzialmente nel ricettare veicoli rubati, riciclandoli mediante la commercializzazione dei singoli pezzi per rendere difficoltoso risalire alla loro provenienza.
In 9 controlli sono emersi reati ambientali, segnalati alle ARPA e in alcuni casi ai Vigili del Fuoco, per abbandono o deposito in modo incontrollato di rifiuti, e per non aver proceduto alla relativa operazione di bonifica. Sono state individuate aree prive di depuratori per acque ed olii con dispersione di rifiuti nel terreno e nel sistema fognario; depositi improvvisati di pneumatici e parti di veicoli a volte coperti da tettoie in eternit.

E' stata quindi la volta di Giuseppe Giove, Comandante Regione Emilia-Romagna Corpo Forestale dello Stato, ospite fisso dei Convegni CAR a Ecomondo, i cui interventi riscuotono sempre grande consenso tra il pubblico.
Quest'anno il comandante ha puntato il dito contro l'inquinamento normativo e contro l'iper-proliferazione di norme farraginose che crea disagi e problemi alle piccole imprese italiane. "E' importante dare una svolta a livello normativo affinc
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26/11/2014 - Rc auto: arriva l'autovelox stana evasori
 
Legge di stabilità: stretta per l'RC Auto con autovelox stana-evasori. Ora la foto scattata con dispositivi di rilevamento automatico, come ZTL, Autovelox, Tutor, diventa "atto di accertamento" per la Polizia Stradale.

Tempi duri per gli evasori dell' RC Auto. Il Governo d'ora in poi punirà che non paga l'assicurazione del proprio autoveicolo attraverso l'autovelox, che avrà il compito di scovare gli oltre 3,5 milioni di automobilisti irregolari e sanzionarli duramente.

Con l'articolo 44 della bozza della Legge di Stabilità viene, infatti, stabilito che il controllo sulle polizze RC Auto passi attraverso dispositivi telematici quali autovelox, tutor, vergelius e accessi ZTL, e diventi automatico, senza cioè bisogno che le apparecchiature rilevino altre violazioni del Codice della Strada.

La modifica di legge è in linea con il Decreto Sviluppo del 2012 che stabilisce che "per il rilevamento della violazione dell'obbligo dell'assicurazione per la responsabilità verso terzi non è necessaria la presenza degli organi di polizia stradale qualora la verifica avvenga mediante dispositivi o apparecchiature che sono stati omologati o approvati per il funzionamento in modo completamente automatico" rendendo in questo modo la documentazione fotografica un atto di accertamento vero e proprio.

Una volta scattata, la fotografia della targa sarà inviata all'archivio integrato della Motorizzazione Civile che, oltre ai dati identificativi del veicolo circolante, da due anni è in possesso dei certificati Rc Auto resi disponibili dalle imprese di assicurazione, e quindi è in grado di controllare se quel veicolo è in regola con i pagamenti oppure no. Dal 15 febbraio 2014 inoltre, è accessibile una sorta di "black list" con i dati relativi ai veicoli non assicurati che la Motorizzazione trasmette al Ministero dell'Interno e alle forza di polizia.

Nel caso in cui il veicolo non risultasse assicurato, al momento si è certi solo della sanzione, che però non è stata ancora quantificata. Così come non è diretta la sua notifica - come avviene invece per le multe per eccesso di velocità - che dovrà essere inviata alla polizia, dopo aver accertato l'effettiva violazione, al guidatore ed invitarlo a produrre il certificato di assicurazione entro i termini previsti. Un gap momentaneo, secondo Vittorio Verdone, direttore centrale dell'ANIA - Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici - convinto che la sanzione diretta arriverà una volta che diverrà operativa la dematerializzazione del contrassegno cartaceo dell'Rc Auto prevista entro la fine del 2015.

Secondo i sati ANIA e ACI, il fenomeno dell'evasione Rc Auto in Italia riguarda da 3,5 a 4 milioni di unità, pari a circa l'8% delle auto immatricolate. Un dato che causa alle compagnie assicuratrici una perdita di 2 milioni di euro l'anno, con un conseguente mancato introito per le casse dello Stato, che prende la quota del premio assicurativo destinata al Servizio sanitario nazionale, corrispondente al 10,5%.



fonte: www.notiziarioautodemolitori.it
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13/11/2014 - Dal vecchio al nuovo
 
La trasformazione dei rifiuti plastici in granulato rigenerato e poi in film.

I processi di recupero e riciclo degli imballaggi primari e secondari di polietilene "post consumo" (buste, borse e sacchetti per il confezionamento) sono di grande attualità, specialmente se abbinati ad impianti di lavaggio.
Il risultato finale è la produzione di materia prima seconda da cui poter ricavare nuovi imballaggi, come ad esempio sacchi e sacchetti di varie forme e colori per la raccolta differenziata di rifiuti urbani.I processi possono essere più o meno diversi, qui di seguito uno su tutti.

La raccolta
Le materie prime, fondamentali per alimentare il ciclo di trasformazione sono costituite dai rifiuti provenienti dagli imballaggi secondari e terziari in polietilene "post consumo", provenienti principalmente da raccolte industriali su superficie privata. Fondamentale per chi recupera è, quindi, la propria rete di raccoglitori terzi, cioè quelle realtà specializzate che effettuano il ritiro dei rifiuti presso le utenze private, per poi provvedere a selezionare il materiale per partite omogenee, e a conferirlo sotto forma di balle pressate.
Per assicurare l'efficienza dei processi di trasformazione è necessario gestire efficacemente la fase di stoccaggio attraverso la separazione dei diversi materiali, pronti per essere lavorati.

La rigenerazione
Le balle di rifiuto pressate devono essere aperte e quindi liberate dalle frazioni estranee quali il filo di ferro utilizzato per l'imballaggio, residui cartacei, legnosi o di altre plastiche non utilizzabili all'interno del ciclo produttivo, che si possono ancora trovare all'interno delle balle stesse.
I rifiuti così selezionati vengono generalmente posti su di un nastro trasportatore e giungono ad un sistema di taglio, che può essere suddiviso in due fasi. Durante la prima fase il materiale viene sminuzzato in foglie attraverso un taglio più grossolano, mentre nella seconda, il materiale, all'interno di un mulino a lame, subisce un'ulteriore riduzione volumetrica.
Il materiale macinato viene raccolto normalmente in un silos che funge da polmone/dosatore, il quale alimenta a cascata una vasca piena d'acqua dove avviene la decantazione dei corpi estranei pesanti. Il materiale passa poi in sequenza in un a lavatrice, in una seconda vasca di lavaggio a decantazione, in una seconda lavatrice, in una centrifuga ed in un compattatore dal quale esce completamente pulito e asciutto.
La plastica lavata ed asciugata viene infine estrusa e tagliata in granuli, ottenendo la materia prima seconda.

La produzione
Il granulo rigenerato (materia prima seconda), giunge al reparto di filatura dove viene trasformato in una pellicola plastica, film appunto, che viene successivamente tagliato e saldato così da realizzare nuovi sacchi di vario formato, spessore e colore.


fonte: www.hitechambiente.it
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13/11/2014 - Il WC senza acqua
 
Stop allo spreco di acqua, in cambio sottoprodotti utili: è quanto promette Loowatt, l'originale sistema igienico-sanitario sviluppato da un gruppo di progettisti e ingegneri per trattare nelle abitazioni i rifiuti fisiologici umani.
Si tratta di un wc ecologico  che non richiede l'impiego di acqua, in quanto adotta un meccanismo brevettato di tenuta dei rifiuti umani in una cartuccia inodore, all'interno di un materiale biodegradabile.
La cartuccia deve essere svuotata una o due volte la settimana in un digestore anaerobico che trasforma il contenuto in gas naturale e fertilizzanti. Il primo sistema già funzionante è attualmente in fase di sperimentazione nel West London.



fonte: www.hitechambiente.it
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13/11/2014 - Risparmio energetico in raffineria
 
La raffineria API di Falconara (AN) è una delle più anziane esistenti oggi in Italia, costruita nel 1939. Dopo le distruzioni della seconda Guerra Mondiale, la raffineria è stata ricostruita ed ha iniziato nuovamente a produrre nel 1950.
Le tecnologie costruttive degli anni 50 sono molto diverse da quelle attuali, soprattutto per quanto riguarda l'efficienza energetica. Il prezzo del petrolio, all'epoca, era molto basso, per cui ci preferivano spesso sistemi di raffreddamento diretto, con trasferimento del calore dell'atmosfera. Circa 10 anni fa è iniziato un programma di ammodernamento, con l'obiettivo di portare la raffineria di Falconara ai massimi livelli di efficienza energetica e rispetto per l'ambiente.
Il programma ha avuto un pieno successo, ed una parte importante dei risultati ottenuti e da attribuire alla scelta di particolari scambiatori di calore (chiamati Compabloc): si tratta di scambiatori a piastre parallele, scaldate mediante laser e senza guarnizioni interne.
Queste caratteristiche garantiscono una grande affidabilità di funzionamento, con bassissimi costi di manutenzione; il calore dei prodotti in uscita dalla torre di distillazione non viene più disperso in aria, ma utilizzato per il preriscaldamento della carica di petrolio grezzo e per la produzione di acqua calda per usi di processo.
In un solo anno di lavoro, gli scambiatori Compabloc hanno recuperato 85.000 Gigacalorie, corrispondenti a 7.200 tonnellate di metano bruciate in meno, per u valore di circa 3 milioni di euro.


fonte: www.hitechambiente.it
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10/11/2014 - Mercato auto: +9,2% a ottobre
 
Tuttavia le famiglie italiane, pur avendo l'esigenza di cambiare l'auto, non trovano il contesto favorevole per farlo.

9,2% e oltre 120.000 auto immatricolate. E' questo il primo dato incoraggiante di un autunno piuttosto difficile che si riferisce al mese di ottobre e del mercato auto italiano in crescita rispetto allo stesso mese del 2013 quando le auto immatricolate erano poco più di 110.000. Anche nel cumulato dei 10 mesi il settore auto segna una crescita del 4,2%.

Per quanto riguarda la raccolta contratti, secondo i primi dati UNRAE ed ANFIA, il mese registra 2% con circa 125.000 unità, nei primi dieci mesi la raccolta sfiora 1.160.000 unità, il 6% in più rispetto al gennaio- ottobre 2013.

Tuttavia, l'analisi per tipologia di acquirente mostra che il volume di immatricolazioni ai privati, sebbene in crescita del 15% rispetto all'anno scorso è ancora troppo basso con una quota al 61,8% del totale (1,6 punti in meno dello scorso anno). Continua, invece la forte crescita delle vendite a società di noleggio ( 10,3% nel mese e 18.645 unità), che anche nel cumulato gennaio-ottobre si attesta al 14,6%, con una quota del 20,1%. Sono in calo del 5,4%, infine, le immatricolazioni a società, che comunque mantengono un cumulato positivo del 3,4% con 18% del totale.

"Il segno positivo del mercato - ha dichiarato Massimo Nordio, Presidente dell'UNRAE, l'Associazione delle Case automobilistiche estere - nasconde l'evidenza che le vendite alle famiglie - lo ripetiamo, vera cartina tornasole dello stato di salute del mercato - restano stagnanti su livelli prossimi a quelli dello scorso anno. C'è infatti un problema di mobilità, sempre più onerosa per le famiglie italiane che, pur avendo l'esigenza di cambiare auto, non trovano il contesto favorevole per farlo. Questo sta determinando il mancato rinnovo del parco circolante che, come ricordato recentemente dall'ACI, colloca il nostro Paese fra i primi in Europa per anzianità delle vetture circolanti, decisamente distanziato rispetto agli altri major markets. Le conseguenze più pesanti e non più trascurabili dell'invecchiamento del nostro parco riguardano soprattutto i costi sociali legati alla sicurezza di tali vetture e al loro impatto in termini ambientali".

Per quanto riguarda il tipo di alimentazione, crescono le immatricolazioni di auto diesel, GPL, metano, ibride, ma prosegue il trend di flessione delle vetture a benzina.

Nel settore dell'usato si registra un aumento del 7,3% in ottobre a 426.651 passaggi di proprietà al lordo delle minivolture (le intestazioni temporanee al concessionario in attesa della rivendita al cliente finale), anche se, a causa dell'andamento altalenante dell'anno in corso, il cumulato registra un timido 1,4% a 3.496.161 unità, circa 50.000 passaggi di autovetture in più dello stesso periodo 2013.



fonte: www.notiziarioautodemolitori.it
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10/11/2014 - Arrivano le Timberland Tires: da pneumatico a PFU a suola.
 
"Il mondo ha bisogno di un brand di pneumatici focalizzato su innovazione e sostenibilità". Con questa mission Timberland ha deciso di legare il proprio brand a una linea di pneumatici che, una volta consumati, verranno trasformati in suole per scarpe e stivali. Il progetto nasce dalla collaborazione con Omni United, azienda di Singapore il cui marchio di punta è Radar Tires, ma che produce anche gli pneumatici Goodride, Birla Tyres, Roadlux, Corsa Radial e Speedway, e la società di recupero dei PFU in Nord America Liberty Tire Recycling.

L'annuncio è stato fatto in occasione della fiera di Las Vegas Sema e le gomme Timberland Tires verranno inizialmente vendute negli Stati Uniti e online. "Il nostro obiettivo è recuperare,a fine vita, ogni singolo pneumatico Timberland Tire e riciclarlo per una seconda vita come parte delle scarpe Timberland, cosicché nessuna gomma venga usata come combustibile o finisca in discarica", ha dichiarato G.S. Sareen, presidente e CEO di Omni United.

"Grazie a questa partnership con Omni United abbiamo dato vita a una linea di gomme con una forte impronta lifestyle, che hanno anche degli standard altissimi in termini di performance e sicurezza e che, soprattutto, provano il nostro impegno concreto nell'ambito della sostenibilità", ha dichiarato Stewart Whintney, presidente di Timberland.

L'offerta prevede gli pneumatici Timberland Cross per i piccoli SUV e crossover, che sarà disponibile in 21 dimensioni da aprile 2015 e in 35 da settembre. Il modello Timberland A/T per truck e grossi SUV arriverà invece sul mercato americano a luglio del prossimo anno con 30 misure. Infine gli pneumatici per vettura Timberland Tour verranno lanciati nel 2016 con una gamma di almeno 25 dimensioni.

Con un chilometraggio atteso tra gli 80.000 e 130.000 chilometri, a seconda dei modelli, Timberland e Omni United prevedono che i primi pneumatici pronti per la riconversione arriveranno nella seconda metà del 2017. Finchè non si raggiungerà una massa critica di PFU riutilizzabili, le due aziende cercheranno di utilizzare altri tipi di gomma riciclata per una collezione speciale di stivali Timberland con le suole ispirate ai disegni del battistrada degli pneumatici Timberland Tires. La linea di calzature verrà lanciata nell'autunno 2016.

"Molti automobilisti si chiedono con preoccupazione dove vanno a finire gli pneumatici a fine vita", ha concluso Sareen. "Noi offriamo ai consumatori un'alternativa agli altri brand e la certezza che stiamo facendo degli sforzi importanti per garantire che le gomme vengano riciclate. Grazie alla nostra partnership con Timberland e Liberty, stiamo realizzando un ciclo di vita più sostenibile per la gomma".



fonte: www.pneusnews.it
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07/11/2014 - Giovani USA: addio al mito dell'auto
 
Le nuove generazioni prediligono lo smartphone alle quattro ruote e la policy riguardo trasporti, mobilità, infrastrutture e urbanistica deve adeguarsi.

Giovani, perennemente interconnessi e social, ma anche attenti alle esigenze dell'ambiente, alle pressioni dell'economia e... senza auto.
Da "Gioventù bruciata" in poi, l'immaginario collettivo rispetto all'icona del giovane americano è indissolubilmente legato a quella della sua auto: spregiudicata, nuova fiammante o vecchia carriola per romantici dropout: ad ogni modo, sempre e comunque, simbolo di libertà e di indipendenza raggiunta. Ma anche questo mito, assieme ai tanti dell' "American Dream" che abbiamo visto cadere per via, sta cedendo il passo ai nuovi stimoli della tecnologia e alle nuove esigenze di un mondo che cambia.

Sembra, infatti che i cosiddetti "millennials" (i giovani nati a cavallo del nuovo millennio), non siano poi così affascinati dal bisogno delle quattro ruote. Ad affermarlo è lo studio americano "Millenials in Motion" pubblicato da Poss U.S. Pirg Education Fund Frontier Group che ha preso in esame le cause del calo di acquisti da parte dei giovani americani tra i 16 e i 24 anni e, prospettando sul futuro prossimo, ha sentenziato: "Ci sarà una continua riduzione dei millennials alla guida ed una diminuzione continua pro-capite della guida tra tutti gli americani".

A quanto pare l'auto oggi non è più un mito per la maggior parte dei ragazzi nati attorno al 2000 a differenza di quanto accaduto finora per tutte le generazioni dal dopoguerra in poi. L'automobile ha subito la prima inversione di tendenza da decenni: -1,5% e questo calo non è dovuto esclusivamente alla crisi economica e dei consumi, ma a una vera e propria scelta generazionale.
Particolare attenzione va posta nei confronti delle attitudini e comportamenti di questa generazione in relazione al trasporto urbano, alle tecnologie e al possesso dell'auto che ha generato un vero cambiamento nelle modalità di approccio al trasporto.

La ricerca evidenzia una chiara inversione di tendenza: maggiore consapevolezza da parte dei giovani (rispetto ai loro genitori) per quanto riguarda la salvaguardia dell'ambiente, un'apertura delle nuove generazioni verso i trasporti pubblici e i mezzi di locomozione poco inquinanti, attenzione all'inquinamento atmosferico. Tutti fattori, questi, che hanno portato a limitare fortemente l'uso dell'auto.

Fra i mezzi alternativi spiccano bus, metro, ma soprattutto la bicicletta il cui acquisto negli ultimi anni è aumentato del 24%.
Oltre all'attenzione per l'ambiente anche l'innovazione tecnologica ha contribuito all'allontanamento dei "millennials" delle auto. Il 65% del target campione ha affermato senza esitazioni che perdere il proprio smartphone o il computer sarebbe molto più grave nella loro vita quotidiana che perdere la macchina (considerato che gli stessi utilizzano in media per oltre 14 ore giornaliere questi strumenti di comunicazione); inoltre le "applicazioni" sui vari palmari hanno contribuito a ridurre la propensione alla guida, dal momento che è più facile, economico, sicuro acquistare online piuttosto che guidare fino ai punti vendita o ai centri commerciali.

Si consideri poi che queste tecnologie, ove adeguatamente applicate, hanno reso possibile l'implementazione del car sharing e dal car pooling, soluzioni, entrambe, che prevedono comunque una riduzione del parco auto circolante. In questo modo, infatti, le auto si prenotano online solo quando servono (e visti i continui aumenti del prezzo dei carburanti, è comunque un bel risparmio per coloro che hanno minori disponibilità economiche come gli studenti universitari o che si a
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03/11/2014 - Quanto è riciclabile la tua auto?
 
La Direttiva europea sul trattamento dei veicoli a fine vita (2000/53/CE ELV) impone una misurazione della riciclabilità di un veicolo fissata a un 95% del suo peso al 2015.
Il settore della ricerca si fa carico di questa mission, rivedendo la progettazione e la costruzione dell'auto.

La Direttiva, recepita e diventata legge nei 28 Paesi europei, include tra gli altri obblighi quello di un controllo omologativo di di tutte le vetture immesse sul mercato dal 2008.
Secondo il legislatore, i veicoli devono essere idonei al riciclaggio secondo gli obiettivi stabiliti per il post 2015.
Le auto che vengono progettate oggi avranno, presumibilmente, una vita di 20-25 anni e il cliente che decide di rottamare il suo veicolo lo farà entro questo periodo, quindi, i settori della progettazione e della costruzione devono includere nelle caratteristiche delle vetture una riciclabilità molto elevata (95% del peso) che verrà verificata prima dell'immissione sul mercato di enti preposti.

La ricerca gioca un ruolo chiave al fine di raggiungere gli obiettivi imposti dalla Direttiva, spaziando la scelta ottimale dei componenti alla definizione di un assemblaggio ideale di tutti i pezzi del veicolo.
La scelta dei materiali, ad esempio deve tenere conto di aspetti quali:
- la riciclabilità;
- la disponibilità del tempo;
- l'esistenza di mercati in grado di assorbire i prodotti riciclati.

Inoltre, parlando di materiali, è importante anche operare una distinzione tra quelli metallici e quelli plastici.
I materiali metallici hanno come caratteristica una grandissima riciclabilità e rappresentano una ricchezza, mentre quelli plastici, usati nella costruzione di un'auto, appartengono a differenti tipi, studiati all'inizio soltanto per essere idonei alla funziona che dovevano svolgere.
Inoltre, il moltiplicarsi del numero di famiglie plastiche usate in un'auto causa notevoli problemi durante la fase del riciclo. Possono essere recuperate solo plastiche che appartengono alla stessa famiglia polimerica, quando, invece, ci si trova di fronte un mix di famiglie, l'unica soluzione è il recupero energetico (anche se c'è chi sta già investendo in Italia in tecnologie per il riciclo del plasmix).

La ricerca e l'impegno dei progettisti sono già orientati alla riduzione della quantità di queste famiglie polimeriche, prediligendo quelle che possono trovare effettivi mercati di sbocco. In passato, c'erano 15-18 tipologie diverse, ore 7-8, e per la maggior parte sono costituite da polipropilene che consente di inviarle ai mercati di sbocco con possibilità di riutilizzo.

Sempre avendo in mente il traguardo 2015, previsto dalla Direttiva europea, le automobilistiche lavorano insieme ai settori di mercato a loro vicini, ma cercano anche di avvicinarsi a mercati diversi dal loro, in funzione di un'accettazione dei loro materiali al momento del riciclo.

Con ls direttiva ELV, l'Europa si è mossa nella direzione di creare leggi specifiche che tengano in considerazione l'ambiente e grazie al recepimento nei vari Paesi europei si è già passati alla fase operativa. Questa scelta legislativa viene guardata dal resto del mondo come un esempio ben strutturato e operativo da seguire.


fonte: www.notiziarioautodemolitori.it
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29/10/2014 - Arriva il sensore della gomma che previene i pericoli
 
Pirelli invento lo pneumatico "intelligente" che legge la strada.
Nato dalla collaborazione tra Pirelli e Politecnico di Milano, si chiama Cyber Tyre ed è un sensore che "parla" con l'auto e garantisce la massima sicurezza al guidatore.


Si apre una nuova era per gli pneumatici: Pirelli ha inventato la gomma intelligente Cyber Tyre che "legge" la strada e "parla" con l'auto, prevenendo pericoli. Grazie a un chip inserito all'interno della carcassa, è in grado di fornire informazioni essenziali sullo stato dello pneumatico, sulle condizioni della strada e sulle prestazioni del veicolo direttamente al guidatore attraverso la centralina dell'auto, contribuendo a rendere più efficiente e sicuro il controllo elettronico della vettura.

Effetto principale dell'innovazione, messa a punto dai tecnici del dipartimento Ricerca e Sviluppo della Bicocca insieme con il Dipartimento di meccanica del Politecnico di Milano, è l'introduzione di un nuovo paradigma di sicurezza preventiva in aggiunta alla sicurezza attiva e passiva durante la marcia del veicolo. In pratica, Cyber Tyre permette allo pneumatico di diventare una sorta di copilota e di sostituirsi in caso di pericolo al guidatore.

Il prototipo di Cyber Tyre è stato presentato in anteprima durante il workshop "Advanced driver assistance control", organizzato dalla Fondazione Polimi e dalla Fondazione Silvio Pirelli, ed è già allo studio delle principali case automobilistiche.

"Il futuro del settore automotive nel nostro Paese, come in Europa, passa per la ricerca di soluzioni tecnologiche all'avanguardia a sostegno della mobilità sostenibile, che significa saper coniugare sicurezza, prestazioni e salvaguardia ambientale - ha dichiarato il presidente Pirelli Marco Tronchetti Provera - Lo sviluppo di Cyber Tyre va in questa direzione e rappresenta una delle punte puù avanzate della ricerca Pirelli, che da sempre coltiva con il mondo universitario tra cui Berkeley, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, relazioni profonde e di successo".

"L'elemento caratterizzante della gomma intelligente - ha continuato Tronchetti Provera - è un sensore elettronico, grande circa un centimetro quadrato, completamente autoalimentato, e quindi sempre carico e a basso impatto ambientale, in grado di leggere direttamente le condizioni di interazione pneumatico-strada e di dialogare in tempo reale, via wireless, con il computer di bordo e con tutti gli apparati elettronici della vettura, oltre che con il guidatore, attraverso una opportuna interfaccia grafica. Il sensore, infatti, interpreta le variazioni della tipologia di attrito, riconoscendo le diverse condizioni di marcia: asciutto, bagnato, ghiaccio, grado di rugosità (e dunque di aderenza) dell'asfalto, per citare le principali.  La gomma intelligente, in pratica, recepisce in maniera diretta e in tempo reale l'interazione che avviene tra veicolo e fondo stradale attraverso il battistrada e può prevedere, in maniera precisa e con buon margine di anticipo, le variazioni di tale interazione e, quindi, il cambiamento delle condizioni di marcia. Cyber Tyre è già una realtà nella versione CyberFleet dedicata al trasporto commerciale e utilizzata da alcune delle principali flotte in Europa e Sud America".

Il nuovo Polo tecnologico e industriale Pirelli di Settimo Torinese sarà il primo luogo di produzione della "gomma intelligente" che si avvarrà di Mirs 2, evoluzione del Mirs (modular integrated robotezed system), l'esclusivo processo di produzione ideato da Pirelli. Lo sviluppo dello pneumatico conoscerà due fasi di evoluzione tecnologica, applicazione e disponibilità sul mercato: il Cyber Tyre Lean, per il monitoraggio della pressione degli pneumat
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28/10/2014 - Piemonte: Legambiente ed EcoTyre insieme per la raccolta di PFU
 
Grazie al lavoro di decine di volontari di Puliamo il Mondo, l'iniziativa di Legambiente, EcoTyre ha raccolto, nel corso di un'attività volontaria e straordinaria, numerosi Pneumatici Fuori Uso (PFU) abbandonati, di cui alcuni di grandi dimensioni, nei Comuni di Chiavasso e Castagneto Po.

Dopo un lavoro di alcuni giorni, tutti i rifiuti sono stati caricati sui camion di EcoTyre, il Consorzio, con sede a Vinovo, specializzato nel trattamento di questa tipologia di rifiuto, e sono stati tutti avviati al corretto recupero, a costo zero per le casse delle Amministrazioni Comunali.

I PFU verranno triturati per ottenere granulati di gomma di dimensioni sempre minori. Nella fase di trattamento, grazie all'ausilio di speciali attrezzature, verrà separata la componente plastica dagli altri materiali, in particolare metalli e residui tessili. Successivamente i PFU, riciclabili al 100%, potranno prendere tre direzioni: il riutilizzo attraverso cui una parte degli pneumatici può essere sottoposta a trattamenti di rigenerazione per poi essere riutilizzata sui veicoli; il recupero di materia cioè il reimpiego di quasi il 70% del polverino in una serie di applicazioni, come le superfici sportive, l'arredo urbano, asfalti modificati, pavimentazioni e manufatti, opere di ingegneria civile, etc.; la restante quota di PFU (circa il 30%) è utilizzata per il recupero di energia.

"Questa iniziativa - ha detto Libero Ciuffreda, Sindaco di Chiavasso - è in linea con il percorso portato avanti dalla nostra Amministrazione Comunale, in particolare dall'Assessore all'Ambiente, Massimo Corcione, che potenzia la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti e sensibilizza la popolazione. Ringraziamo il Consorzio EcoTyre e Legambiente che ci hanno permesso di rimuovere, a costo zero, i PFU dal nostro territorio".

"Come Circolo Legambiente Chiavasso siamo orgogliosi - ha sottolineato Massimiliano Tantillo, Presidente di Legambiente Chiavasso - di aver usufruito del servizio di EcoTyre per la raccolta dei pneumatici durante le giornate di Puliamo il Mondo che hanno visto la partecipazione di 3 scuole, 400 studenti, Associazioni e singoli cittadini dei Comuni di Chiavasso e Castagneto Po. Infatti, per questi territori comunali è una grande opportunità perchè grazie al lavoro dei tanti volontari si possono recuperare pneumatici disseminati nelle campagne e lungo i corsi d'acqua, bonificando l'ambiente senza costi aggiuntivi per la collettività. Ringraziamo dunque le Amministrazioni comunali di Chiavasso e Castagneto Po per aver accolto la nostra proposta".

"Abbiamo aderito alla campagna di raccolta pneumatici - ha affermato Giuseppe Rampulla, Vicesindaco di Castagneto Po - pensando che la raccolta non sarebbe stata copiosa. Ci siamo accorti con grande stupore del grande numero di carcasse che la cittadinanza ha portato nel luogo di raccolta. Un'iniziativa da proporre più spesso. Grazie EcoTyre e Legambiente per la possibilità che ci avete dato di evitare che le gomme finissero in una discarica abusiva!".

"Siamo molto felici - ha dichiarato Enrico Ambrogio, Presidente di EcoTyre - di aver contribuito a risolvere un problema così particolare per le Amministrazioni Comunali e per tutto il territorio, in particolare il Piemonte, la Regione che ospita il nostro Consorzio. Siamo diventati partner di Puliamo il Mondo proprio perchè sappiamo che, sebbene oggi ci sia una filiera per la gestione degli PFU che funziona correttamente raccogliendo gratuitamente presso oltre 5.000 gommisti su tutto il territorio nazionale, purtroppo ci sono ancora molti depositi abbandonati di questi rifiuti. Per i nostri 350 Soci, questa rappresenta un'attività volontaria e straordinaria che rientra tra le iniziative che l'anno scorso, come emerso dal Rapporto Annuale, hanno portato il Consorzio a super
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27/10/2014 - Atalanta ed Ecopneus inaugurano un nuovo campo in gomma riciclata da PFU
 
E' stato inaugurato mercoledì 8 al Centro Sportivo Cesare e Achille Bortolotti di Zingonia, alla presenza del Sottosegretario di Stato all'Ambiente Barbara Degani, del DG Atalanta Pier Paolo Marino e del DG Ecopneus Giovanni Corbetta, il nuovo campo realizzato con gomma riciclata da Pneumatici Fuori Uso su cui giocherà la squadra Primavera dell'Atalanta.

Attraverso la partnership con Ecopneus, la società senza scopo di lucro principale responsabile della gestione dei PFU in Italia, l'Atalanta diventa la prima società di Serie A a vantare un campo in erba sintetica contenente gomma riciclata da PFU, dalle massime prestazioni e realizzato grazie alle tecnologie più moderne.
Nel campo da gioco in erba sintetica realizzato per l'Atalanta, il granulo da PFU viene impiegato come materiale da intaso tra i fili d'erba e nello strato sottostante la superficie da gioco. In questo secondo caso, favorisce il livellamento delle fondazioni, donando elasticità alla superficie e favorendo la restituzione dell'energia all'atleta. Nell'intaso, invece, il granulo svolge una funzione prestazionale necessaria ai fini dell'assorbimento degli shock, nel prevenire la deformazione verticale della superficie, mantenendo alti standard qualitativi per il rotolamento e il rimbalzo del pallone.

"L'esperienza di oggi ci insegna che il tema del riciclo dei materiali può rappresentare un'opportunità molto grande nel campo della green economy. Chi avrebbe mai immaginato che un campo di calcio all'interno del centro sportivo di una Squadra di Serie A potesse essere realizzato con un derivato dei pneumatici? Oggi abbiamo un esempio concreto di come la fantasia unita alla ricerca possa aiutare l'ambiente migliorando addirittura la qualità di una prestazione sportiva. Questi sono esempi concreti di cui abbiamo estremo bisogno in Italia.
Tecnicamente ora la palla passa ai giocatori, e saranno loro a dirci se l'esperimento non tradisce le attese e può essere replicato. Dal mio punto di vista, plaudo a iniziative come queste che coniugano il rispetto per l'ambiente e per lo sport". Così Barbara Degani Sottosegretario al Ministero dell'Ambiente.

"La partnership con l'Atalanta è un'iniezione di fiducia per tute le aziende e tutto il comparto industriale connesso alle applicazioni TyreField, le superfici per lo sport realizzate con gomma da riciclo da PFU. Già i primissimi riscontri avuti dai giocatori dell'Atalanta confermano le prestazioni che ci aspettavamo dal campo e siamo convinti che questo accordo possa fare da volano per una diffusione sempre più ampia dei TyreField anche tra le altre società calcistiche dei massimi livelli". Questo il commento del Direttore Generale Ecopneus Giovanni Corbetta.

"E' con vero piacere che Atalanta annuncia la partnership con Ecopneus - ha dichiarato il Direttore Generale Atalanta B.C. Pierpaolo Marino - realtà assolutamente all'avanguardia nel suo settore così come lo è la nostra società sempre alla ricerca di strategie tecniche innovative. Questo rapporto di collaborazione è triennale a testimonianza del fatto che Atalanta creda fortemente nei valori e nei principi che caratterizzano Ecopneus".

L'utilizzo dei materiali derivati dal recupero dei PFU nello sport consente un triplice vantaggio. Primo, quello ambientale, si contribuisce alla riduzione del consumo di materie prime vergini utilizzando un materiale abbondante e ricavato dal trattamento di un rifiuto. Un vantaggio economico: a parità di prestazioni e di resa, questi materiali costano circa un decimo rispetto ai materiali vergini comunemente utilizzati , contribuendo parallelamente al consolidamento di un mercato sostenibile per materie prime seconde del PFU. Terzo, la gomma dei PFU consente prestazioni e una resa complessiva della pratica sportiva in alcuni casi
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27/10/2014 - Giglio "curato" entro il 2015
 
Entro la fine del 2015, con un piano articolato in quattro fasi, saranno curate le ferite dell'isola del Giglio. Accanto al progetto della Costa Crociere ci sarà anche quello della Regione per un rilancio ambientale e turistico dell'Isola. In calendario un incontro al Giglio per presentare, alla popolazione e agli amministratori, le due iniziative.
E' questo l'esito dell'incontro che si è svolto a Palazzo Strozzi Sacrati tra il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi (in qualità di coordinatore per le attività di recupero ambientale, nominato dal Governo a seguito della rimozione della Concordia dal Giglio), il Sindaco Sergio Ortelli, i rappresentanti della Costa Crociere, i rappresentanti del Club degli Assicuratori e l'Osservatorio ambientale, curato dall'Università La Sapienza di Roma.

"Non c'è tempo da perdere" , ha sottolineato Rossi. "L'obiettivo è quello di realizzare in tempi certi tutte le operazioni necessarie per il ripristino ambientale dei fondali, per far ritrovare al Giglio la sua dimensione e la sua fisionomia. Per questo ho chiesto di fare il punto con Costa Crociere sulla consistenza e programmazione dei lavori. Dobbiamo intervenire prima possibile per evitare danni e ripulendo i fondali dai rifiuti, dai materiali depositati e dai sedimenti".
Costa Crociere, assistita nell'occasione dal prof. Ardizzone, impegnata a garantire la continuità di presenza e attività fino all'assegnazione dei lavori di ripristino, ha illustrato al presidente e al sindaco le linee di intervento previste. Si tratta di un piano articolato in quattro fasi: prima di tutto la rimozione dei materiali depositati nei fondali; poi il recupero dei 1396 sacchi di cemento, cui seguirà la rimozione delle piattaforme metalliche e infine a completamento dell'intervento con la pulizia dai sedimenti depositati sul fondale. I lavori saranno affidati al più presto a si concluderanno nel giro di circa un anno e mezzo.
"A tutto questo, che finanziariamente sarà a carico di Costa Crociere, si aggiungerà - ha precisato il Presidente - anche un impegno diretto della Regione, doveroso riconoscimento ad una comunità che, in tutta questa vicenda, dal naufragio fino alla rimozione, ha dato una splendida immagine della Toscana e dell'Italia. Stiamo pensando non solo ad iniziative di rilancio della vocazione turistica dell'isola e di promozione della qualità dell'offerta, ma anche al sostegno alla viticoltura attraverso reimpianti di vitigni autoctoni e allo sviluppo della telemedicina per favorire l'attività sanitaria degli operatori. Sarebbe infine significativo e attrattivo fare del Giglio un'isola carbon-free, sostituendo l'attuale centrale elettrica a gasolio con la produzione di energia rinnovabile, a zero emissioni CO2".
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24/10/2014 - Il Registro online degli impianti RAEE
 
Tutti gli impianti di trattamento e stoccaggio che gestiscono rifiuti elettrici ed elettronici, dovranno iscriversi al Portale del Centro di Coordinamento RAEE, come previsto dal D.Lgs 49/2014 che recepisce la nuova Direttiva Europea. Sono diverse centinaia in Italia le strutture interessate dal provvedimento e, per questo, il CdC RAEE ha creato una corsia preferenziale sul proprio sito (www.cdcraee.it) che consente di iscriversi al Registro in pochi semplici click e senza alcun onere.
L'articolo 33 del Decreto stabilisce poi che tutti i soggetti che trattano RAEE, sia di origine professionale che domestica, hanno l'obbligo di comunicare al Centro di Coordinamento i dati sulle quantità trattate annualmente. Il CdC RAEE ha creato quindi una funzione ad hoc nell'area riservata del Portale.Per coloro che non si metteranno in regola sono previste sanzioni pecuniarie da 2.000 a 20.000 € ed una diffida ad iscriversi. Nel caso l'iscrizione non avvenga neanche dopo la diffida è prevista la revoca dell'autorizzazione a trattare rifiuti. Le verifiche sugli impianti sono affidate alle Regioni e alle Province che, con il Registro, potranno pianificare le ispezioni con maggiore semplicità.
"L'iscrizione al portale - sottolinea Fabrizio D'Amico, Presidente del Cento di Coordinamento RAEE - consentirà di fare un vero e proprio censimento degli impianti di messa in riserva e trattamento di questa particolare tipologia di rifiuti. Ancora più importante sarà poi la raccolta dei dati sui quantitativi trattati che, in aggiunta ai dati già in possesso del CdC RAEE permetterà di avere una fotografia sulla situazione e sui trend di questo importante settore della green economy".
Già il portale del CdC RAEE consente ai migliaia di Centri di Raccolta di richiedere il ritiro dei rifiuti da parte dei Sistemi Collettivi. Con le nuove  funzioni, i gestori degli impianti di trattamento avranno a disposizione un'area riservata attraverso cui dialogare con il Centro di Coordinamento.
"La scelta di creare il Registro direttamente online - spiega Fabrizio Longoni, Direttore Generale del CdC RAEE - fa parte della nostra cultura che, negli anni, ha permesso di semplificare  al massimo gli aspetti burocratici della gestione dei RAEE. Gli impianti di trattamento potranno perfezionare l'iscrizione in pochi click e, successivamente, comunicare i dati con estrema semplicità. Questo ci permetterà di averli disponibili in tempo reale e utilizzarli per le elaborazioni e per la reportistica, una parte importante del nostro lavoro".
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24/10/2014 - Biocarburante dagli scarti del whisky
 
In Scozia, mediante un processo di fermentazione batterica dagli scarti della produzione di whisky, è stato ottenuto biobutanolo, un biocarburante di nuova generazione che presenta numerosi vantaggi rispetto al bioetanolo.
Innanzitutto il biobutanolo ha il 25% di energia in più per unità di volume rispetto al bioetanolo, è più facile da stoccare e in più sicuro da maneggiare; inoltre non richiede alcuna modifica al veicolo, sia esso a benzina o a diesel, agli impianti di miscelazione, ai serbatoi di stoccaggio o alle pompe delle stazioni di servizio.
A realizzare questo processo, che ora sta cercando applicazioni commerciali, sono state due aziende locali: la distilleria Tullibardine e la Celtic Renewables, che hanno recentemente stretto un accordo per sfruttare i sottoprodotti della distillazione del malto e del mosto.
Oltre ad avere evidenti vantaggi ambientali, questo progetto ha anche il merito di consentire notevoli vantaggi economici, dovuti al risparmio sui costi per lo smaltimento come rifiuto degli scarti di distillazione, operazione che fino ad oggi alla Tullibardine richiedeva circa 315.000 € all'anno.
La Celtic Renewables sta ora prendendo in considerazione, per poterli convertire in biocarburanti, anche altre fonti sostenibili, come gli zuccheri ricchi di materie prime, i sottoprodotti di birrerie o gli scarti della lavorazione della carta.
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21/10/2014 - Siccità
 
A San Paolo, manca l'acqua per lavare i piatti. 
Il serbatoio che rifornisce la metropoli brasiliana è stato prosciugato del 96%.

La più grande metropoli dell'America Latina deve fare i conti con la siccità e potrebbe rimanere senz'acqua tra un mese. Per una parte dei residenti di San Paolo (20 milioni) i rubinetti si stanno letteralmente seccando.
Il Direttore della Sabesp, l'azienda municipalizzata che gestisce l'acqua, ha detto al Consiglio Comunale che le riserve disponibili finiranno alla metà di novembre salvo che non venga dato il via libera alle riserve di Cantareira. La città di San Paolo è rifornita da un complesso di quattro laghi, che è stato prosciugato per il 96% della sua capacità totale.Si tratta della siccità più grave degli ultimi 80 anni.Secondo i legislatori colpa di una gestione troppo "allegra" dell'acqua da parte della Sabesp. Le attività commerciali intanto corrono ai ripari servendo bibite in bicchieri di plastica perchè quelli in vetro non si possono lavare.
Secondo la Sabesp invece si tratta di problemi tecnici.
La speranza è riposta nel clima. 
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21/10/2014 - Spreco Alimentare: nuovi metodi per calcoli precisi.
 
Il World Resources Institute lancerà il prossimo anno un nuovo metodo per calcolare lo spreco alimentare. Un passo verso la riduzione?

Servono strumenti più affidabili per calcolare lo spreco alimentare. E' quel che auspica World Resources Institute, che ha diffuso alcuni dato ieri per la giornata mondiale del cibo. L'evento era promosso dalla Fao e volto ad accrescere la consapevolezza riguardo alla fame nel mondo. Un modo di ridurre le dimensioni del problema  è affrontare il tema dello spreco di cibo, per limitare anche l'impatto del settore agroalimentare sull'ambiente. Nel mondo tale spreco ha luogo a tutti i livelli della catena. Circa il 24% delle calorie alimentari prodotte per l'uso umano vengono dilapidate nel tragitto dall'azienda agricola al piatto, e negli Stati Uniti la percentuale è ancora maggiore. Ma il modo in cui tutto ciò avviene, varia molto a seconda di dove ci si trovi. Lo si nota osservando la mappa disegnata dal World Resources Institute.
In Europa, Nord America e Oceania, più di metà dello spreco alimentare avviene nella fase finale, quella del consumo. In pratica siamo tanto spreconi da non finire mai quel che abbiamo nel piatto, e regalarlo alla spazzatura. Ciò significa che aumentare la consapevolezza dei consumatori può essere la chiave per ridurre queste percentuali così imbarazzanti. La fotografia è ben diversa se prendiamo in esame invece l'Africa subsahariana, l'Asia del Sud e del Sud-Est. La gran parte dello spreco si accumula invece più a monte nella catena alimentare, che ci si aspetta verrà presentato il prossimo anno. Questo perchè, secondo i ricercatori, ciò che si può controllare si può migliorare.
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16/10/2014 - 30esimo anniversario Coou
 
Il Consorzio Obbligatorio degli oli usati (Coou) compie 30 anni ed oggi festeggia a Roma con un evento pubblico che aprirà i cancelli alle 10.30 con il seminario "La seconda vita dei lubrificanti", dedicato agli studenti della facoltà di ingegneria della capitale.

A seguire si svolgerà un social game a cui parteciperanno gli studenti.
Ne farà seguito la mostra di auto storiche Fiat che durerà tutto il giorno e ospiterà un momento di confronto sulle sfide future.

Nel tardo pomeriggio si svolgerà un dibattito sul tema del riciclo nel rispetto della tutela dell'ambiente e la giornata si concluderà con apericena e concerto.
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16/10/2014 - Schiume antincendio "verdi"
 
Nelle schiume antincendio impiegate per spegnere gli incendi sono spesso presenti PFC, elementi tossici e cancerogeni che possono rivelarsi seriamente dannosi per la salute dell'uomo e degli animali.
Alcuni scienziati australiani dell'organizzazione CRC Care, in collaborazione con l'Università del sud Australia, hanno messo a punto una tecnologia nuova capace di neutralizzare la tossicità di questi elementi, chiamata matCARE.
I PFC vengono largamente utilizzati nei siti industriali come aeroporti militari e civili, ma anche per il trattamento di tappeti, computer, pentole, ecc. presenti in milioni di case in tutto il mondo.

La nuova tecnologia messa a punto dagli scienziati,  consiste nell'impiego di un'argilla di nuova progettazione. Una delle caratteristiche più importanti di matCARE è l'abbondanza e l'economicità dei materiali argillosi impiegati nel processo, materiali che possono tranquillamente essere trattati e riutilizzati.Per migliorarne ulteriormente l'efficienza, CRC Care ha sviluppato un kit di tensioattivi anionici che fornisce un test sensibile, rapido ed affidabile della presenza di schiume antincendio nell'acqua e sta attualmente lavorando  su un biosensore portatile che sia in grado di fornire una lettura istantanea dei livelli di contaminazione PFC nel suolo o nelle falde acquifere.
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16/10/2014 - Perù: DEFORESTAZIONE
 
Dopo l'assassinio di Edwin Chota, i boss del legname sono più forti. In Brasile però i GPS di Greenpeace sferra un duro colpo alla deforestazione.

UN'area di 700 mila chilometri quadrati, più vasta della Germania, dove lo Stato è totalmente assente e la deforestazione prosegue indisturbata. Anche questo sta diventanto il Perù, che ha perso un mese fa parte della spinta ambientalista con il barbaro assassinio di Edwin Chota, storico leader della protesta contro il taglio indiscriminato della foresta amazzonica nella regione.
La povertà e l'analfabetismo qui superano la media nazionale: sette evangeliche e crimine organizzato riempiono il vuoto delle politiche pubbliche. In un territorio dove vige la legge della giungla, l'unica speranza sono gli attivisti , che tuttavia si trovano a denunciare tagliabosco di frodo ad un governo che è colluso con l'industria del legname.  E dunque li ignora e li lascia morire nelle imboscate tese da killer a libro paga dei businessmen. Le chiatte che solcano il Rio delle Amazzoni trasportano legna che per tre quarti proviene da disboscamenti illegali, praticata in parchi nazionali e riserve indigene. I punti di controllo lungo il fiume sono pochi, mal presidiati e i funzionari facilmente corruttibili. 
Secondo il Peruvian Amazon Research Institute si potrebbe mettere in campo un sistema di tracciamento basato sul DNA degli alberi. La tecnologia sarebbe in grado di risalire al luogo di origine della pianta, per stabilire poi se in quella zona era autorizzata o meno la deforestazione.

In Brasile invece usano metodi più spicci ma ben più pericolosi. Gli attivisti di Greenpeace si sono infiltrati sotto copertura nello Stato del Parà, per installare dei GPS sui camion sospettati di veicolare legna da disboscamento illegale. E' la prima volta che questa tattica viene adottata, ma ha avuto successo, rivelando le rotte del traffico irregolare. I mezzi viaggiano per 200 miglia dentro regioni di foresta pluviale protetta per raccogliere la legna, poi con traversate notturne sulla via del ritorno arrivano al porto di Santarém, dal quale gli alberi vengono esportati in Europa, Cina, Stati Uniti e Giappone. Grazie alle prove fornite dagli attivisti, alcuni giorni fa è partito il bliz delle forze dll'ordine. 
Una piccola ma pur sempre significativa vittoria contro l'industria criminale del legname.
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26/09/2014 - Batteria liquida
 
I ricercatori del MIT di Boston hanno inventato una batteria liquida composta da litio, piombo e antimonio. Costa poco e riesce ad immagazzinare anche l'energia rinnovabile.

Litio, antimonio e piombo: tre metalli fusi danno vita alla batteria liquida low cost che renderà più efficienti le reti elettriche del futuro.
L'hanno sviluppata al Massachussets Institute of Technology di Boston, e i risultati sono stati pubblicati su Nature.
La nuova batteria avrà una migliore capacità di accumulazione e sarà in grado di integrare nelle scorte di energia elettrica di base anche quella prodotta con discontinuità da impianti fotovoltaici ed eolici.
Un fatto che permetterà di adattare le reti elettriche, cosicché possano funzionare con percentuali crescenti di fonti non programmabili, come il solare e l'eolico. 

Per lungo tempo le batterie sono state considerate una soluzione ideale per questi scopi, a causa dello spazio ridotto che occupano e della semplicità meccanica. Ma il problema era economico: costavano troppo.
Stavolta però i ricercatori assicurano di avere trovato, con la batteria liquida, una ricetta economica e funzionale. Gli ingredienti sono un elettrodo negativo in litio liquido, uno positivo in lega di antimonio e piombo ed una elettrolita salina allo stato fuso che opera da conduttore della corrente. Non servono membrane o separatori per tenere staccati tra loro i tre liquidi poiché è sufficiente la diversa densità che li caratterizza. Il risultato offre numerosi vantaggi rispetto alle batterie allo stato solido: maggiore densità di corrente, buona durata nel tempo e facilità di costruzione. I primi due parametri ne fanno un oggetto più efficiente rispetto al passato, mentre il terzo sembra aprire le porte alla produzione su vasta scala.
Non è la prima volta che si sente parlare di batterie liquide. Lo scorso anno un ricercatore del MIT aveva utilizzato il magnesio al posto del piombo, un fatto che alzava i costi di produzione. La sostituzione del metallo chi insieme all'antimonio forma l'elettrodo positivo ha permesso di ottenere un risultato economicamente più soddisfacente.
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25/09/2014 - Vertice Onu sul clima
 
Sarebbe dovuto essere solo il summit delle buone intenzioni, del dialogo e delle promesse per un impegno futuro, invece il Vertice Onu sul clima è riuscito ad essere qualcosa in più. Nonostante il breve tempo a disposizione e la pesante assenza di due giganti con l'India e la Cina, i partecipanti hanno saputo mettere sul tavolo nuovi e concreti obiettivi con cui affrontare il cambiamento climatico, dall'ampliamento dell'uso delle energie rinnovabili e dell'aumento degli aiuti ai paesi in via di sviluppo. Il Segretario delle Nazioni Unite è il primo a dirsi soddisfatto dei risultati raggiunti. Il vertice ha saputo riunire sotto un unico tetto un mix unico di attori internazionali ognuno dei quali ha annunciato la rispettiva visione ed impegno per il raggiungimento di un accordo climatico universale alla COP del prossimo anno.
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23/09/2014 - Inquinamento: l'Indonesia firma per il futuro del paese
 
Per ridurre l'inquinamento che danneggia il paese l'Indonesia aderisce all'Asean e firma per un segretariato che tuteli ambiente e popolazione.

Per lottare contro le nebbie inquietanti che stanno rendendo irrespirabile l'aria, l'Indonesia ha deciso di rafforzare il proprio impegno climatico. Proponendo l'istituzione di un nuovo segretariato il paese vuole ottenere la stesura di un trattato regionale che si occupi di definire i margini del problema e permetta di intervenire in maniera mirata per la salvaguardia della salute della popolazione e dell'ambiente dall'inquinamento.
Il parlamento nazionale ha approvato all'unanimità questa settimana la ratifica dello strumento giuridico concordato dai 10 paesi membri dell' Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico (Asean) 11 anni fa, e l'Indonesia era l'unico paese a dover ancora confermare la propria iscrizione.

Il vice ministro indonesiano dell'Ambiente Arief Yuwono ha detto al quotidiano Te Jakarta Post che la creazione di un segretariato permanente garantirà lo svolgimento di un ruolo di primo piano nella lotta contro i numerosi incendi che colpiscono le foreste e le piantagioni dell'isola di Sumatra, che danneggiano la salute umana e le risorse naturali.
Secondo quanto comunicato il futuro organismo riunirà esperti internazionali e raccoglierà dati e informazioni provenienti dagli stati dell'intesa in modo da riuscire a controllare le azioni intraprese e punire eventuali trasgressioni.
 
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23/09/2014 - Rifugiati ambientali
 
Nel 2013 le catastrofi naturali hanno provocato il triplo degli sfollati rispetto ai conflitti armati.

I rifugiati ambientali non hanno ancora un riconoscimento giuridico, eppure esistono già e chiedono ogni giorno di essere ascoltati. Nella quasi completa noncuranza da parte dei leader internazionali, nel 2013 ben 22 milioni di persone si sono trovati costretti ad abbandonare la propria casa a causa dei devastanti effetti degli eventi atmosferici. Tre volte il numero degli sfollati a causa di conflitti armati. Sono impressionanti i numeri riportati dal Consiglio norvegese per i rifugiati (NRC) che ha dedicato il suo ultimo rapporto all'urgenza di impegnarsi per contrastare il cambiamento climatico. La progressione del climate change sta portando a catastrofi ambientali sempre più frequenti e mentre a livello mondiale ancora non si è trovata una posizione comune sulla lotta climatica, le popolazioni più deboli pagano lo sconto dell'inazione.
Secondo il rapporto nessuna regione al mondo è immune ai disastri ambientali, ma negli ultimi tempi l'Asia è stato il Paese più colpito.
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19/09/2014 - I Metalli Pesanti
 
Piombo, Cadmio e Mercurio: disponibilità, riciclo e impatto ambientale di questi tre elementi responsabili di grossi danni.

Dopo i metalli di base (ferro e alluminio) e quelli "tecnologici" (rame, zinco, nichel, cromo), è la volta di piombo, cadmio e mercurio, tre metalli di particolare rilevanza tossicologica, che vengono spesso collettivamente indicati come "metalli pesanti". In realtà, secondo la definizione ufficiale della IUPAC, i metalli pesanti sono molti di più; ma quelli principalmente utilizzati e responsabili dei maggiori danni ambientali sono piombo, cadmio e mercurio oltre al cromo esavalente.

PIOMBO
Per quanto sia noto ed utilizzato fin dall'antichità, è relativamente poco abbondante nella crosta terrestre. Attualmente la produzione mondiale di piombo dalle miniere è di circa 6 milioni di tonnellate all'anno e le riserve sono stimate intorno a 85 milioni di tonnellate. Ne consegue che, in teoria, la durata delle riserve dovrebbe essere meno di 15 anni. Tuttavia al momento non sembrano esserci problemi di disponibilità, anche perchè il 60% del piombo utilizzato è oggi derivato da riciclo delle batterie per auto; il piombo di riciclo risulta conveniente sia dal punto di vista ambientale che da quello economico, in quanto la sua produzione richiede solo il 55% dell'energia che occorre per la produzione a partire dai minerali. La produzione di piombo a partire dai minerali (tra i quali il più importante è la galena, che è un solfuro di piombo) avviene con il classico processo di arrostimento per eliminare lo zolfo e riduzione con carbon coke, per ottenere il metallo dall'ossido. E' necessaria poi una fase di raffinazione che può essere svolta per via termica o elettronica.
Il piombo ed i suoi composti sono tossici e si accumulano nell'organismo ed inoltre sono responsabili di ritardi nello sviluppo neuropsicologico dei bambini.
Per questo motivo nei Paesi sviluppati si è cercato di proibirne il consumo ove possibile, per cui attualmente gli impieghi prevalenti sono la produzione degli accumulatori e quella di munizioni.
L'eliminazione di antidetonanti al piombo dalle benzina è stata altamente efficace nel ridurre la quantità di piombo dispersa nell'ambiente e conseguentemente assorbita dall'uomo; purtroppo la benzina additivata con piombo tetraetile è ancora utilizzata in molti Paesi in via di sviluppo. Altre fonti di esposizione al piombo sono le tubazioni per il trasporto delle acque, le vernici per interni, i trattamenti antiruggine con il minio, le leghe saldanti a base di piombo per le ceramiche e gli stabilizzatori al piombo per il PVC. Tutti questi impieghi sono oggi vietati nei Paesi sviluppati, ma molti prodotti realizzati in passato sono ancora in circolazione e possono produrre effetti nocivi sia durante il loro utilizzo che durante lo smaltimento. L'unico uso in cui il piombo si è finora dimostrato insostituibile, e che è quasi del tutto privo di impatti ambientali negativi, è la schermatura dalle radiazioni emesse da apparecchi radiografici, radioistopi ed emissioni radioattive in genere.

CADMIO
Il cadmio è uno dei pochi metalli che non vengono estratti dalle miniere, ma si ottengono come sottoprodotti da altri processi. In particolare , il cadmio si ottiene come sottoprodotto dalla produzione di zinco e, in misura minore, del piombo e del rame.
Come per il piombo, gli impieghi del cadmio sono attualmente soggetti a crescenti restrizioni a causa della sua riconosciuta tossicità. La maggior parte del cadmio viene oggi impiegata per la realizzazione di pile e batterie ricaricabili. Alcuni usi "emergenti" sono l'impiego di composti di cadmio in pannelli fotovoltaici, cellula fotoelettriche, semiconduttori, fosfori blu e verdi per televisori. Rilevante anche l'utilizzo di barre di cambio nell
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16/09/2014 - Monitoraggio dei PFU
 
Azioni congiunte per indirizzare l'abbandono di pneumatici fuori uso verso il loro riciclo.

L'Anci ed Ecopneus hanno firmato un protocollo di intesa finalizzato ad azioni congiunte di studio, monitoraggio e informazione sul fenomeno dell'abbandono e conferimento di PFU nei punti di raccolta comunali e sul tema dell'assorbimento della gomma da riciclo in applicazioni e utilizzi governati dalla Pubblica Amministrazione.
Un obiettivo è dunque quello di riportare nello schema di gestione dei PFU delle quantità che oggi ne rimangono escluse e sono oggetto di abbandoni e conferimenti anomali, motivando cittadini e soggetti economici in relazione al rispetto della legge e della corretta gestione dei rifiuti e al risparmio di risorse preziose per il nostro Paese.
L'accordo prevede uno scambio di dati relativi ai flussi di PFU raccolti da Ecopneus e recuperati, e ai flussi di PFU raccolti dai Comuni e dalle aziende incaricate  dei servizi di raccolta rifiuti. A tal fine, verrà costituito un gruppo di lavoro per analizzare dati ed informazioni disponibili, individuare i Comuni presso i quali si registrano le maggiori criticità, valutare la potenziale presenza sul territorio di flussi irregolari di conferimento, stimare l'evasione fiscale  collegata, individuare soluzioni per il recupero di tali rifiuti.
Inoltre è prevista la realizzazione di un catasto degli "stock storici", così da facilitare gli interventi di Ecopneus per la rimozione dei PFU lì abbandonati. Scopo dell'accordo è anche quello di promuovere l' impiego di gomma da riciclo di PFU nelle applicazioni quali, ad esempio ed in via prioritaria, gli asfalti gommati per le strade, le pavimentazioni sportive, manufatti per la sicurezza stradale, per l'isolamento acustico e l'anti-sismica, che prevedono, come soggetti decisori per l'acquisto, la PA, e in particolare i Comuni.
L' UE infatti, promuove il concetto di "Recycling Society" nel quadro della strategia di Europa 2020 e in Italia il DM 25/6/2011 ha stabilito, nel Piano di Azione Nazionale sul Green Public Procurement, la promozione degli acquisti della PA secondo "criteri ambientali minimi", tra i quali l'impiego di materiali derivati dal riciclo dei rifiuti e il DM n.203 del 8/5/2003, reca norme affinché gli uffici pubblici e la società a prevalente capitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30%.
Il mercato della gomma da riciclo è peraltro in sofferenza per effetto della persistente situazione di sfavorevole congiuntura economica e il contesto di finanza pubblica, con la spending review che ha portato il comparto della PA a ridurre considerevolmente le spese per acquisti, investimenti e manutenzioni.
Il risultato è una componente ancora molto alta di recupero energetico dai PFU a discapito del recupero di materiale, tendenza che Ecopneus intende invertire, forte anche delle indicazioni provenienti dall' UE. Per raggiungere gli obiettivi prefissati verranno realizzate iniziative di comunicazione verso i cittadini, i Comuni e i diversi utenti, per sensibilizzare circa l'importanza di assicurare la corretta gestione dei PFU attraverso il corretto acquisto dei pneumatici nuovi e relativo pagamento dell'eco-contributo.
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16/09/2014 - Da vecchi pneumatici a barriere antirumore
 
I vecchi pneumatici, tagliati in semicerchi o a settori, sono stati usati nella realizzazione di terrapieni antirumore, insieme a terra ed elementi di supporto in cemento; ma questi terrapieni sono ingombranti, antiestetici, impossibili da ricollocare e richiedono molta manutenzione per assicurare la crescita di una copertura vegetale adatta. Un metodo migliore per utilizzare i vecchi pneumatici nella realizzazione di barriere antirumore è l'incorporare granuli di gomma entro pannelli in calcestruzzo, analogamente a quanto è già stato sperimentato con successo per l'asfalto silenzioso, ottenuto miscelando granuli di gomma di recupero entro il conglomerato bituminoso che costituisce il manto stradale.
L'idea delle barriere antirumore a base di gomma ricilata è stata attuata da una equipe della Facoltà di Ingegneria Civile dell'Università di Zagabria, nel quadro del progetto denominato RUCONBAR (RUbberized COncrete Noise BARriers).
Le barriere sono state costruite sovrapponendo ad un supporto in cemento gli elementi fono assorbenti, che sono costruiti da calcestruzzo contenente il 40% di granuli di gomma provenienti dal riciclo di vecchi pneumatici. Ogni chilometro di barriera contiene oltre 46 tonn di gomma riciclata, corrispondente a 7800 pneumatici.
L'analisi dell'impatto ambientale indica che la produzione delle barriere Ruconbar comporta il 31% di emissioni di CO2 rispetto alle barriere normalmente utilizzate. 
E' attualmente in corso una sperimentazione sul campo nella città di Zagabria, condotta installando le barriere Ruconbar lungo una strada molto trafficata, con passaggio anche di tram, che corre a fianco del giardino zoologico.
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04/09/2014 - Gassificazione dei rifiuti
 
Gassificare i rifiuti con le microonde.
Termodistruzione al plasma: in un impianto pillola un dispositivo chiamato plasmatron genere le vibrazioni nei legami chimici delle molecole. Vantaggi: il processo usa solo il 20% dell'energia contenuta nei rifiuti e la sua efficienza energetica è superiore del 60% rispetto a quella di altri processi al plasma. Il riscaldamento dei rifiuti è molto più efficiente e ciò consente di processarne grandi quantitativi.

Gli inceneritori hanno una pessima fama, ma dal punto di vista chimico-fisico il calore resta il modo migliore per rompere le molecole complesse e trasformare così i rifiuti in prodotti gasso si e (possibilmente) non inquinanti. I modo più semplice per produrre calore è la combustione di una parte dei rifiuti stessi: la combinazione del carbonio e dell'idrogeno presenti nelle molecole dei materiali organici (ma anche nella carta, nel legno e nelle materie plastiche) con l'ossigeno dell'aria fornisce il calore necessario per disidratare e bruciare i rifiuti umidi, e anche per ossidare rifiuti che di per se non sarebbero combustibili come i metalli. Tuttavia la combustione di un materiale così eterogeneo come sono i rifiuti urbani  è difficile da controllare, per cui inevitabilmente si producono degli inquinanti gassosi che occorre eliminare prima di inviare in atmosfera i prodotti di combustione. La tecnologia dei sistemi di depurazione dei fumi è oggi altamente progredita ed affidabile, ma gli inceneritori sono divenuti impianti complessi, con elevati costi di investimento e di gestione.
Da tempo viene proposto di affidare la rottura del legami chimici dei rifiuti per vie diverse dalla combustione, con i sistemi di pirolisi: scissione dovuta a calore, come avviene nei processi di raffinazione del petrolio.
Dalla pirolisi si ottengono prodotti diversi secondo i diversi processi:
- la frazione gassosa viene in parte bruciata per fornire energia necessaria al processo; la quota restante può essere utilizzata per produrre energia elettrica o, dopo opportuni trattamenti di purificazione, come materia prima per processi chimici mirati soprattutto alla produzione di carburanti (sintesi Fischer-Tropsch)
- la frazione liquida può essere anche utilizzata come combustibile nel'impianto, oppure inviata alle raffinerie e miscelata con il petrolio grezzo
- la frazione solida deve essere separata in frazione carboniosa e frazione inerte; la frazione carboniosa può essere utilizzata come combustibile o come sostituto del nerofumo, mentre la frazione inerte può trovare un impiego in sottofondi stradali e nella formulazione di calcestruzzo per pavimentazioni.
La pirolisi a temperature medio-basse (inferiori a 1500°C) viene utilizzata per alcune tipologie di rifiuti industriali , per gli pneumatici ed il car fluff.  

La termodistruzione al plasma
Migliori prospettive stanno concretizzandosi per gli impianti ad alta temperatura (oltre 4000°C) in cui si ottiene la gassificazione completa, senza prodotti liquidi né solidi carboniosi. L'unico residuo del processo è una massa vetrosa costituita da ossidi metallici e silicati. Per ottenere le temperature necessarie per il processo di gassificazione completa può essere utilizzato l'arco elettrico (come nei forni industriali per acciai speciali) oppure, più frequentemente. le torce plasma. Si tratta di uno sviluppo dell'arco elettrico in cui attraverso l'arco viene fatto passare un gas che va poi in contatto con i rifiuti da distruggere trasferendo ad essi la propria energia. All'interno di una torcia al plasma la temperatura supera i 10000°C e gli atomi del gas non esistono più come tali ma sono separati in ioni positivi ed elettroni dall'energia termica costituendo appunto il "plasma".
Le elevatissim
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29/08/2014 - Auto intelligenti
 
Nel 2015 le auto si ricaricheranno, si guideranno e si parcheggeranno da sole con un semplice comando iPhone: è il progetto V-Charge ideato da diversi istituti di ricerca in collaborazione con Bosch e Volkswagen, e realizzato grazie ai finanziamenti europei.

I gruppi di ricerca dell'Isituto di Tecnologia di Zurigo (ETH), delle università di Braunschweig, Oxford, Parma, in collaborazione con Bosch e Volkswagen AG, stanno mettendo a punto un progetto europeo rivoluzionario per le auto elettriche che sfrutta la guida autonoma, la ricarica wireless delle batterie e la connettività dell'auto.

V-Charge, questo il suo nome dall'abbreviazione di "Valet parking and recharge" (servizio di parcheggio e ricarica), rappresenta infatti un sistema che permetterà ai veicoli elettrici di trovare "da soli" le colonnine di ricarica e i posti auto attrezzati. Il tutto tramite un app utilizzabile dal proprio telefonino: basterà un semplice tonno sullo schermo dello smartphone con cui selezionare il comando e la macchina si recherà autonomamente fino alla colonnina di ricarica più vicina. A ricarica avvenuta, l'auto potrà essere richiamata attraverso l'applicazione e se incontra un altro veicolo sul suo percorso, è in grado di fermarsi per farlo passare o di deviare per evitarlo.

Un ulteriore passo avanti verso le auto-drone, che diventano anche intelligenti e comandate a distanza. 
Le sperimentazioni sono iniziate nel giugno 2011 ed hanno raggiunto un ulteriore sviluppo con la recente presentazione dell'ultima versione delle funziona di guida e parcheggio automatico all'aeroporto di Stoccarda. I ricercatori sono riusciti a presentare un assistente al parcheggio automatico azionato da un'app per smartphone. Ricevuto il segnale infatti l'auto si connette al server del garag, individua un posto auto libero e lo raggiunge da sola.

Una volta che la app sarà messa a punto definitivamente ed entrerà nel'uso quotidiano, saranno superati i limiti attuali delle vetture elettriche, ovvero il problema dell'autonomia e la difficoltà di trovare colonnine di ricarica libere, specie nei grandi centri urbani. Si potrà andare in ufficio, lanciare l'applicazione e inviare la vettura nella stazione di ricarica, per poi farla tornare una volta terminato il "rifornimento".

Grazie anche al finanziamento di 5 milioni di euro erogato dall'Unione Europea, i ricercatori sono stati in grado di svolgere tutti i test necessari e di superare alcuni limiti fisici della tecnologia GPS. Ad esempio, la localizzazione all'interno dei garage: le strutture chiuse, infatti, ostacolano i segnali dei satelliti e la vettura non è in grado di seguire le coordinate. Per risolvere questo problema gli scienziati hanno realizzato un sistema video basato sulla visione artificiale, unendo le competenze dei team nei campi della robotica e della rilevazione della percezione dell'ambiente. Il veicolo innanzitutto si connette all'infrastruttura del garage e, per determinare la propria posizione, scarica una mappa apposita che contiene una descrizione dei dintorni ed è progettata specificatamente per essere usata con video camerale per la visione artificiale. La vettura determina quindi la propria posizione confrontando i dati raccolti dalle sue telecamere con quelli presenti sulla mappa. Tutti gli ostacoli vengono rilevati da un sistema di visione stereoscopico e successivamente identificati come fermi o in movimento. L'auto ricalcola più volte al secondo la sequenza ottimale di manovre di guida, che le consentono di evitare gli eventuali impedimenti presenti sul proprio percorso.

L'obiettivo è rendere queste funzioni economicamente vantaggiose per essere poi integrate nella produzione di serie dei prossimi anni. Per questo motivo, gli ingegneri si sono concentrati su sistemi adatti alla produzione
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29/08/2014 - Dai gas serra alla plastica ecosostenibile
 
E' stato sviluppato, brevettato e commercializzato "Ait Carbon" la prima tecnologia in grado di catturare il carbonio della CO2 per produrre materiali termoplastici dalle prestazioni equivalenti a quelle di materie plastiche derivanti dal petrolio.

Questi materiali hanno le stesse potenzialità di uso delle plastiche comuni, sono economici, a impatto zero e "carbon negative".
Il processo prevede che l'anidride carbonica venga filtrata ed estratta dall'aria e veicolata su un biocatalizzatore in grado di isolare il carbonio. Successivamente le molecole vengono riassemblate in un polimero di materiale termoplastico e al termine del processo , il grado di anidride carbonica cala rispetto al livello di partenza.
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29/08/2014 - ELV
 
Nel corso dello IARC (International Automobile Recycling Congress) svoltosi a Bruxelles, è stato fatto il punto sulla situazione sul settore del riciclo auto a fine vite.
Alla conferenza hanno partecipato i produttori di auto, i commercianti di rottami metallici e plastici, i riciclatori e gli operatori nei campi della triturazione.
Sono state approfondite nuove tecnologie, la situazione del mercato e la normativa di riferimento.

Gli interventi fatti nelle varie sessioni della tre giorni si sono incentrati sulle problematiche  legate al riciclo delle auto a fine vita ed hanno consentito di conoscere i vari punti di vista seppure spesso discordanti.

Dalle conclusioni si deduce che la Direttiva europea sui veicoli fine vita ha avuto effetti positivi negli anni ma c'è ancora molta strada da percorrere per risolvere una lunga serie di problematiche che riguardano tutti i settori coinvolti nella filiera.
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28/08/2014 - Rc Auto
 
Il prezzo medio delle polizze Rc Auto è sceso di 40 euro negli ultimi due anno, ma il costo della responsabilità civile auto resta comunque alto, tanto che Federica Guidi, Ministro dello Sviluppo Economico, dichiara che i costi della Rc sono diventati ormai insostenibili.

Dal rapporto annuale dell'associazione emerge che il prezzo medio delle Rc auto è sceso di circa il 10% negli ultimi due anni ma il suo costo rimane nettamente superiore a quello degli altri paesi europei.
Si parla di cifre talmente elevate da indurre una quota crescente di conducenti a non assicurare i veicoli (se ne stima l'8% del parco auto italiano).
E' stato anche certificato che dopo l'aumento del 2012 i furti di vetture sono tornati a diminuire.

Per il futuro Ania suggerisce di continuare ad installare scatole nere sulle vetture. I dispositivi telematici montati sono quasi raddoppiati.
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27/08/2014 - Esposizione Umana alle Polveri Ultrafini ed al Nanoparticolato
 
Un convegno ha illustrato i risultati di un rilevamento che dura da tre anni nell'area di Piacenza.

Le componenti più sottili delle polveri fini possono rivelarsi di particolare importanza per la qualità dell'aria: si tratta di particelle ultrafini e di quelle nano-particolate. La comunità scientifica si sta interessando ad esse perchè, da un lato, non sono rappresentate adeguatamente dai limiti normativi sull'inquinamento atmosferico e, dall'altro, manifestano in modo sempre più evidente il loro alto potenziale di impatto sulla salute umana. Per questo motivo il Laboratorio LEAP ha sviluppato il progetto UPUPA, tra i primi in Italia, realizzando con strumentazione dedicata una serie di campagne di misura di tali componenti nell'area urbana di Piacenza, esplorandone anche l'esposizione personale con misuratori portatili e rilevandone la composizione chimica.
I dati finali della rilevazione sono stati resi pubblici il 22 gennaio durante il convengo "PROGETTO UPUPA - Ultrafine Particles in Urban Piacenza Area. Misura dell'esposizione umana alle polveri ultrafini e al nanp-particolato nell'area di Piacenza".
L'iniziativa fra le prime il Italia nel suo genere, ha fatto di Piacenza il caso emblematico dell'intera Pianura Padana, fortemente inquinata e penalizzata dallo scarso rimescolamento dell'atmosfera.


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26/08/2014 - Global Warming
 
Esaminati i Piani di adattamento e mitigazione di 200 città di 11 Paesi europei. Solo una città su 3 ha un piano per contrastare il Global Warming.
Se le azioni previste dalle città studiate fossero rappresentative a livello nazionale, l'UE al 2050 ridurrebbe solo del 20% le emissioni, rispetto all'obiettivo dell'80%.


Le risposte delle città alle sfide dei cambiamenti climatici sono molto importanti, sia perché esse sono responsabili di gran parte delle emissioni di gas ad effetto serra sia perché sono particolarmente sensibili ai rischi connessi al clima a causa della loro alta densità di popolazione, dei beni che vi sono ospitati e delle infrastrutture che vengono utilizzate.
Al contempo, le aree urbane sono tenute fuori dai controversi negoziati dove si decidono le azioni a livello globale che devono contrastare gli effetti del global warning.
In tema di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, le città europee hanno un ruolo chiave per conseguire gli obiettivi fissati dalla "Energy Roadmap 2050", adottata il 15 dicembre 2011 dalla commissione UE che prevede di ridurre le emissioni di gas serra entro il 2050, per evitare un aumento della temperatura globale di 2° C rispetto ai livelli pre-industriali.

Uno studio finanziato dal Programma multidisciplinare europeo COST ha preso in esame le risposte al problema dei cambiamenti climatici che offrono 200 città medio-grandi di 11 Paesi europei, analizzando per la prima volta i documenti programmatici e quelli di pianificazione strategica, anziché basarsi, come avvenuto in passato, sulle indicazioni autoreferenziali, come le interviste ed i questionari rilasciati dai rappresentanti della città.

Sono stati esaminati i Piani di adattamento, comprendenti le azioni di pianificazione e sviluppo urbano, che riducono la vulnerabilità ai cambiamenti climatici, e i Piani di mitigazione che includono azioni quali il miglioramento dell'efficienza energetica e produzione di energia da fonti rinnovabili, per ridurre le emissioni di gas serra.
La gran parte delle città esaminate sono lontane dal fronteggiare le nuove sfide poste ai cambiamenti climatici, dal momento che complessivamente:
- 130 (65%) città hanno un Piano di mitigazione
- meno di 1/3 ha anche un Piano di adattamento
- il 72% ha solo il Piano di mitigazione
- il 35% non ha alcun Piano.
Inoltre da Paese a Paese la situazione è assai diversa.
Lo studio inoltre osserva che la maggior parte dei Piani di Mitigazione si basa su opzioni tecnologiche e azioni di settore per incrementare l'efficienza energetica, come il miglioramento della coibentazione degli edifici, piuttosto che su cambiamenti a scala urbana.
L'Adattamento invece, viene spesso affrontato in termini più sistemici ma meno concreti, in termini di studi scientifici o cooperazione, e soprattutto a scala regionale o nazionale.
Se le azioni previste dalle città studiate fossero rappresentative a livello nazionale, l'Unione europea al 2050 ridurrebbe solo del 20% le emissioni, ben al di sotto dell'obiettivo fissato nel roadmap di cui sopra.
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26/08/2014 - Climate Change Economics
 
Diffuso uno speciale di Climate Change Economics sui costi di riduzione delle emissioni.

La rivista Clamte Change Economics ha pubblicato uno speciale in vista della proposta che la Commissione UE avrebbe presentato il 22 gennaio su "Pacchetto Energia e Clima" post-2020: "Studio FEM 28 sugli scenari per trasformare il sistema energetico europeo".
Lo studio si è avvalso del coordinamento del EMF (Energy Modeling Forum), un forum istituito nel 1976 presso la Stanford University strutturato in gruppi di lavoro no-partisan per assicurare una obiettiva analisi su questioni relative all'energia e all'ambiente, e dal PIK (Polsdam Institute of Climate Impact Research), istituto di ricerca specializzato nei settori dei cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile.
Ed è proprio alle strategie e ai costi per trasformare il sistema energetico europeo dopo il 2020 che è dedicato all'interno dello speciale il contributo "Beyond 200 - Strategies and Costs for Transforming the European Energy System".
I modelli utilizzati nello studio indicherebbero la necessità di un obiettivo ancora più ambizioso a breve termine rispetto al 40% del 2030, prendendo a parametro i livelli del 1990.

Secondo lo studio di cui sopra, il costo per passare al taglio delle emissioni dal 20% del 2020 al 40% del 2030, si aggirerebbe intorno allo 0,7% per PIL.
I più avanzati modelli di calcolo utilizzati nello Studio, ottimizzando il cambio del sistema energetico, indica che al 2050 l'energia prodotta da biomasse si triplicherebbe e quella eolica si potrebbe moltiplicare per 7, a seconda delle scelte effettuate dai decisori politici.
Molte sono state le opzioni esplorate dallo Studio per raggiungere il target climatico di riferimento dell'Unione Europea dalle energie rinnovabili all'energia nucleare e agli aumenti di efficienza energetica.
Lo Studio costituisce il confronto più coerente di simulazione al computer del sistema europeo di economia-energia che sia mai stato attuato fino a oggi. Esso include il modello di valutazione del sistema energetico PRIMES, utilizzato per la previsione, la costruzione di scenari e l'analisi di impatti delle politiche fino al 2030, che aveva attirato critiche in passato per essere il solo utilizzato dalla Commissione europea per le precedenti valutazioni del sistema energetico.

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25/08/2014 - La Cina dice stop al carbone
 
Per ridurre l'inquinamento dell'aria la Cina ha deciso di vietare la vendita e il consumo del carbone nel paese in 6 regioni cinesi entro il 2020.

Carbone vietato in Cina entro il 2020 in 6 regioni. Questo l'annuncio del Governo di Pechino, in attesa di nuove proposte che riescano a far migliorare la qualità dell'aria, pesantemente inquinata nelle maggiori città dall'autunno scorso.

Pechino ha infatti deciso che vieterà le vendite di carbone nel tentativo di ridurre l'inquinamento atmosferico. L'ufficio municipale per la Protezione dell'Ambiente della città ha annunciato ieri che i distretti di Dongcheng, Xicheng, Chaoyang, Haidian, Fengtai e Shijimgshan smetteranno di usare il carbone e i prodotti correlati, provvedendo a chiudere le centrali elettriche e le altre industrie alimentate a carbone. L'elettricità e il gas naturale che sostituiranno il carbone per il riscaldamento, la cottura degli alimenti e per altri usi, ha riferito l'ufficio, con altri combustibili tra cui anche l'olio combustibile, coke di petrolio, rifiuti combustibili e alcuni combustibili da biomasse che potrebbero però presto rientrare tra i materiali vietati nella nuova normativa.

Secondo le statistiche ufficiali, l'uso del carbone ha rappresentato oltre il 25 per cento del consumo di energia della capitale nel 2012, ma la sua quota dovrebbe scendere a meno del 10 per cento entro il 2017.
Attualmente, l'inquinamento da carbone danneggia particolarmente la qualità dell'aria cinese perché va a combinarsi con i gas di scarico dei veicoli, e con le emissioni derivanti dalla produzione industriale andando così a rappresentare quasi il 72 per cento delle particelle di fuliggine e di PM 2,5 incolpate di inquinare la capitale e le altre città in tutta la Cina. Oltre ad eliminare l'impiego di carbone il paese sta progettando un piano per l'impiego di energia prodotta da fonti rinnovabili che ne duplicherà l'impiego rispetto a quanto oggi avviene nel Regno Unito, accelerando anche le misure di efficienza energetica per ridurre l'intensità di carbonio della sua economia fino al 45% tra il 2005 e il 2020.
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25/08/2014 - L'usato che ragiona
 
Un segmento economico in aumento, anche ad opera della crisi, che necessita quanto prima di una normativa che ne regolamenti e faciliti l'attività.

E' stato presentato il 17 dicembre 2013 il IV "Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2013", realizzato dal Centro di Ricerca Economica e Sociale "Occhio al Riciclone" con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e la collaborazione di Federambiente, che offre un quadro aggiornato sull'evoluzione normativa, sui mutamenti degli stili di vita e dei consumi legati al riutilizzo che hanno caratterizzato l'anno passato.

In seguito all'evoluzione legislativa nazionale e comunitaria, il Italia si stanno moltiplicando le azioni istituzionali a favore del riutilizzo. Nel frattempo il mercato dell'usato, in controtendenza con la crisi, continua a crescere e generare posti di lavoro. Gli operatori del riutilizzo acquisiscono forza e capacità di iniziativa e chiedono a gran voce di non essere ignorati dalle politiche pubbliche. Il livello del dibattito cresce esponenzialmente ed esperti in ogni campo stanno producendo studi, elaborazioni, sperimentazioni, dimostrazioni ed opinioni caratterizzati da una qualità che in passato era molto più rara. Le proposte ed i modelli avanzati oggi come non mai sono oggetto di un'analisi seria che lascia poco spazio al velleitarismo e all'improvvisazione.

Secondo l'osservatorio Findomestic, negli ultimi 5 anni è cambiato profondamente l'approccio degli italiani verso l'acquisto dell'usato.
Sociologi esperti di mercato dicono che chi consuma l'usato è, oltre chi cerca il risparmio, le persone più colte ed i giovani più che gli anziani. L'incremento dell'utlizzo dell'usato è dettato molto dalla crisi.

I dati della Camera di Commercio di Milano sottolineano che il mercato dell'usato conta 3283 esercizi.
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25/08/2014 - Italia del Riciclo 2013
 
L'industria del riciclo rifiuti, nonostante l'impatto della crisi dei mercati internazionali e dei consumi, continua a crescere e sostenere settori industriali (siderurgia, tessile, mobili, carta, vetro) strategici per il nostro Paese. Occorre però promuovere il riciclo dei rifiuti attraverso misure omogenee sull'intero territorio nazionale e ridurre significativamente l'attuale percentuale di smaltimento in discarica (43% dei rifiuti urbani), adeguando il quadro normativo a quanto previsto in sede europea (Direttivo quadro 98/2008/CE) con la reale applicazione della priorità del riciclo di materia rispetto ad altre forme di gestione.

Sono queste le principali indicazioni emerse dalla presentazione dello studio "l'Italia del Riciclo 2013", il rapporto presentato il 5 dicembre 2013 nel corso di un convegno a Roma.
Nel 2012, nonostante la drastica riduzione dei consumi delle famiglie e della produzione industriale, il riciclo degli imballaggi ha registrato una crescita complessiva che attesta la capacità di tenuta del settore, sia pur tra mille difficoltà dell'attuale congiuntura.
Tra i risultati positivi spicca anche il primato europeo del nostro Paese per il reimpiego dei materiali ottenuti dalla demolizione dei veicoli a fine vita ed il 2° posto per il loro riciclo. 
Corrado Scapino, Presidente di Unire, evidenzia che "il settore del recupero rifiuti si conferma un sistema dinamico che ha mostrato nel tempo una buona capacità di adattamento e riorganizzazione in vista del raggiungimento di nuovi obiettivi. Purtroppo ancora si riscontra il mancato rispetto nella gerarchia di gestione dei rifiuti che vede il riciclo prioritario rispetto ad altre forme di gestione dei rifiuti".

L'Italia sconta ancora oggi un grave ritardo rispetto alle alte nazioni dell'Unione europea: conferisce ancora in discarica circa il 43% dei rifiuti urbani, a fronte di altri Paesi comunitari che, dopo aver portato il riciclo a livelli molto elevati e destinato una quota significativa al recupero energetico, hanno superato il ricorso allo smaltimento in discarica.
Lo studio evidenzia inoltre come ancora ci sia da percorrere molta strada per  la piena attuazione di una "società del riciclo" e come gli attuali livelli e capacità di riciclo, abbiano margini di miglioramento.
Per raggiungere obiettivi più ambiziosi, secondo le associazioni promotrici del Rapporto, il settore necessita di regole chiare e applicabili e, soprattutto, di condizioni omogenee e ragionevoli tempi di rilascio delle autorizzazioni ambientali e del sostegno del Governo ad una seria politica di di supporto.
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08/08/2014 - Legambiente: "SOS Coste", 5 sfide per l'emergenza ambientale
 
Consumo di suolo, rischio idrogeologico, stato di salute dei fiumi e bonifiche: queste sfide da affrontare con urgenza nelle Marche.

Goletta verde approda nelle Marche e come nelle  passate 11 tappe del tour analizza punti critici e problematiche della gestione del mare e della costa. Per il ventinovesimo anno consecutivo infatti, l'imbarcazione Legambiente - realizzata anche con il contributo dei COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati) e dei partner tecnici Novamont e Nau - è tornata a navigare per schierarsi contro i "pirati del mare", ma soprattutto per denunciare lo stato di salute dei nostri litorali.
E il quadro che emerge dalle Marche non è troppo confortante: quasi il 60% della cosa marchigiana è sparita sotto il cemento, lasciando liberi dall'urbanizzazione i 26 Km di costa ricadenti nelle due grandi aree protette, il Parco Regionale del Monte Conero e il Parco Regionale del Monte San Bartolo.

Il consumo del suolo è uno dei mali che affligge il territorio e che costituisce una delle 5 sfide dell'emergenza ambientale individuata dall'associazione. 
Nel suo rinnovato appello "SOS coste" Legambiente spiega come il 64% del consumo di suolo verificatosi tra il 1988ed il 2006 (circa 4,5 Km) è avvenuto per usi prettamente urbani (residenziali e servizi annessi); il restante 36%, consiste in opere infrastrutturali e industriali. In una nota stampa il cigno verde spiega: "Nonostante la Legge Galasso del 1985, ultimo momento di vera attenzione nei confronti delle tutela del patrimonio costiero, nelle Marche dall'entrata in vigore di quella Legge ad oggi sono spariti 7 Km di costa. Per fermare il crescente consumo di suolo, Legambiente rilancia l'appello di fissare il vincolo di inedificabilità assoluta ad 1 Km dalla linea del mare".

Fonte: www.rinnovabili.it
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08/08/2014 - I:CO: il riciclo degli abiti fa il giro del mondo.
 
Per dare nuova vita agli abiti e alle scarpe usare il network I:CO collabora con importanti marchi di abbigliamento promuovendo riciclo e riuso.

Circa il 95% dei prodotti tessili può essere riutilizzato o riciclato. Per diffondere questa buona pratica I:Collect vuole dare vita ad un network mondiale che si occupi di non far finire in discarica capi d'abbigliamento usati e scarpe.
L'organizzazione nata ormai 5 anni fa ha lanciato il suo programma di recupero dei tessuti in Europa e negli Stati Uniti 3 anni fa godendo sin da subito della collaborazione di marchi di abbigliamento come H&M, PUMA, Levi Strauss & Co. e American Eagle Outfitters.
Seguire l'iniziativa e collaborare è semplice: i clienti possono trovare nei negozi aderenti specifici raccoglitori per abiti e scarpe usate, ricevendo in cambio un buono sconto di 5 dollari da utilizzare per i nuovi acquisti.

Il Vicepresidente di American Eagle ha dichiarato che il marchio vede il programma come un grande strumento per educare le persone in merito al grande impatto dell'abbigliamento e delle scarpe sul flusso di rifiuti a livello mondiale, incoraggiando il riciclaggio ed il riutilizzo direttamente presso il punto vendita nel momento in cui stanno pensando di acquistare qualcosa di nuovo.

Solitamente i vecchi abiti e le scarpe quando finiscono in discarica vengono poi inceneriti causando un pericoloso rilascio di sostanze inquinanti. 
Gli elementi vengono trasportati in luoghi di smistamento dove vengono suddivisi in categorie visto che alcuni abiti, circa il 60%, possono essere riutilizzati e altri vanno lavorati per ottenere nuove fibre o per la produzione di isolanti per l'industria automobilistica o edile.
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08/08/2014 - Commercio di legname illegale: l'Italia rischia sanzioni
 
L'Italia rischia la procedura di infrazione da parte della Commissione europea per non aver ancora adottato sanzioni contro il commercio illegale di legname.

Indietro in tema di controlli sul legname, la scorsa settimana l'Italia è stata bocciata dalla Commissione Europea. Senza l'adozione di specifiche norme e controlli infatti l'EUTR (Regolamento Eurpeo del Legno) non può essere applicato e quindi non si può contrastare il commercio di legname illegale.
Interpol e UNEP fanno sapere che la gestione fuori norma del legname, da vita ad un commercio illegale che rappresenta nel mondo un giro di affari di 22 miliardi annui.
Per l'inadempienza dimostrata ad un anno dall'entrata in vigore dell'EUTR L'Italia rischia quindi ora di diventare soggetto di una procedura di infrazione proprio mentre si trova a gestire la presidenza dell'Unione europea.
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08/08/2014 - URBESOIL, i contaminanti atmosferici messi allo scoperto
 
Dalla collaborazione tra Italia e Serbia nasce URBESOIL, progetto per l'analisi dei contaminanti atmosferici di origine antropica in ambito umano.

Traffico e attività antropica modificano la qualità dell'aria delle città peggiorandola e mettendo a rischio la salute della popolazione. Per analizzare questo fenomeno e cercare soluzioni efficaci di contrasto ha preso il via il progetto URBESOIL. Con la collaborazione di ENEA l'iniziativa, sviluppatasi tra Italia e Serbia, si avvale anche della collaborazione dei ricercatori dell' Università di Novi Sad per lo studio della mobilità di elementi potenzialmente tossici in ambito urbano. 
Approvato dal Ministero degli Affari Esteri, URBESOIL fa parte dell'accordo di collaborazione tecnico scientifica fra l'Italia e la Serbia e rientra tra i progetti di Grande Rilevanza  che il MAE finanza in base ad accordi internazionali con diversi Paesi.

Oltre al traffico, industria, commercio e riscaldamento degli edifici sono alla base del rilascio in atmosfera di agenti contaminanti, che si concentrano soprattutto nelle aree di produzione ma che si diffondono nelle zone circostanti, dove si combinano con il particolato atmosferico e rappresentano un pericolo per l'uomo  in quanto facilmente inalabili e dannosi per la salute, in particolar modo per l'apparato respiratorio.In questo contesto si inserisce URBESOIL che attraverso l'impiego di metodologie geochimiche in grado di evidenziare i fattori che incidono sulla mobilità e sulla distribuzione nell'ambiente di alcuni contaminanti e studiarne l'influenza in ambito urbano.
I ricercatori si concentreranno quindi analizzando singoli elementi potenzialmente tossici presenti nell'aria di Roma e Novi Sad, diverse per struttura, territorio, intensità e tipologia del traffico oltre che per clima e circolazione atmosferica.
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30/07/2014 - Scorie Nucleari: l'Uk verso la realizzazione del sito di smaltimento
 
Durerà 24 mesi la ricerca del sito idoneo ad ospitare la Struttura Geologica di Smaltimento per le scorie nucleari. Un progetto che fa tremare gli ambientalisti.

Sta prendendo forma il piano Uk per lo stoccaggio delle scorie nucleari. Il governo sta dando il via alle operazioni di ricerca di un sito idoneo ad ospitare una Struttura Geologica di Smaltimento (GDF) che sia idonea ad ospitare gli scarti provenienti dalle centrali elettriche, dell'industria e dei sottomarini. Per la definizione del piano il Paese avrà a disposizione due anni durante i quali verranno conservati con la massima sicurezza i rifiuti pericolosi che attualmente vengono stoccati in siti nucleari temporanei sparsi per il territorio britannico, ma che il Governo vuole sostituire con la realizzazione di un GDF permanente che serva per la collocazione di rifiuti prodotti da decenni di attività per la produzione di elettricità a basso tenore di carbonio da fonte nucleare.

L'Uk vuole quindi seguire Finlandia, Svezia e Canada che sono tra i paesi ad aver già realizzato GDF con un approccio che l'Uk vuole seguire ed imitare. Per la realizzazione del progetto, il Governo prevede di lavorare in collaborazione con esperti nel corso dei prossimi 24 mesi per dare maggiore chiarezza alla popolazione e garantire il rispetto di adeguati standard ambientali dati da screening geologici scrupolosi, da un processo di pianificazione ben studiato e con la possibilità di realizzare numerosi posti di lavoro e altri benefici economici per il settore e per il territorio.
Tuttavia non mancano le preoccupazioni, ad esempio che non si riesca a pagare il milione di sterline all'anno alle comunità interessate dalla realizzazione del sito, manovra vista come la soluzione non ideale per ovviare alle problematiche che potrebbero verificarsi.
L'attivista di Greenpeace Louise Hutchins ha dichiarato quanto segue: "Questo approccio sa di bullismo e corruzione da parte di un governo che sta trovando mille escamotage per risolvere il problema dei rifiuti tossici. Un migliore utilizzo di questi soldi e della volontà politica si dovrebbe tradurre in una spesa maggiore nel campo delle tecnologie energetiche pulite visto che è stato dimostrato che non richiedono migliaia di anni e miliardi di sterline per ripulirne i danni causati".
Ma Ed Davey, il segretario all'Energia e cambiamenti climatici, ha insistito nel ribadire che la consultazione con le comunità dovrebbe garantire il giusto processo."Lo smaltimento geologico fornisce la soluzione sicura a lungo temine di cui abbiamo bisogno per trattare con i rifiuti radioattivi che si sono accumulati in più di 60 anni, e possiamo imparare dalle esperienze di altri paesi che stanno anche facendo questo. Costruire e gestire un GDF sarà un progetto che porterà significativi benefici economici ad una comunità".
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30/07/2014 - Carovana delle Alpi: Legambiente assegna bandiere verdi e nere
 
Per stabilire in che stato di salute versino le nostre montagne Legambiente ha consegnato 8 bandiere nere e 10 verdi durante la Carovana delle Alpi 2014.

(Rinnovabili.it) - Come stanno le nostre Alpi? Legambiente ha a cuore la loro salute e presenta i risultati della campagna 2014 "La carovana delle Alpi" per chiarire in che modo le nostre azioni stiano influenzando gli equilibri di questi ecosistemi complessi e delicati.
Per l'occasione l'associazione ambientalista ha assegnato 8 bandiere nere di cui 3 alla Lombardia e una a Piemonte, Trentino, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Valle D'Aosta a coloro i quali sono stati definiti i nemici della montagna e 10 bandiere verdi a chi invece ha saputo valorizzarne le risorse attraverso pratiche ecosostenibili. Ad ottenere il vessillo verde la Lombardia con 3 bandiere, Piemonte 2, Friuli 2, Trentino 1, Liguria 1 e Valle d'Aosta 1 che puntano, ad esempio, sulla reinterpretazione delle tradizioni.

"L' attenzione che si sta affermando per le aree interne, anche nella nuova programmazione dei fondi comunitari, ci conferma che oggi c'è una domanda nuova di sviluppo per le aree montane. La crisi ambientale, sociale ed economica esplosa intorno ai grandi centri urbani crea una diversa attrattiva sociale per queste aree e può indurre un ritorno al protagonismo della montagna - dichiara Vittorio Cogliati Dezza, Presidente Nazionale di Legambiente -. Per il rispetto degli equilibri ecologici e sociali dell'intero territorio è ormai urgente abbracciare un diverso modello, dove le smart city possono intrecciarsi e sostenersi vicendevolmente con le smart mountain. Ecco che allora appaiono fuori tempo e fuori luogo tutti quei progetti che non hanno ancora incorporato il progetto di limite di sfruttamento per risorse naturali come acqua, suolo e biodiversità, tanto da rischiare di condannare sé stessi e il territorio al suicidio nel giro di poco tempo. Non capire che oggi le aree montane devono inventare un proprio modello di sviluppo e non imitare quello della pianura è una grande sfida culturale che ha in gioco il benessere di intere popolazioni".

Nell'edizione 2014 Legambiente ha collaborato con CIPRA Italia per cercare di raccogliere idee finalizzate a ridare vita a numerosi edifici alpini ormai abbandonati che potrebbero risollevare le sorti di alcune comunità montane in difficoltà offrendo concrete opportunità di sviluppo del territorio.

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21/07/2014 - Carbone, la nostra saluta non può permetterselo
 

Le centrali elettriche a carbone in Europa stanno facendo migliaia di morti ogni anno. La denuncia di WWF Italia e dei medici italiani.


Se in Europa si chiudessero tutte le centrali elettriche alimentate a carbone si eviterebbero ogni altro oltre 18.200 morti, 2.100.000 giorni di cure farmacologiche e fino a 42,8 miliardi di euro in costi sanitari. Sono numeri sconvolgenti quelli che l'associazione europea Heal - Healt and Enviroment Alliancce ha presentato martedì scorso a Savona in occasione della conferenza nazionale "L'impatto sanitario del carbone - la funzione sociale del medico: promotore di salute e di ambiente".


L'evento organizzato da WWF Italia, Ordine dei Medici della Provincia di Savona e Associazione Medici per l'Ambiente ISDE Italia, ha portato sotto i riflettori un elemento troppe volte dimenticato quando si parla di energia del carbone: il prezzo pagato dalla nostra salute. Un elemento che, al contrario, come evidenziano i dati del settore sanitario deve oggi essere messo al centro della discussione sociale e che deve trovare nella classe medica un promotore attivo del cambiamento.


Gli impatti sulla salute del carbone sono ormai noti: le emissioni delle centrali contengono micro polveri (in particolare PM2.5), benzopirene, diossine, benzene e microinquinanti inorganici come l'Arsenico, il Cromo ed il Cadmio che sono classificati come cancerogeni secondo la IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) e il Mercurio, neurotossico anche a basse dosi.

Dalla combustione del carbone si liberano inoltre ingenti quantità di Isotopi Radioattivi che hanno effetti cancerogeni e tetratogeni, senza contare gli effetti prodotti sull'ambiente. Come spiega Roberto Romizi, Presidente ISDE Italia.


Nel dossier distribuito al convegno sono stati riportati i dati sull'impianto di Vado ligure, la cui chiusura eviterebbe ogni anno mediamente 86 ricoveri complessivi di bambini per patologie respiratorie e asma, 235 ricoveri complessivi di adulti (malattie cardiache più respiratorie) e 48 morti tra gli adulti (malattie cardiache più respiratorie).

Un problema che quindi riguarda da vicino anche l'Italia e su cui è necessario agire rapidamente.


Oltre al dossier "L'impatto sanitario del carbone" WWF Italia, Ordine dei Medici della Provincia di Savona e Associazione Medici per l'Ambiente ISDE Italia hanno fatto realizzare dal fumettista Kanjano una serie di 4 strisce a fumetti dal titolo "Valdo e il carbone" che sono state distribuite ai medici durante il convegno e verranno diffuse sui social e sui siti degli organizzatori.

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21/07/2014 - RECUPERO OLI USATI: l'Italia è la prima!
 
Gli oli usati, provenienti da veicoli, dispositivi meccanici e industrie, sono classificati come rifiuti pericolosi, e come tali sono molto inquinanti se dispersi sul terreno o nelle acque. La loro raccolta e successiva rilavorazione per ottenere nuovamente basi lubrificanti, consente quindi un indubbio beneficio ambientale.
Sul totale di 189.266 tonnellate di olio recuperato il Italia dal COOU, nel 2011 ne è stato rigenerato l' 88%. Una quantità molto alta rispetto al 40% della Francia, 50% della Germania, 68% della Spagna e 14% della Gran Bretagna.
Davide Tarabelli, Presidente di Nomisma Energia, spiega che "l'Italia è un caso virtuoso e l'olio rigenerato è una risorsa economica, dato che consente un risparmio sull'importazione di energia. Sulle 180.000 tonnellate rigenerate ogni anno, il risparmio è di 130 milioni di euro di prodotti petroliferi che servono da base per i lubrificanti".
In Italia, il riutilizzo di olio lubrificante usato in 29 anni di attività del Coou ha consentito un risparmio complessivo sulle importazioni di petrolio di circa 3 miliardi di euro.

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21/07/2014 - Il progetto Reward
 
La combinazione, secondo una sequenza complessa, delle esistenti tecnologie di cernita automatica.

Ogni anno si producono in Europa circa 12 milioni di tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettroniche e elettriche (RAEE), dei quali solo il 18% viene trattato per recuperarne, almeno in parte, i componenti.
Nonostante la diminuzione nei quantitativi immessi al consumo causata dalla crisi economica, è da prevedere che nei prossimi anni il volume di RAEE crescerà del 4% annuo, cioè circa 3 volte l'aumento dei rifiuti urbani nel loro complesso.
Attualmente, circa il 10/20% di RAEE viene esportato, il 20% circa viene trattato e la restante parte finisce in discarica o negli inceneritori; il progetto europeo Reward si propone di dimostrare che con adatti dispositivi automatici è possibile riutilizzare o riciclare il 95% dei RAEE raccolti, recuperando da essi materiali plastici con elevato valore di mercato, metalli di largo consumo (acciaio, alluminio, rame, ottone, zinco), metalli preziosi (oro, argento, metalli del gruppo del platino) e metalli appartenenti al gruppo delle terre rare.

LE TECNOLOGIE
Nel quadro del progetto Reward sono state sperimentate 10 diverse tecniche di separazione attualmente in uso singolarmente o secondo sequenze semplici, ma non è mai stata tentata una loro combinazione secondo una sequenza complessa.
La combinazione verrà messa a punto nell'impianto dimostrativo attualmente in fase di realizzazione; l'impianto produrrà 18 frazioni distinte, caratterizzate da alta purezza e possibilità di utilizzo immediato da parte delle industrie del riciclo. Si punta a recuperare il 95% in volume dei RAEE raccolti, ricavando il 40% di materiali adatti per il riciclo. Una volta definiti i parametri di processo e la combinazione ottimale delle diverse tecnologie mediante le prove sull'impianto dimostrativo, è prevista la costruzione di un impianto in piena scala.

SCHEMA DI SEPARAZIONE
Il primo passo è sempre uno smontaggio manuale, necessario per eliminare i componenti che contengono sostanze pericolose o nocive; questa separazione può essere agevolata dall'uso di dispositivi elettronici come i RFID.
Successivamente i RAEE vengono frantumati in apparecchiature a tamburo rotante, in modo da evitare una eccessiva produzione di polverini fini e di frammenti di fili di rame (come invece si avrebbe utilizzando i mulini a martelli ad alta velocità). Il material frantumato viene avviato al sistema di separazione magnetica, dal quale si ottengono una frazione ferrosa ed una frazione non ferrosa.
I metalli non ferrosi vengono separati mediante dispositivi a correnti parassite. 
Il passo successivo è la separazione delle plastiche.
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18/07/2014 - Radiazione per esportazione: NUOVE DISPOSIZIONI!
 
Con la circolare Prot. SGP n. 005/0004202/14 del 03/07/2014 l'ACI ha dato nuove disposizioni circa "Radiazioni per definitiva esportazione all'estero e radiazioni per esportazione di veicoli sottoposti a ipoteca e vincoli: nuove disposizioni.

Precisamente dal 14 luglio p.v.:

1) alle formalità di radiazione per esportazione dovrà essere sempre allegata la fotocopia della Carta di Circolazione estera o l'attestazione di avvenuta reimmatricolazione all'estero.
Come specificato nella lett. circ. DSD 2420/2012, la fotocopia della sopra citata documentazione, in caso di esportazione in Paesi extra UE, deve essere accompagnata da traduzione asseverata.

2) qualora la radiazione venga richiesta quando il veicolo è stato esportato ma non ancora reimmatricolato al'estero, è comunque possibile richiedere la formalità di radiazione a condizione che venga allegata alla formalità documentazione comprovante l'avvenuto trasferimento del veicolo all'estero (ad es. documento di trasporto, bolla doganale ), oltre ovviamente all'originale della Carta di Circolazione italiana, al Certificato di Proprietà e alle targhe.

3) le richieste di radiazione per definitiva esportazione aventi ad oggetto veicoli sui quali siano iscritte ipoteche non ancora scadute, pignoramenti, sequestri, ecc., potranno essere accettate solo se alla richiesta viene allegato un atto comprovante l'assenso alla radiazione da parte del creditore.

4) per i casi di veicoli con ipoteche iscritte non ancora scadute costituirà titolo per procedere alla radiazione l'atto di assenso alla cancellazione del'ipoteca reso nelle forme di rito, ovvero nella forma della scrittura privata autenticata dal Notaio o nelle altre forme di rito, ovvero nella forma della scrittura privata autenticata dal Notaio o nelle altre forme previste dal Codice Civile (es. sentenza).

5) nel caso, invece, di vincoli di natura giudiziaria come sequestri, congelamento beni e pignoramenti potrà essere allegato alla richiesta o il provvedimento di dissequestro o di revoca del pignoramento (o in alternativa il verbale di vendita all'asta del veicolo effettuata in seguito al pignoramento trascritto al PRA) o comunque altro provvedimento emesso dall'Autorità Giudiziaria che autorizzi l'esportazione  del veicolo o dal quale sia possibile evincere il venir meno del gravame.
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18/07/2014 - Veicoli pesanti, l'UE vuole ridurre le emissioni di CO2
 
La Commissione UE ha adottato il 21 maggio una nuova strategia che che prevede la riduzione dei consumi di carburante e delle emissioni di biossido di carbonio per i cosiddetti mezzi pesanti: camion e autobus.
Se è pur vero, infatti, che il trasporto pubblico sia da preferire all'utilizzo massiccio di mezzi privati, occorre tener presente che anche gli autobus tradizionali sono responsabili di considerevoli quote di emissione di gas serra e particolato atmosferico, senza contare le quantità direttamente conseguenti al trasporto di merce su strada.
La strategia si è resa necessaria dal momento che ai mezzi pesanti sono imputate circa 1/4 delle emissioni di CO2 prodotte dal trasporto su strada nell'Unione Europea ed il 5% delle emissioni climalteranti in totale.
Purtroppo, studi messi in campo dalla Commissione hanno evidenziato un aumento di emissioni prodotte dai mezzi pesanti, tra il 190 e il 2010, del 36%.

La strategia indicata dalla Commissione si concentra su azioni a breve termine in materia di certificazione, comunicazione  e controllo delle emissioni dei veicoli pesanti. 
Si tratta solo di un primo passo essenziale per la riduzione delle emissioni.
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30/06/2014 - PFU di ieri e di oggi
 
Nel 2012 sono state raccolte ed avviate a riciclo da Ecopneus oltre 240.000 tonnellate di PFU; più di 30.100 i punti di rigenerazione di PFU registrati al 31 dicembre; 100.805 le richieste di prelievo; 77 le imprese sull'intero territorio nazionale; 40 impianti di trattamento, riciclo e recupero.
Ecopneus gestisce quasi l'80% degli pneumatici che ogni anno in Italia arrivano a fine vita. Una responsabilità importante che si traduce nel compito di coordinare le operazioni di raccolta presso i punti di generazione e di trattamento del rifiuto fino all'effettivo recupero, inclusi il monitoraggio ed il trattamento dei flussi.
I riflessi di questo processo virtuoso partono dalla tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente e si allargano alle possibilità di utilizzare al meglio questo prezioso materiale dai numerosi e interessanti impieghi.
Nel corso del 2012 Ecopneus ha potuto portare a termine, oltre il normale svolgimento di attività, un altro importante obiettivo: rimuovere ed avviare a recupero oltre 14.000 tonnellate di PFU abbandonate in piazzali o capannoni.
Esiste infatti un ampio numero di siti oggetto di accumulo degli PFU.
Giovanni Corbetta, Direttore Generale di Ecopneus, dichiara che quest'anno i risultati ottenuti dimostrano l'efficacia e l'efficienza del sistema. 
Adesso l'obiettivo è diventato arrivare ad un recupero totale degli PFU, contribuendo, con attività di ricerca e sperimentazione, a creare le condizioni per lo sviluppo di un comparto  industriale del riciclo di questi materiali.
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25/06/2014 - Ecoimballaggi on-line
 
E' attivo da giugno E Pack, il nuovo servizio on line di Conai dedicato alle imprese che vogliono migliorare le proprie performance in termini di progettazione e realizzazione di imballaggi ecoefficienti, continuando a garantirne la prestazione ma riducendo l'impatto ambientale. 
Basta collegarsi al sito www. conai.org, entrare nell'Area Prevenzione e compilare un form per inoltrare al Consorzio le richieste generali di informazione sull'eco-progettazione degli imballaggi o specifiche per ciascuna tipologia di materiale (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro).
Walter Facciotto, Direttore Generale di Conai, afferma che gli interventi per ridurre l'impatto ambientale degli ecoimballaggi, possono essere di vario tipo tra cui: il minor impiego di materia prima, l'utilizzo di materiale riciclato, l'ottimizzazione della logistica, ecc. e rappresentato un'opportunità a disposizione delle imprese.
Con E Pack, Conai si mette a disposizione delle aziende affinché la sostenibilità sia sempre più parte integrante dei processi di progettazione degli imballaggi e diventi concreta a tutti gli effetti.

Ma quando un imballaggio si definisce eco-efficiente? 
Quando raggiunge la migliore sintesi tra funzioni primarie dell'imballaggio (movimentazione, protezione, garanzia e sicurezza, ecc.) e impatto ambientale generato lungo l'intero ciclo di vita dello stesso, dall'estrazione delle materie prime, alla sua fabbricazione, al riciclo o al recupero. 
In sintesi: uso efficiente delle risorse garantendo la funzionalità del prodotto.
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24/06/2014 - 6 milioni di auto da rottamare in Cima
 
Varate dal Governo drastiche misure anti-inquinamento.

La Cina è uno dei Paesi più inquinanti al mondo, dove lo sviluppo incontrollato degli ultimi anni, che lo ha reso la prima potenza economica mondiale, ha causato una drammatica crescita di malattie legate alla pessima qualità dell'aria.

Normativa ambientale praticamente inesistente, aziende senza regole, riscaldamento da fonti tradizionali e auto in continua crescita hanno reso l'aria cinese irrespirabile. 
La Repubblica Popolare, che come gli USA non ha mai firmato il protocollo di Kyoto, ha però finalmente preso coscienza della tragicità della situazione, tanto che ha confermato la presenza sul suo territorio di veri e propri "villaggi del cancro", dove l'incidenza dei tumori è elevatissima proprio a causa dell'inquinamento .
Per la prima volta il Governo riconosce il problema.

"Negli ultimi anni, il rilascio di sostanze chimiche, tossiche e pericolose, - ha dichiarato il Ministro della Protezione Ambientale cinese in un documento che racchiude un piano quinquennale per combattere il problema inquinamento - ha causato parecchi disastri ambientali e l'interruzione delle forniture di acqua potabile, portando gravi danni alla salute e problemi sociali come il villaggio del cancro".

Numerose le misure per risolvere il problema. Dall'utilizzo dei droni, velivoli senza pilota che irroreranno nei cieli delle città alcune sostanze anti-inquinamento alla chiusura dei barbecue ambulanti.
La più recente, e probabilmente la più efficace, è un'iniziativa che coinvolgerà ben sei milioni di auto entro la fine del 2014 e che prevede di demolire i modelli costruiti prima del 2005 che avranno emissioni di CO2/Km superiori ad una cifra non ancora stabilita.

A Pechino, le auto da rottamare sono 330.000 e nella provincia dello Hebei, si confini con la capitale, colpita pesantemente dalle nuove normative anti-inquinamento, dovrà togliere dalle strade ben 660.000 vetture.
L'obiettivo per la capitale, quindi, è arrivare ad un tetto massimo di sei milioni di veicoli immatricolati su strada entro il 2017 e nelle grandi città è previsto anche un piano di controllo dei distributori che saranno obbligati a vendere solo carburante "pulito".
Per la prima volta il Governo cinese prende atto del problema, ed è un segnale positivo poichè come afferma anche come l'attivista Ma Jun "il riconoscimento dell'esistenza dei problemi è il primo passo e il presupposto per iniziare davvero a risolverli".

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23/06/2014 - I costi sono alti, ma l'italiano non rinuncia all'auto
 
Tutte le criticità della mobilità italiana nel Libro Bianco sulla Mobilità e i Trasporti, realizzato da Eurispes.

Gli italiani sono costretti a usare l'auto privata per i propri spostamenti a causa delle infrastrutture italiane che non sono più in grado di rispondere alle esigenze di mobilità dei cittadini. Emergono tutte le criticità, tipicamente italiane, dal Libro Bianco sulla Mobilità e i Trasporti, realizzato da Eurispes, che mostra come alla rapida e disordinata crescita delle città, il cosiddetto Sprawl Urbano, non siano seguite soluzioni politiche, collettive e organizzative, in grado di soddisfare la domanda di mobilità.

L'insufficienza del trasporto pubblico locale ha determinato la preminenza del trasporto privato su quello collettivo e pubblico e l'auto di proprietà è passata da bene familiare a bene individuale indispensabile e quindi status symbol.
In Italia infatti sono oltre 600 le automobili ogni 1000 abitanti.

La carenza di un TPL efficiente diventa un costo per le tasche delle famiglie italiane.
Tra assicurazione, parcheggi e pedaggi autostradali, mantenere un'auto di media cilindrata costa al proprietario circa 4500,00 € l'anno, ovvero una spesa tra il 12% ed il 25% del reddito medio netto di una famiglia, a seconda che si possegga una o due auto.
Per non parlare dei costi sociali rappresentati dagli incidenti stradali, dagli effetti delle emissioni inquinanti e dell'inquinamento acustico.
Per una famiglia italiana il trasporto costo 17 volte di più rispetto a quello pubblico.
Ma il trasporto pubblico in italia non è ancora apprezzato, di fatto le valutazioni degli utenti sono spesso negative, con un'incidenza negativa sull'utilizzo di tram e autobus.


fonte www.notiziarioautodemolizione.it 

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23/06/2014 - Il maggiolino da "matto" a "sostenibile"
 
Uno studente nigeriano ha realizzato un'auto a energia solare.

Segun Oyeyiola, studente della facoltà di Ingegneria elettronica ed elettrotecnica dell'Università di Obafemi Awolowo in Nigeria, è un giovane determinato che ha avuto la forza di portare avanti un'idea coraggiosa: sviluppare un'auto a energia solare.

In molti hanno tentato di dissuaderlo dal progetto, anche i suoi genitori che gli consigliavano di lasciar perdere e dedicarsi a qualcosa di più produttivo, come proseguire i suoi studi, ritenendo che fosse solo una perdita di tempo. 
Segun, però non ha ceduto, giungendo a sacrificare i suoi bisogni personali per poter acquistare l'attrezzatura necessaria alla realizzazione del suo progetto.

Il prototipo è stato realizzato sfruttando la carcassa di una vecchia Volkswagen Maggiolino del 1960.
L'auto elettrica di Segun ha un uso limitato a causa delle dimensioni ridotte del pannello solare montato sul tettuccio e all'impossibilità di reperire batterie aglio ioni di litio o a litio-aria. Il veicolo ha poca autonomia e scarsa velocità e di fatto la sua famiglia la usa per girare in città o andare al mercato.
Con i giusti finanziamenti , il progetto potrebbe essere sviluppato adeguatamente per dare vita ad un veicolo competitivo, allo stesso livello dei mezzi a normale trazione.

Segun è soddisfatto della sua realizzazione poichè ha dato vita al suo sogno.
In Nigeria, vista la situazione in cui versa il Paese, questo progetto di auto a zero emissioni è da considerarsi rivoluzionario. Adesso Segun, spera che tutto il Paese lo aiuti a sviluppare la sua idea.
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23/06/2014 - Il recupero degli pneumatici fuori uso in Italia
 
Nel 2013 recuperate 247.000 tonnellate di PFU evitnado l'emissione di 347.000 tonnellate di gas serra.

Secondo il Report Sostenibilità 2013 presentato da Ecopneus, l'organizzazione che si occupa dal 2011 della gestione degli Pneumatici Fuori Uso, sono state evitate emissioni per ben 347 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti grazie all'utilizzo di gomma riciclata al posto di gomma vergine, 3,2 miliardi kWh di energia risparmiata; 1,3 milioni di m3 di acqua non consumata nel ciclo produttivo della produzione della gomma vergine, dell'acciaio e degli altri componenti del pneumatico.
E' il risultato del recupero di 247.000 tonnellate di PFU prelevati presso oltre 33.000 gommisti su tutto il territorio nazionale.

"In Italia le barriere culturali e burocratiche - ha dichiarato Giovanni Corbetta, Direttore Generale Ecopneus - rallentano l'utilizzo della gomma da PFU, viceversa diffusissimo in tutta Europa e in tanti altri Paesi, per le due applicazioni principali, che sono i manti stradali e i campi di calcio artificiali e la pavimentazioni sportive. Un cambio di passo in questa direzione ci consentirebbe lo sviluppo di quella recycling society che è un pilastro della politica UE sull'ambiente".

"Il modello Ecopneus - ha commentato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile che ha realizzato il rapporto - è un esempio virtuoso di come si possa creare occupazione e valore aggiunto per il Paese puntando sul riciclo di materia e il recupero di energia da prodotti giunti a fine vita. Applicando l'approccio della Fondazione per la prima volta è stato possibile fornire una misura degli impatti ambientali, sociali ed economici connessi alle attività di raccolta, trasporto e trattamento degli PFU, nonché del contributo della filiera alla transizione verso una Green economy in Italia".

Numerose sono state le iniziative del 2013 in favore della green economy, tra cui il prelievo straordinario di oltre 8.500 tonnellate di PFU nella Terra dei Fuochi, che altrimenti sarebbero finiti nelle mani della camorra per alimentare i roghi di rifiuti tossici.
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20/06/2014 - Olio lubrificante usato: italiani più consapevoli
 
La ricerca condotta per COOU e Legambiente, presentata ieri al Forum Rifiuti, mostra quanto la consapevolezza dei cittadini sui rischi derivanti da un errato smaltimento di olio lubrificante usato sia aumentata. 

La consapevolezza sui rischi derivanti da un non corretto smaltimento di olio lubrificante usato è aumentata. Ad annunciarlo è Antonio Mastrostefano, il direttore della comunicazione del Consorzio Obbligatorio Oli Usati (COOU) che oggi è intervenuto nel corso del Forum Rifiuti: dalle emergenze alle opportunità e ha presentato insieme a Legambiente i risultati di una ricerca, condotta da Lorien Consulting, sugli italiani e il riciclo dei rifiuti. La ricerca ha infatti evidenziato un'accresciuta sensibilità da parte dei cittadini rispetto alla corretta gestione dei rifiuti e della raccolta differenziata.

"Attraverso questo progetto - ha spiegato Mastrostefano - il COOU, che da 30 anni si occupa della raccolta e del riciclo di un rifiuto pericoloso come l'olio lubrificante usato, ha ritenuto opportuno approfondire alcuni aspetti relativi alla percezione della propria attività e dei principali elementi che caratterizzano il settore. Grazie al nostro lavoro quotidiano e a una costante attività di comunicazione, abbiamo registrato quanto sia aumentata nei cittadini la consapevolezza dei rischi che derivano da un non corretto smaltimento dell'olio usato,la conoscenza del Consorzio da parte degli operatori e la positiva valutazione del nostro operato".

Stando a quanto emesso dai dati, l'ambiente è dopo il lavoro il rema che suscita maggiori apprensioni: la minaccia più rilevante secondo gli italiani sono i rifiuti (72%), mentre la raccolta differenziata è l'argomento su cui gli intervistati si ritengono più informati (78%). Per quanto riguarda invece il riciclo dei rifiuti e i rifiuti diversi da quelli urbani, come quelli pericolosi, speciali e i RAEE, la ricerca ha evidenziato una minore consapevolezza sulle problematiche a essi connesse. E proprio questo ultimo aspetto potrebbe essere lo spunto per il Consorzio per pensare a strategie di sensibilizzazione future.
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19/06/2014 - Decreto Ambiente Protetto, sui rifiuti si cambia marcia
 
Data agli enti locali la possibilità di requisire gli impianti di gestione rifiuti, meno burocrazia per gli interventi di bonifica, estese le indagini nella Terra dei fuochi anche ai terreni coperti da segreto giudiziario.

Rendere più efficiente l'intero sistema ambientale. Questo l'obiettivo del nuovo pacchetto di misure, noto come Ambiente Protetto e approvato lo scorso venerdì in Consiglio dei Ministri. Il decreto, lungo e complesso dedica ampio spazio oltre che ai temi dell'edilizia scolastica e del dissesto idrogeologico alla questione dei rifiuti, affrontando il tema con la triplice visione che pervade tutto il provvedimento normativo: superare le emergenze; semplificare le procedure; scongiurare diverse infrazioni comunitarie. Ecco perchè, tra i tanti interventi previsti appare anche la risoluzione di alcune problematiche interpretative sull'applicazione dell'articolo 191 del Codice dell'Ambiente.
Nel dettaglio questo articolo disciplina il potere, in capo a taluni organi di vertice della Pubblica amministrazione di emettere provvedimenti amministrativi per affrontare eventi di portata eccezionale oltre che di particolare gravità in grado di mettere a rischio la salute pubblica e l'ambiente. Con il nuovo decreto tale norma viene estesa anche al caso di grave e concreto pericolo ancora allo stato potenziale. "Gli strumenti eccezionali da utilizzare per porre rimedio alle situazioni di crisi -si legge nella nota stampa del Ministero dell'Ambiente - vengono integrati con uno specifico potere di requisizione in uso degli impianti destinati alla gestione dei rifiuti".

Il pacchetto interviene anche sulla questione dei rifiuti tossici e dei roghi associati: con una modifica anche sul decreto legge "Terra dei Fuochi", si prevede infatti che le indagini possano essere estese ai terreni agricoli non oggetto di indagine perchè coperti da segreto giudiziario e di quelli oggetto di sversamenti resi noti a conclusione di indagini. Il decreto introduce inoltre una disciplina per conformare la gestione dei rifiuti nella regione Campania alla sentenza della Corte di Giustizia Europea del 4 marzo 2010, con cui è stato condannato lo Stato Italiano per violazione degli obblighi comunitari: "è nominato un commissario straordinario per la realizzazione dell'impianto di termovalorizzazione dei rifiuti a Salerno, che provveda alla stipula del contratto e a tutti gli adempimenti per portare a termine l'opera".

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09/06/2014 - 1° CONVEGNO NAZIONALE CAR
 
Grande successo al 1° Convegno Nazionale di CAR tenutosi a Palermo il 30 maggio.

Con il 2015 alle porte e gli obiettivi di recupero, reimpiego e riciclo dei rifiuti provenienti dai veicoli giunti a fine vita imposti dalla Comunità Europea, fissati al 95%, era quanto mai necessario discutere di tali tematiche.
Grande interesse e partecipazione da parte degli operatori della filiera, delle Istituzioni, del settore industriale e persino della scuola.
Un problema, quello dei rifiuti, che oggi più che mai ci vede coinvolti in quel processo di valorizzazione che deve inevitabilmente trasformare il rifiuto in una risorsa.

Di rilievo ancora una volta il confronto con le Istituzioni. Un rapporto che CAR sta coltivando da anni, all'insegna di un dialogo sincero, con la speranza che Tutti possano dare quel valore aggiunto che serve non solo al settore ma anche al futuro dei nostri giovani.

Romano Pezzotti, Presidente divisione rottami Assofermet: "si sta aprendo una nuova fase tra gli operatori della filiera, all'insegna di un'onestà intellettuale quanto mai necessaria in un difficile momento di crisi economica come questo. Difficile il rapporto istituzionale con un Governo che ha cambiato tre Ministri dell'Ambiente in poco tempo."

Mario Turco, Segretario Nazionale CNA autoriparatori: "il 25% degli autoriparatori usa ricambi usati per le riparazioni, fenomeno accentuatosi negli ultimi tre anni a causa della crisi economica. Ottimo il rapporto con i cugini autodemolitori" e annuncia una proposta di protocollo d'intesa CAR - CNA contro l'abusivismo nel settore.

Dott. Giuseppe Messina, Responsabile regionale MDC movimenti di difesa del cittadino. Si sofferma su quanto sia importante migliorare l'informazione sul Web, sia per l'acquisto di ricambi usati che per la demolizione del veicolo. Una fase importante il rapporto diretto con l' Autodemolitore che, molte volte, è stato sottovalutato e che bisogna farsi carico di promuovere anche in funzione di una maggiore sensibilizzazione del cittadino. Il rifiuto insomma, per un futuro sostenibile, dovrà indossare il vestito della risorsa.
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Obiettivo 2015 - Tecnici a confronto

Ing. Marco Stucchi, già fornitore di diverse attrezzature e tecnologie informatiche per gli impianti di autodemolizione, anticipa un nuovo sistema studiato in collaborazione con l' Università di Firenze, per il riutilizzo del glicole al 95%.

Ing. Elisa Consoni,
Ingegnere del consorzio COIBA di Messina, relaziona sul trattamento delle batterie provenienti dai VFU. Oggi, grazie alle tecnologie e agli impianti moderni, il recupero dei materiali provenienti dagli accumulatori al piombo è totale. Completamente rigenerato, viene reimmesso nel ciclo produttivo originario.

Dott. Renzo Maggiolo
, Vicepresidente Unirigom, associazione che raccoglie gli operatori del settore della gomma. Profondo conoscitore ed esperto del recupero e della lavorazione degli PFU giunti a fine vita. Consulente del consorzio Green Power con quale CAR ha stretto il rapporto di collaborazione per la raccolta degli pneumatico prodotti dagli autodemolitori.

Ing. Vincenzo Scarrano, ing
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05/06/2014 - Discariche illegali, sul territorio italiano ancora 218 siti abusivi
 
La Commissione europea ha chiesto al Tribunale UE di condannare l'Italia a una penalità giornalieri pari a 256.819,20 euro per il ritardo nell'esecuzione della sentenza.

Nuova battuta nella causa intentata dalla Commissione europea contro l'Italia per la mancata bonifica da parte di ben 255 discariche illegali, di cui 16 contenenti rifiuti pericolosi. Il procedimento è arrivato davanti alla Corte di Giustizia europea denunciando ancora una volta una situazione che fa davvero poco onore al Belpaese.
Nell'aprile 2007 l'Italia era stata dichiarata inadempiente nei confronti dell'applicazione di alcune direttive comunitarie sulla gestione dei rifiuti pericolosi e delle discariche.

Nell' ottobre del 2012, l'esecutivo europeo, constatando il ritardo delle autorità italiane nell'adeguarsi alla decisione che chiedeva l'immediata bonifica delle sopracitate 255 discariche, aveva deciso di rivolgersi nuovamente ai giudici europei di Strasburgo. La richiesta, che ora pende su Roma, è una condanna a versare un'ammenda forfettaria da 56 milioni di euro più una multa giornaliera di 256.819,20 euro per ogni giorno successivo alla seconda scadenza fino al giorno della regolarizzazione dell'infrazione.
La causa, approdata ieri alla Grande sezione della Corte di giustizia, ha sottolineato come le discariche illegali di rifiuti sarebbero ancora almeno 218. Inoltre, in base alle informazioni fornite dalle autorità italiane, esisterebbero ancora 5 discariche per le quali i relativi piani di riassetto non sarebbero stati presentati o approvati e che, ciononostante, non sarebbero state chiuse dall'autorità competente.

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28/05/2014 - ROTTAMARE UN AUTOVEICOLO, MOTOCICLO O MOTOCARRO
 
Quando un veicolo viene destinato alla rottamazione è molto importante rivolgersi ad un centro autorizzato che si occuperà di espletare tutte le pratiche necessarie alla cancellazione delle targhe dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico) e provvederà a rottamare il vostro mezzo nel completo rispetto delle normative vigenti.
Al momento della consegna vi verranno richiesti alcuni documenti che variano a seconda che si tratti di veicolo intestato a persona giuridica o a persona fisica.
Ma analizziamo di seguito i due casi.

Veicolo intestato a persona giuridica (azienda o ditta):
- carta di circolazione in originale
- foglio complementare/certificato di proprietà in originale
- copia della visura camerale
- documento di identità e codice fiscale del legale rappresentante
- visura PRA che deve essere rilasciata lo stesso giorno della consegna del veicolo al centro di raccolta (*)

Se il legale rappresentante è, per qualsiasi motivo, impossibilitato a consegnare personalmente il veicolo al centro di raccolta, può delegare altra persona di fiducia sottoscrivendo delega in carta libera alla quale allegherà copia del proprio documento di identità e del codice fiscale.

Casi particolari:
- mancanza di carta di circolazione, foglio complementare/certificato di proprietà e una od entrambe le targhe, è necessaria denuncia di smarrimento in originale.
- mancanza di carta di circolazione perchè ritirata dagli organi di polizia per mancata revisione, sequestro, ecc.occorre presentare il verbale in originale rilasciato dall'ente accertatore.


Veicolo intestato a persona fisica:
- carta di circolazione in originale
- foglio complementare/certificato di proprietà in originale
- documento di identità e codice fiscale 
- visura PRA che deve essere rilasciata lo stesso giorno della consegna del veicolo al centro di raccolta (*)

Se l'intestatario del mezzo è, per qualsiasi motivo, impossibilitato a consegnare personalmente il veicolo al centro di raccolta, può delegare altra persona di fiducia sottoscrivendo delega in carta libera alla quale allegherà copia del proprio documento di identità e del codice fiscale.

Casi particolari:
- veicolo intestato a persona deceduta: l'erede legittimo deve presentare, oltre alla documentazione sopra elencata, copia del certificato di morte dell'intestatario del veicolo. In presenza di più eredi (per es. due o più fratelli) deve essere sottoscritta da ognuno di essi delega di cui sopra alla persona che consegnerà il veicolo al centro di raccolta.
- veicolo con due o più intestatari: il primo intestatario può procede con la normale procedura di consegna del veicolo. Il secondo o altro intestatario può procedere alla consegna del veicolo munito di delega firmata dagli altri intestatari.

(*) A partire dal 16 settembre 2009 non è più possibile effettuare la cancellazione dal PRA dei veicoli soggetti a fermo amministrativo.

N.B. Per qualsiasi altro caso come veicolo non circolante, atto di vendita non trascritto, veicolo con targhe straniere, ecc. contatta il centro di raccolta che predisporrà eventuale ritiro in sede con mezzo autorizzato e ti informerà su eventuale altra documentazione necessaria alla rottamazione del tuo veicolo!
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23/05/2014 - Vetro: per gli italiani è il packaging migliore
 
Un rapporto di Assovetro rivela che gli italiani preferiscono gli alimenti e le bevande in vetro convinti che sia l'imballaggio più igienico, sicuro ed ecologico.

Gli italiani si preoccupano della salute e si sono dimostrati attenti alla sicurezza alimentare, dimostrando di preferire alimenti confezionati nel vetro.
Ritenuto più igienico e sicuro il vetro è un vantaggio anche per l'ambiente visto che è riciclabile infinite volte e permette di non intaccare le risorse naturali per la produzione di nuovi prodotti. 
Secondo il rapporto redatto da Assovetro, condotto in 11 paesi eurpei su olte 8100 consumatori, di cui circa 1000 italiani, sarebbero quindi 8 su 10 gli abitanti del Belpaese a scegliere la trasparenza del vetro e la percentuale europea dei consumatori è altrettanto rassicurante: l'87% degli abitati della Comunità europea si preoccupa della sicurezza alimentare e sceglie il vetro per bevande e alimenti, soprattutto se ha bambini.

A preoccupare maggiormente il consumatore è la possibilità che il contenitore possa contaminare il cibo contenuto, per questo gli italiani, particolarmente attenti a questo aspetto, scelgono imballaggi in vetro per le proprie bevande e alimenti.
In Europa i meno preoccupati per la sicurezza alimentari sono, invece, gli austriaci e gli svizzeri.
E mentre il vetro viene considerato il packaging più sicuro, sono plastica,lattine, contenitori di metallo e il bag in box per le bevande a preoccupare i consumatori.
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23/05/2014 - Mondiali di calcio: cartellino rosso per il merchandising tossico.
 
La nuova indagine di Greenpeace rivela la presenza di una serie di sostanze chimiche pericolose in diversi prodotti appartenenti alle linee ufficiali dall'evento.

Perfluorocarburi (PFC), nonilfenoletossilati (NPE), ftalati e dimetilformammide (DMF): nomi difficili da pronunciare, di sostanze ancora più difficili da tollerare per il corpo umano, potenzialmente cancerogene e altamente pericolose per l'ambiente. A cosa servono questi composti? Per esempio a realizzare merchandising ufficiale dei campionati di calcio 2014, prodotti da Adidas, Nike e Puma.

La denuncia arriva da Greenpeace che ha pubblicato ieri i risultati delle analisi su prodotti promozionali dell'evento. Risultati che preoccupano e non poco, dal momento che i laboratori indipendenti hanno rinvenuto in 17 delle 21 scarpe da calcio e sulla metà dei guanti da portiere esaminati alti livelli di PFC ionici come i PFOA (acido perfloroottanoico) una delle categorie più tossiche tra i PFC. "Adidas e altri marchi, che vestono i più grandi calciatori del mondo, promuovono i prossimi Mondiali di calcio con toni quasi eroici ma le nostre analisi dimostrano che l'azienda sta giocando davvero sporco" denuncia Chiara Campione, responsabile campagna Detox di Greenpeace Italia.

Livelli molto elevati di ftalati sono stati rilevati in tutte le 21 scarpe da calcio analizzate, nella stampa al platisol di una maglietta da calcio Adidas realizzata e venduta in Argentina e sul cinturino di un paio di guanti da Puma in Ucraina e venduti in Italia. "Nonostante i loro impegni per l'eliminazione delle sostanze tossiche dalle proprie filiere e dai loro prodotti siamo costretti a dare un cartellino rosso ad aziende come Nike, Puma e Adidas. Credo che tutti quanti, dalle comunità locali che si vedono contaminata l'acqua dalle industrie tessili, ai giocattoli, fino ai tifosi che perfino lo sport debba essere pulito e se c'è qualcosa da prendere a calci sono le sostanze chimiche pericolose che intossicano il calcio e le riserve idriche globali". conclude Campione.
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21/05/2014 - La gestione sostenibile del mare
 
Un ambiente marino sano e sostenibile è fondamentale per il buon funzionamento dell' economia dell' UE.
La pesca e i giacimenti di petrolio e di gas in mare aperto, per esempio, impiegano migliaia di persone e producono miliardi di euro l'anno, mentre la maggior parte delle materie prime e dei beni di consumo vengono importati ed esportati via mare. In effetti, l' UE possiede la flotta mercantile più grande del mondo; il 90% del commercio esterno ed il 40% del commercio interno avviene tramite la cooperazione internazionale. Per questo motivo, il progetto IMARINE, finanziato dall' UE e completato nel mese di aprile 2014, ha sviluppato un' infrastruttura di dati specificamente progettata per incoraggiare la collaborazione transfrontaliera e intersettoriale in questo settore.
L'infrastruttura Imarine fornisce una piattaforma ad accesso libero per le informazioni e le risorse marine importanti. Può essere consultata in modo rapido ed efficace da numerose parti coinvolte quali scienziati, industria, associazioni ambientalistiche, ecc. In effetti, una sfida fondamentale è la necessità di maggiori sforzi in ottica mondiale, in particolare nel settore della pesca, per condividere le informazioni a livello internazionale. Un accesso agevole ai dati dovrebbe portare ad un processo decisionale più informato e più rapido.
Con l'interconnessione di tutti i settori interessati l'obiettivo finale Imarine è quello di incoraggiare il cosiddetto approccio ecosistemico per l'ambiente marino, il quale mira a garantire che, nonostante la variabilità, l'incertezza e i probabili cambiamenti naturali all'interno dell'ecosistema, venga mantenuta la capacità di produrre cibo, reddito e occupazione a beneficio delle attuali e future generazioni. Questo obiettivo potrà essere raggiunto solo attraverso la collaborazione globale fra le parti interessate. L'infrastruttura di dati Imarine è progettata per facilitare questo.
Il consiglio Imarine, composto da responsabili politici, esperti del settore e scienziati, ha anche contribuito alla promozione di un approccio ecosistemico attraverso la condivisione di esempi di buone pratiche, contribuendo a definire standard globali e offrendo consigli su politiche sostenibili. I membri del consiglio hanno inoltre contribuito a stabilire diverse nuove collaborazioni, basandosi sulle possibilità offerte dall'infrastruttura di dati operativi Imarine.
Il portale è una caratteristica fondamentale di questa infrastruttura. Esso fornisce agli utenti l'accesso on line a una serie di ambienti di ricerca virtuali che riuniscono esperti, fonti di dati multidisciplinari e analisi su una particolare questione. All' interno di questi ambienti di ricerca gli utenti possono trovare tutto ciò di cui hanno bisogno per svolgere un compito particolare.
Imarine dovrebbe avere un impatto duraturo sul modo di affrontare la gestione marina sostenibile in futuro. Questo avrà benefici diretti e indiretti sul futuro del nostro pianeta.

Fonte (hitechambiente.com)
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14/05/2014 - Progetti di ricerca sul riciclo dei rifiuti di imballaggio
 
Tra i programmi di ricerca che possano dare un reale contributo al miglioramento dei processi di riciclo vi sono sicuramente quelli finalizzati a rendere gli imballaggi più compatibili con l'ambiente. Su questo fronte è impegnato il Conai-Consorzio Nazionale Imballaggi, che sempre più intende rafforzare il suo impegno in attività di ricerca scientifica e tecnologica, attivando collaborazioni con Università, Enti di ricerca e Centri Studi su progetti per lo sviluppo di tecnologie di prevenzione, riciclo o recupero dei rifiuti di imballaggio.
Due interessanti progetti, ad esempio , prenderanno il via grazie all'accordo siglato con il CNR. Si tratta di progetti che potranno valorizzare le componenti residuali dei processi di selezione dei rifiuti di imballaggio, incrementando, al contempo, le quantità avviate a riciclo.

Poliolefine con scarti di plastiche post consumo
Il primo progetto, dal titolo "Valorizzazione mediante tecniche di funzionalizzazione e compatibilizzazione di plastiche miste costituite da mix di poliolefine incluso di scarti di altre plastiche di post consumo e valutazione del decadimento delle loro proprietà come conseguenza del loro ripetuto utilizzo e riciclo", ha come obiettivo il favorire il riciclo meccanico di miscele eterogenee di plastiche post-consumo mediante la definizione di una strategia di compatibilizzazione ecofriendly ed economicamente competitiva per la realizzazione di nuovi materiali a basso impatto ambientale.
Queste la problematica e lo stato dell'arte: il principale problema delle attuali tecnologie di riciclo metallico riguarda la difficoltà di processare insieme materie plastiche di diversa natura. In aggiunta, la presenza di diversi additivi, riempitivi, vernici o lacche e la degradazione cui inevitabilmente le catene polimeriche vanno incontro durante la lavorazione e l'utilizzo tendono a ridurre le qualità del materiale riciclato.

Compositi dal multimateriale
Il secondo progetto, dal titolo "Riciclo meccanico di scarti eterogenei e multimateriale post-consumo per la realizzazione di compositi a basso impatto ambientale e l recupero delle frazioni metalliche", ha per obiettivo la definizione di una strategia alternativo di riciclo meccanico, volta al recupero di scarti eterogenei e multimateriale da utilizzare come fonte di materie prime non convenzionali per realizzare nuovi compositi a basso impatto ambientale. Saranno utilizzati gli scarti di cartoni poliaccoppiati derivati dal processo di spappolamento i cartiera (pulping) come fonte di filler a base cellulosica e quelli dei poliaccoppiati flessibili plastica/alluminio, sarà altresì effettuata un'analisi delle opzioni tecnologiche per il recupero specifico delle frazioni metalliche.


Articolo preso da hitechambiente
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05/05/2014 - Alluminio Virtuoso
 
Il conseguimento ed il consolidamento di una quota di riciclo del 60% e di quasi il 65% di recupero complessivo nel 2012 confermano come il sistema nazionale di gestione degli imballaggi in alluminio negli ultimi anni abbia raggiunto un livello di maturità ed efficienza tali da garantire, in futuro, ulteriori incrementi quantitativi e qualitativi.
I migliori sistemi e modelli di raccolta e le tecnologie più avanzate, vengono adottate con tempi e modi diversi nelle diverse regioni italiane.
La consapevolezza che il processo di sviluppo sia ormai irreversibile, è data dal fatto che le principali regioni del sud Italia dimostrano interessanti e crescenti performance in grado di ridurre il gap con le aree più avanzate in tempi relativamente brevi.
Un ulteriore elemento di soddisfazione è anche dato dal confronto con i livelli di riciclo conseguiti dagli altri paesi dell'Unione Europea.
Un aspetto interessante da sottolineare a questo proposito è che, a differenza proprio degli altri Paesi, il sistema italiano è basato sulla raccolta e il recupero di tutte le tipologie di imballaggi e non solo su quelle più facilmente valorizzabili in termini economici.
Questo è chiaramente un aspetto fondamentale che conferma la capacità del nostro sistema di coniugare al meglio l'efficienza economico-gestionale con la responsabilità socio-ambientale dell'impresa.

fonte www.hitechambiente.it
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29/04/2014 - Niente SISTRI per le piccole imprese
 
E' stato firmato dal Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti, il Decreto Ministeriale 126/2014 che prevede l'obbligo di adesione al SISTRI solamente per le imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi che abbiano oltre dieci dipendenti. Nel D.M. che esclude dal sistema di tracciabilità dei rifiuti tutte le imprese agricole che conferiscono i rifiuti prodotti nei circuiti organizzati di raccolta, sono anche previste disposizioni di semplificazione amministrativa, chiarite le modalità di gestione dei trasporti intermodali e prorogato al 30 giugno 2014 il versamento del contributo annuale.
"Venendo incontro alle giuste richieste dei piccoli produttori - spiega il Ministro Galletti - con il D.M. 126 introduciamo una prima importante semplificazione, rendendo il SISTRI più ragionevole e meno burocratico, ma rafforzando allo stesso tempo i principi inderogabili che sono alla base del progetto, ossia il contrasto alle ecomafie e la difesa dell'ambiente attraverso il controllo informatico dei rifiuti pericolosi".
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29/04/2014 - Ripuliamo l' Europa
 
Ogni anno milioni di tonnellate di rifiuti finiscono sulle strade, nelle acque, nelle spiagge, nelle foreste e nelle aree naturali d' Europa. E ogni anno milioni di cittadini europei partecipano ad azioni volontarie per la pulizia dei proprio quartieri.
"Ripuliamo l'Europa!" è un'iniziativa coordinata dalla Settimana europea per la riduzione di rifiuti. L'intendo è quello di far capire l'entità del problema incoraggiando le persone a modificare i propri comportamenti.
L' evento si svolgerà il prossimo 10 maggio in tutta Europa, nella speranza di raggiungere il maggior numero possibile di persone partecipanti.
La manifestazione, raccoglierà le esigenze dei cittadini, informandoli e mobilitandoli a ripulire in prima persona l'ambiente in cui vivono.
Dalle precedenti esperienze ne risulta che, molto spesso, i cittadini restano sorpresi nel riscontrare quanti rifiuti vengono prodotti e scaricati illegalmente nel proprio quartiere. 
Se raccolti correttamente, i rifiuti, possono avere un valore. Carta, vetro, plastica e metallo possono essere riutilizzati o riciclati.
Questa operazione riduce l'impatto ambientale, crea opportunità economiche e posti di lavoro e spinge l' Europa verso un' economia più circolare.
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18/04/2014 - Veicoli Fuori Uso - da Rifiuto a Risorsa. Aspettando il 2015
 
Direttiva 2000/53 - Dlgs 209/03

CAR Confederazione Autodemolitori Riuniti organizza il Convegno sulle tematiche del Recupero, Reimpiego e Riciclo dei rifiuti provenienti dai veicoli giunti a fine vita, da tenersi il prossimo 30 maggio a Palermo.
L' invito è rivolto alle Istituzioni, agli organi di controllo e a tutti gli attori della filiera del fine vita degli autoveicoli, per illustrare le modalità di gestione degli stessi, dalla bonifica, alla messa in sicurezza, per finire alla riduzione volumetrica.
In un contesto dove risulta fondamentale la "raccolta differenziata" del rifiuto, è fondamentale il ruolo dell' autodemolitore, come "colui che opera la differenziata del rifiuto-veicolo".
Risulta doveroso che ci sia il dovuto riconoscimento a quanti trattino con professionalità questo rifiuto pericoloso e, di conseguenza, trarre le fila dei risultati raggiunti e da raggiungere.
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18/04/2014 - Immatricolazione veicoli nuovi
 
1° trimestre 2014 registra un aumento delle immatricolazioni rispetto al 1° trimestre 2013.
Settore veicoli commerciali 16,2%
Settore auto 5,8%

Primo trimestre dell' anno in controtendenza rispetto allo stesso periodo dello scorso anno per il mercato dell' auto ( 5,8%) e questo potrebbe essere sufficiente a creare dell' ottimismo superficiale. La lettura attenta dei numeri dà, invece, due indicazioni: il primo fenomeno che si legge sul mercato è l'incremento di quota delle vendite a società di noleggio perchè, le rent a car si sono trovate con un parco insufficiente - visti i tagli dello scorso anno - e con una maggiore domanda stagionale, mentre sul lungo termine c'è stata un' esigenza di rinnovo, che le ha spinte ad accelerare gli approvvigionamenti.
Il fenomeno più importante però è la componente privati che resta stagnante, con una perdita di rappresentatività. La domanda delle famiglie, infatti, la vera cartina tornasole dello stato di salute del mercato, nei tre mesi trascorsi è sostanzialmente in linea con lo scorso anno (236050 unità rispetto alle 236310, -0,1%) e questo, in un mercato in leggera crescita, vuol dire che la quota dei cittadini che sostituiscono la propria auto sta ancora calando, con impatto inevitabile sull' attività della filiera, sul livello delle emissioni e sulla sicurezza del parco circolante.
Nel solo mese di marzo, inoltre, con il 58% di quota le vendite a privati hanno raggiunto il valore più basso della storia.
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17/04/2014 - Il recupero di abiti usati
 
I rifiuti tessili rappresentano una risorsa ancora scarsamente valorizzata: la maggior parte di essi finisce infatti in discarica o in inceneritore, mentre invece potrebbero offrire nuove prospettive di sviluppo all'industria tessile, soprattutto sotto l'aspetto della sostenibilità economica e ambientale.Nonostante gli abiti usati e gli scarti tessili industriali in Europa possano raggiungere quantitativi intorno a 10 Kg/anno per abitante, la raccolta è ancora affidata ad iniziative benefiche, che puntano prevalentemente all'esportazione nei Paesi in via di sviluppo per il successivo riutilizzo.
In particolare, in Italia, la raccolta differenziata dei rifiuti tessili, si attesta molto al di sotto della media pro-capite europea. Gli indumenti usati, raccolti sul territorio comunale in appositi cassonetti gialli, vengono inviati ad impianti di selezione, dove si punta prevalentemente ad isolare gli indumenti riutilizzabili.
Il maggior ostacolo ad ampliare la raccolta dei rifiuti tessili è la loro natura eterogenea: si trovano infatti sia polimeri sintetici che fibre di origine naturale e molto spesso le fibre sono mescolate tra di loro nello stesso tessuto.
Come per i rifiuti plastici, le possibilità di valorizzazione seguono due percorsi diversi: la separazione fisica spinta, realizzata con speciali apparecchiature elettro-ottiche, e il riciclaggio chimico.
Impiega il primo metodo, il progetto "Textiles for Textiles", che punta a sviluppare un'apparecchiatura per la selezione automatica dei rifiuti tessili e la loro suddivisione in base a composizione chimica e colore.
Questa apparecchiatura è basata su una tecnologia a raggi infrarossi che effettua la selezione dei rifiuti, mentre la separazione dei materiali tessili in gruppi omogenei viene effettuata mediante flussi di aria.
Successivamente alla separazione i tessili vengono triturati, ottenendo materia prima seconda che puo' essere riutilizzata per la produzione di nuovi vestiti e prodotti tessili.
L'apparecchiatura sarà in grado di trattare 4000 ton/anno di abiti usati e potrà rappresentare un valido strumento per incrementare il recupero dei tessili usati, diminuendo l'inquinamento e le emissioni causate dall'impiego di materia prima vergine, e al tempo stesso fornendo alle imprese tessili "materia seconda" di qualità a costi contenuti. Quanto al riciclo chimico, è coinvolta la ditta francese Valagro, che sta lavorando al progetto Multitex riguardante il riciclaggio dei rifiuti tessili mediante trattamenti di depolimerizzazione selettiva. Il processo si basa su diversi stadi di solvolisi e successiva solubilizzazione; nelle fasi ulteriori del processo vengono recuperati gli amminoacidi dalle fibre animali, il glucosio dalle fibre cellulosiche, cristalli bis-idrossetil-tereftalato (BHET) dalla glicolisi delle fibre di poliestere. Le sostanze chimiche recuperate possono essere reimpiegate in diverse lavorazioni industriali: oltre al riutilizzo dei cristalli di BHET per la produzione di PET, il succo zuccherino ottenuto dalle fibre cellulosiche (cotone, raion viscosa, velluto) puo' essere sottoposto a fermentazione per la produzione di biocarburanti.
Valagro inoltre sta conducendo ulteriori ricerche per la valorizzazione dei polipeptidi ottenuti dalla cheratina contenuta nella lana, che potrebbero trovare impiego in cosmetici e prodotti per l'igiene personale.Infine ciò che residua dal trattamento chimico viene sottoposto ad estrusione, ottenendo una nuova materia prima che può essere utilizzata nell'industria della plastica, previa aggiunta di additivi.
Attualmente, i ricercatori della Valagro si stanno concentrando sulla validazione industriale del processo, sugli aspetti economici e sull' impatto ambientale.
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11/04/2014 - Nascono funghi dal riciclo dei fondi di caffè
 
I bambini del comune lucchese hanno riutilizzato oltre 100 Kg di caffè, consumato nelle loro famiglie, nella produzione del Pleurotus Ostreatus.

Il Comune di Capannori, in provincia di Lucca, ci ha abituato da tempo a buone pratiche in fatto di rifiuti. E dopo aver portato la raccolta differenziata sopra l'80%, la cittadina toscana torna a stupirci, stavolta grazie al progetto "Dal caffè alle proteine" affidato a studenti delle scuole primarie e secondarie di primo livello.
190 bambini dell'istituto comprensivo "Ilio Micheloni" di Lammari - Marlia si sono impegnati a riciclare oltre 100 Kg di caffè, consumato nelle loro famiglie, nella prima coltivazione sperimentale d'Italia del Pleurotus Ostreatus, la terza specie di funghi più commercializzati nella Penisola.

Nel dettaglio il progetto ha impiegato i fondi del caffè e una residua parte di micelio per preparare dei kit dai quali sono nati i funghi. L'iniziativa promossa dal Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori in collaborazione con l'istituto scolastico, ha presentato proprio in questi giorni i risultati:: sia i fondi del caffè sia i funghi prodotti sono stati analizzati da un laboratorio certificato dal Ministero della Salute, che ne ha attestato la completa commestibilità definendone anche il valore nutrizionale dei funghi coltivati. "A Capannori non si butta via niente. E' questo il messaggio che in questi anni abbiamo trasmesso e condiviso con i cittadini - ha commentato il vice sindaco Luca Menesini - Questo progetto innovativo e originale va proprio in questo senso, ovvero far meglio capire ai bambini e alle bambine l' importanza dei Rifiuti Zero. L'aspetto educativo ed ambientale trovano piena autorizzazione in "Dal caffè alle proteine", che afferma anche un modello di fare scuola moderno e partecipativo, che si sta sempre più affermando nella nostra comunità.
Ringrazio tutti coloro che hanno preso parte alla realizzazione di questo progetto che auspichiamo possa avere un seguito anche in altre realtà".
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11/04/2014 - Acciaio e alluminio per la nuova campagna di riciclo della Toscana
 
La nuova campagna di Revet, CiAl e Sei Toscana punta a raddoppiare le quote di riciclo di acciaio e alluminio ad Arezzo, Grosseto e Siena.

Partirà in questi giorni dalle televisioni locali la campagna di Revet, Ricrea, CiAl e Sei Toscana per raddoppiare la quantità di imballaggi in acciaio e alluminio raccolti e avviati al riciclo nelle provincie di Arezzo, Grosseto e Siena entro il 2014. Sponsorizzando la raccolta di acciaio e alluminio nei contenitori multimateriale l'iniziativa spera di riuscire a facilitare il compito dell società che si occupa della separazione dei materiali, la Sei Toscana, che in questo modo potrà consegnare con maggiore velocità a Revet gli imballaggi raccolti che potranno essere adeguatamente suddivisi e trasformati in balle di materiale che, se composte da alluminio saranno trattate da CiAl, se in alluminio andranno nelle mani di Ricrea.

Al momento la regione Toscana vanta buone percentuali di raccolta differenziata e ottimi tassi di riciclo in base a quanto accumulato e, attraverso la campagna informativa, punta a superare le 605 tonnellate di acciaio e le 120 tonnellate di alluminio raccolte nel 2013.
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09/04/2014 - Sacchetti di plastica
 
Il CoR ha chiesto all' Ue norma ancora più severe che arrivino a vietare sacchetti di plastica entro il 2020 per la salvaguardia dell'ambiente e dei mari.

Continua a far discutere la politica per la riduzione dei sacchetti di plastica in Europa, dove gli enti locali e regionali hanno criticato le proposte definendole poco ambiziose.
Con quasi 100 miliardi di sacchetti di plastica utilizzati ogni anno, i membri del Comitato delle Regioni dell' UE (CoR) ha approvato una comunicazione contenente proposte di gran lunga più severe rispetto a quelle previste dalla Commissione Europea. Il Comitato chiede un divieto totale di commercializzazione dei sacchetti di plastica entro il 2020, l'Ue chiede obiettivi vincolanti per tutti gli stati membri atti a ridurre il numero di sacchetti di plastica monouso e di fissare spese obbligatorie per tutti i tipi di sacchetti distribuiti.

Diverse misure per ridurre il consumo di sacchetti di plastica, sono già in atto in alcuni paesi europei, tra cui l'Italia dove i sacchetti monouso in plastica sono vietati.
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09/04/2014 - L'alluminio delle capsule del caffè prende nuova vita
 
Grazie al progetto Ecolaboration Nespresso garantisce il recupero e il riciclo delle capsule del caffè in alluminio, rilavorate per tornare a nuova vita.

Da tre anni il progetto va avanti con risultati decisamente positivi. 
Il cliente Nespresso ha la possibilità, nelle città partecipanti, di tutelare l'ambiente semplicemente raccogliendo le capsule usate.
Con il progetto è garantito un recupero e riciclo dell'alluminio al 100% infinite vole, un risparmio energetico del 95% rispetto al prodotto nuovo e l'utilizzo dei residui di caffè compostati per le coltivazioni di riso.

Solo nel 2013 in Italia sono state conferite dai cittadini 299 tonnellate di capsule. Rispetto al 2012 vi è stato un incremento del 76% che si spera continui ad aumentare.
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08/04/2014 - Fatturazione Elettronica Pubblica Amministrazione
 
Dal prossimo 6 giugno, scatta l'obbligo di fatturazione elettronica per le cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate dalle imprese nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni. Tale obbligo, in particolare, si applica nei confronti di ministeri, Agenzie fiscali ed Enti nazionali di previdenza e di assistenza sociale; per tutte le altre amministrazioni centrali e per le amministrazioni locali l'obbligo di fatturazione elettronica scatta, invece, dal 6 giugno 2015.

In merito alle nuove disposizioni, è stata pubblicata sul sito del Dipartimento Finanze del ministero dell'Economia la circolare interpretativa del provvedimento relativo (decreto 3 aprile 2013, n 55).

Il documento fornisce chiarimenti in merito alle varie perplessità espresse sia dai fornitori che dalle pubbliche amministrazioni stesse. Si precisa, ad esempio, che tutte le fatture dovranno passare, obbligatoriamente, dal Sistema di Interscambio istituito dal ministero dell' Economia e da esso gestito attraverso le proprie strutture societarie e che le Pubbliche Amministrazione destinatarie di fatture nell'Indice delle Pubbliche Amministrazioni (Ipa) che, a sua volta, provvederà ad assegnare un codice univoco a ciascuno dei propri uffici, nonchè a renderlo pubblico sul proprio sito (indicepa.gov.it). Questo codice dovrà, poi, essere inserito obbligatoriamente in tutte le fatture, pena il non riconoscimento da parte del sistema di interscambio. Le P.A. dovranno indicare il codice entro massimo tre mesi dalla data in cui scatterà l'obbligo di fatturazione elettronica.
Per provare che la fattura è stata emessa e che è stata ricevuta dalla P.A.,  sarà sufficiente il rilascio, da parte del sistema di interscambio, della ricevuta di consegna.
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01/04/2014 - Ue, Italia ha due mesi per recepire Legge su impatto ambientale
 
La commissione Ue ha inviato all' Italia un "parere motivato" - secondo step della procedura di infrazione - cola quale torna a chiedere di migliorare la legislazione nazionale sulle valutazioni di impatto ambientale (Via) e di recepire la normativa Ue. Se l' Italia non si metterà in regola entro i prossimi due mesi, rischia un deferimento alla Corte di Giustizia Ue. Bruxelles aveva inviato una lettera di "costituzione in mora" nell'aprile 2009 seguita da un supplemento nel febbraio 2012. Se nel tempo alcune problematicità sono state risolte, la maggior parte dei rilievi della Commissione attendono ancora una risposta soddisfacente.
I progetti presentati da Italia ad oggi, vengono infatti definiti "insufficienti" o restano in "fase di bozza" .

Le valutazioni di impatto ambientale (Via) hanno lo scopo di garantire che i progetti con un potenziale impatto significativo sull'ambiente siano valutati prima di essere autorizzati, e costituisce uno strumento di supporto decisionale di carattere tecnico-amministrativo.

In particolare, le preoccupazioni della Commissione riguardano la definizione del concetto di "progetto" nella legislazione italiana, le disposizioni in materia di partecipazione del pubblico alle procedure di VIA e la portata di alcune categorie di progetti.
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31/03/2014 - Città soffocare dallo smog
 
"Città soffocare dallo smog" dove il problema non sono più soltanto le polveri sottili (Pm10) ma ritorna anche l'incubo del benzene. 
Primo responsabile dell'inquinamento dell'aria rimane il traffico. Questo in sintesi, i risultati del viaggio in 10 città italiane del Treno Verde di Legambiente (una campagna alla quale partecipa anche Ferrovie dello Stato) che lancia il vademecum contro l'inquinamento dell'aria.

Dalle analisi dell'associazione emerge anche che in tre mesi quattro città hanno già superato "i limiti annuali di polveri sottili".
Il primo responsabile resta il traffico e la mai sanata schiavitù dell'automobile. Aria malsana che in alcuni luoghi ha fatto misurare picchi di Pm10 anche di tre volte superiori ai valori limite dettati dalla legge.
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28/03/2014 - Ue, riciclati o compostaggio per 42% rifiuti nel 2012
 
Nel 2012 il 42% dei rifiuti municipali trattati in Europa sono stati riciclati o sottoposti a compostaggio, facendo registrare un forte rialzo al 18% del 1995. Emerge da una statistica di Eurostat.

Nell'Ue-28, nel 2012 sono stati generati una media di 492 chili di rifiuti municipali a persona e 480 chili sono stati trattati secondo diverse merceologie: 34% discarica; 24% inceneriti; 27% riciclati e 15% sottoposti a compostaggio.

La quantità di immondizia generata varia fortemente da uno Stato membro all'altro. La Danimarca con 668 Kg pro capite si classifica al primo posto, seguita da Cipro, Lussemburgo e Germania, con volumi meno elevati ma che comunque superano i 600 Kg a persona. Un'altro gruppo è costituito da Malta, Irlanda, Austria, Paesi Bassi, Francia, Italia, Finlandia e Grecia, con quantità comprese tra i 500 ed i 600 Kg pro capite. In Gran Bretagna, Lituania, Spagna, Svezia, Bulgaria, Belgio, Portogallo e Ungheria i volumi sono tra i 400 e i 500 a persona, mentre sono inferiori ai 400 in Croazia, Romania, Slovenia, Slovacchia, Polonia, Repubblica Ceca, Lettonia ed Estonia.
Oltre il 50% dei rifiuti trattati è stato riciclato o sottoposto a compostaggio in Germania (65%), Austria (62%) e Belgio (57%) nel 2012.
Anche Olanda (50%), Lussemburgo (47%), Gran Bretagna (46%), Irlanda (45%) e Francia (39%) hanno fatto principalmente ricorso a questi due metodi. L'Italia ha trattato il 38% della sua immondizia con riciclo e compostaggio (rispettivamente 24% e 14%), il 41% dei rifiuti è stato invece conferito in discarica, ed il 20% in inceneritore. I Paesi che hanno scelto maggiormente la discarica sono stati Romania (99%), Malta (87%), Croazia (84%), Lettonia (84%) e Gracia (82%).

Quelli che hanno usato di più gli inceneritori: Danimarca e Svezia (52%), Olanda (49%), Belgio (42%), Lussemburgo (36%).


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27/03/2014 - Acqua contaminata per 700mila nel Pescarese
 
"L'acqua contaminata è stata distribuita in un vasto territorio e a circa 700 mila persone senza controllo e persino a ospedali e scuole". Questo il duro passaggio della relazione dell'Istituto Superiore di sanità che ha analizzato per l'Avvocatura dello Stato le acque contaminate dalla mega discarica di veleni tossici nel pescarese.
"La qualità dell'acqua è stata indiscutibilmente significativamente e persistentemente compromessa", prosegue la relazione dell'ISS depositata agli atti del processo di Chieti dove sono sotto processo i vertici di Montedison con oltre 20 indagati dopo l'inchiesta del Corpo Forestale. Il guasto "per effetto dello svolgersi di attività industriali di straordinario impatto ambientale in aree ad alto rischio per la falda acquifera e per le azioni incontrollate di sversamento", spiega il documento.

"La mancanza di qualsiasi informazione relativa alla contaminazione delle acque con una molteplicità di sostanze pericolose e tossiche, solo una parte delle quali potrà essere tardivamente e discontinuamente oggetto di rilevazione nelle acque, ha pregiudicato la possibilità di effettuare nel tempo trattamenti adeguati alla rimozione delle stesse sostanze delle acque". Così si legge nella relazione di 70 pagine che i consulenti tecnici dell' Avvocatura dello Stato Pietro Colomba, Ivano Iavarone, Mirko Baghino ed Enrico Veschetti hanno stilato sulla vicenda della mega discarica di veleni industriali di Bussi e sulla contaminazione delle falde acquifere della Val Pescara. 
"Del significativo rischio in essere non è stata data alcuna comunicazione ai consumatori che pertanto non sono stati in condizione di conoscere la situazione ed effettuare scelte consapevoli", si legge tra le conclusioni. 
Ci sono quindi incontrovertibili elementi oggettivi coerenti e convergenti nel configurare un pericolo significativo e continuato per la salute della popolazione esposta agli inquinanti attraverso il consumo e l'utilizzo delle acque, chiude l'Istituto Superiore della Sanità.
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26/03/2014 - La discarica più grande d'Europa è nel Gran Sasso
 
La Terra dei fuochi non è solo in Campania: in Abruzzo c'è una mega discarica di veleni trai parchi del Gran Sasso e della Maiella, patrimoni naturali d'Italia.
250 mila tonnellate di rifiuti tossici e scarti industriali su 30 ettari di terreno nel comune di Bussi sul Tirino, al confine tra le provincie di Pescara e l'Aquila, che valgono il triste primato di discarica più grande d'Europa. 
Un vicenda non nuova e che vede sotto accusa il polo chimico di Bussi, ex Montedison, passato al gruppo francese Solway.
Il polo ebbe un'evoluzione lungo il corso del novecento che produsse ricchezza, progresso, al prezzo di una contaminazione senza eguali, una montagna di rifiuti che ha inquinato per decenni.
Solo nel 2007 il Corpo Forestale dello Stato scoprì la discarica abusiva, sepolta nelle verdeggiante Valle del fiume Pescara.

Il colosso è stato chiuso nel 2007. 19 le persone a processo per disastro colposo e avvelenamento delle acque, tra cui ex vertici della Montedison.
Un danno che secondo l'Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca ambientale (Ispra) ammonta a 8,5 miliardi di auro per una bonifica stimata in 600 milioni, che però ancora non arriva.
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25/03/2014 - Italia Rifiuti Free
 
1293 comuni hanno superato il 65% di raccolta differenziata. Ora le buone pratiche devono consolidarsi in tutto il Paese.

Sono trascorsi 16 anni dall'approvazione del Decreto Ronchi e diverse cose sono cambiate. La rivoluzione verso la gestione sostenibile dei rifiuti ha preso il via, ha cambiato gli stili di vita di tanti cittadini (è il caso dello stop ai sacchetti di plastica non compostabile), ha raggiunto territori considerati persi (come nel centro sud dove sono diversi i Comuni ricicloni), ha permesso lo sviluppo di esperienze industriali del riciclo, uno dei pilastri della nostra green economy. Successi che ci dimostrano come sia possibile e vicina la svolta. Ma le buone pratiche purtroppo non sono ancora la regola, tante le cose che non vanno, tanti i problemi irrisolti. Abbiamo regioni in emergenza dove la raccolta differenziata non prende il via. Le imposte ignorano il principio europeo "chi inquina paga" (ovvero chi produce  meno rifiuti deve pagare meno tasse) fondamentale per incentivare cittadini e aziende a comportamenti corretti.
Le discariche costituiscono ancora una volta la via principale per smaltire i rifiuti, modalità che alimenta affari illeciti e impedisce lo sviluppo di un ciclo virtuoso fondato su riciclaggio e prevenzione. La strada non è in discesa, ma le soluzioni per raggiungere una gestione sostenibile dei rifiuti che coinvolga tutti il Paese ci sono, ve le raccontiamo in queste pagine attraverso proposte e inchieste su cui lavoriamo da anni.
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25/03/2014 - Legambiente, al via l'operazione scuole pulite
 
Murales, pulizia delle aule, piantumazione di piante e fiori nei cortili, ritinteggiature degli spazi comuni: saranno 571 le scuole italiane coinvolte, con oltre 95mila studenti, dall'iniziativa "Nontiscordardimé" di Legambiente, che sabato 15 marzo tornerà a celebrare la giornata nazionale di volontariato dedicata alla qualità e alla vivibilità degli edifici scolastici.

L'iniziativa, spiega Vanessa Pallucchi, responsabile nazionale di Legambiente Scuola e Formazione, "vuole essere una giornata di festa e di impegno collettivo per salvaguardare, tutelare e valorizzare la scuola e il territorio in cui si vive.
Da sempre crediamo nel ruolo di interscambio fra scuola e territori, una scuola in grado di sensibilizzare le nuove generazioni alle tematiche ambientali e di promuovere buone pratiche di cittadinanza attiva e di sostenibilità del territorio. Per questo, dopo anni di disinvestimento nella scuola pubblica aspettiamo fiduciosi che questo governo avvii il nuovo corso come annunciato".

Stando al dossier "Ecosistema Scuola 2013" di Legambiente, in Italia il 37,6% delle scuole necessita di interventi di manutenzione urgente, il 40% è privo del certificato di agibilità, il 38,4% si trova in aree a rischio sismico e il 60% non ha il certificato di prevenzione incendi".
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25/03/2014 - CINA - Droni cattura smog
 
In Cina a combattere lo smog arrivano i nuovi droni "cattura inquinamento". Il particolare velivolo senza pilota, testato con successo durante il fine settimana nella provincia di Hubei, è stato progettato per disperdere le particelle inquinanti sopra le città.

Il progetto, guidato dalla China Metereological Administration e da esperti di aviazione, è stato realizzato dalla società statale Aviation Industry Corp of China (AVIC). Chiamato "Parafoil" il dispositivo anti inquinamento è montato su un drone munito di un paracadute per il volo planato e può trasportare fino a 700 chilogrammi di prodotti chimici anti-smog che possono essere spruzzati entro un raggio di cinque chilometri. Questi particolari prodotti (catalizzatori chimici) reagiscono poi con le particelle di smog e "bloccano" le sostanze inquinanti facendole cadere a terra.

Secondo i progettisti, il nuovo velivolo costa il 90% in meno rispetto ai droni ad ala fissa attualmente utilizzati in Cina per eliminare l'inquinamento. Il Parafoil sembra inoltre essere più preciso, più facile da controllare e non possiede complicati requisiti di atterraggio.
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25/03/2014 - CINA - Droni cattura smog
 
In Cina a combattere lo smog arrivano i nuovi droni "cattura inquinamento". Il particolare velivolo senza pilota, testato con successo durante il fine settimana nella provincia di Hubei, è stato progettato per disperdere le particelle inquinanti sopra le città.

Il progetto, guidato dalla China Metereological Administration e da esperti di aviazione, è stato realizzato dalla società statale Aviation Industry Corp of China (AVIC). Chiamato "Parafoil" il dispositivo anti inquinamento è montato su un drone munito di un paracadute per il volo planato e può trasportare fino a 700 chilogrammi di prodotti chimici anti-smog che possono essere spruzzati entro un raggio di cinque chilometri. Questi particolari prodotti (catalizzatori chimici) reagiscono poi con le particelle di smog e "bloccano" le sostanze inquinanti facendole cadere a terra.

Secondo i progettisti, il nuovo velivolo costa il 90% in meno rispetto ai droni ad ala fissa attualmente utilizzati in Cina per eliminare l'inquinamento. Il Parafoil sembra inoltre essere più preciso, più facile da controllare e non possiede complicati requisiti di atterraggio.
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25/03/2014 - Eco-edilizia ancora lontana
 
"Troppe regioni inadeguate e nessun controllo sulle certificazioni". 
Questo è il risultato della radiografia energetica del patrimonio edilizio italiano contenuto nel dossier di Legambiente "Tutti in classe A", presentato sul Treno verde alla stazione Termini a Roma, che ha preso in esame 500 strutture in 47 città italiane da Bolzano a Catania.

Le uniche buone notizie, spiega il report sulla qualità edilizia del nostro Paese, arrivano da Trento, Bolzano, Piemonte e Lombardia, promosse per l'efficienza energetica. In 13 regioni non esistono controlli sui certificati di prestazione energetica. Mentre dalle analisi delle termografie vengono bocciati gli edifici progettati da architetti noti come Fuksas, Portoghesi e Krier.

Secondo l'associazione servono "controlli e nuove politiche per la riqualificazione dei condomini"; tanto che il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, parla di obiettivo che l'Italia deve darsi anche per uscire dalla crisi grazie all'impulso che ne può derivare per economia ed occupazione: l'innovazione ambientale rappresenta la via più interessante e utile per risollevare il settore immobiliare e dell'edilizia. Inoltre grazie ad interventi di efficienza in edilizia si possono avere 1000 euro di risparmio a famiglia.
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24/03/2014 - Spedizioni illegali di rifiuti
 
Per ridurre le spedizioni illegali di rifiuti l' Unione Europea voterà il regolamento che aumenterà i controlli e inasprirà le sanzioni.

Migliorare i controlli servirà a ridurre significativamente le spedizioni illegali di rifiuti.
Questo è quanto comunica la commissione Ambiente ricordando che ha in programma un progetto di norme comunitarie che richiederanno agli Stati Membri dell' Unione europea di bloccare le spedizioni illegali di rifiuti all'interno e all'esterno dell' Unione europea.
Queste regole, informalmente concordate con i ministri dell' UE, dovrebbero colmare le lacune giuridiche e aumentare il numero delle ispezioni. Gli Stati membri dovrebbero così includere nelle loro ispezioni un numero minimo di controlli fisici, dando agli ispettori più poteri.

Il progetto di regolamento sulle spedizioni di rifiuti mira a rafforzare le disposizioni di controllo della legislazione esistente inserendo requisiti più forti sulle ispezioni nazionali e di pianificazione.
Gli Stati membri sarebbero così tenuti ad effettuare valutazioni dei rischi per i flussi e le fonti di spedizioni illegali di rifiuti specifici e a stabilire le priorità nei piani di ispezione annuale concedendo agli ispettori il potere di esigere prove di presunte esportazioni illegali di rifiuti.

"Troppi Stati membri stanno trascinando le cose e non stanno svolgendo ispezioni in tempo reale né i controlli sulle spedizioni illegali di rifiuti dai loro territori. Sebbene il regolamento sulle spedizioni di rifiuti richieda che tutti i rifiuti esportati al di fuori dei paesi OCSE debbano essere trattati in modo ecologicamente corretto per proteggere i cittadini e l'ambiente, le ispezioni hanno dimostrato che circa il 25% delle spedizioni di rifiuti all'interno dell' UE non sono conformi con il regolamento". Questo quanto annunciato da Bart Staes.

Seguendo il regolamento gli Stati saranno obbligati a redigere una relazione dettagliata evidenziando i risultati delle ispezioni, le informazioni sulle misure esecutive e le eventuali sanzioni applicate. Il testo sarà messo ai voti del Parlamento durante la sessione plenaria di Strasburgo del 14/17 aprile, con la possibilità di applicare il nuovo regolamento a partire dal 1° gennaio 2016.
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24/03/2014 - F-GAS
 
L'appello di Legambiente e Hudson Tecnology invita a gestire correttamente gli F-gas per ridurre l'impatto inquinante e l' effetto serra causato da fluorocarburi.

Legambiente e Hudson Tecnology si sono schierate a favore della riduzione dell'utilizzo dei gas CFC, HCFC e HFC impiegati nei sistemi di raffreddamento di elettrodomestici come frigoriferi e condizionatori al fine di limitarne l'elevato impatto inquinante.

Per far capire all'Europa l'elevato potenziale inquinante dei fluorocarburi, le due realtà vogliono promuovere la campagna d'informazione per la corretta gestione di questi gas nei dispositivi a fine vita che tanto danneggiano lo strato di ozono contribuendo all'effetto serra e rappresentando in Italia il 50% delle potenziali emissioni climalteranti.
E' importante far conoscere al cittadino la corretta gestione dei gas presenti negli elettrodomestici non più funzionanti, che vanno conferiti ai centri di raccolta specializzati.
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19/03/2014 - Cellulari - caricatore unico
 
Gli eurodeputati hanno approvato lo scorso giovedì la revisione normativa UE sulle apparecchiature radio.

Ridurre gli sprechi, i costi ed i problemi per gli utenti.
Questo il triplice obiettivo della revisione normativa approvata dai deputati dell'Europarlamento e dedicata alla apparecchiature radio. Nel nuovo progetto di legge si chiede una modernizzazione della attuale legislazione.
Modernizzazione che inizia con l'esigenza di un caricabatteria unico per gli apparecchi telefonici cellulari che sia uguale per tutti quelli venduti nella Comunità Europea.
La direttiva deve essere formalmente approvata del Consiglio e così gli Stati membri avranno due anni di tempo per inserire le nuove norme nelle loro leggi mentre i produttori avranno un ulteriore anno in più per conformarsi alla legislazione.
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19/03/2014 - Due Leoni: Sfasciacarrozze come discariche a cielo aperto, chiuse!
 
L'azione da parte delle Fiamme Gialle con l'ausilio della Polizia Locale.
Nelle due aree di 17mila metri quadrati, trovati 25 lavoratori in nero.Rischio di contaminazione delle acque.

Due pericoloso discariche a cielo aperto di circa 17mila metri quadrati in cui erano depositate carcasse di autovetture ed altro materiale ferroso, sono state sequestrate dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma. Le indagini sono scattate dopo l'avvistamento dall'alto da parte di un velivolo del Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia.

Dopo la scoperta, le Fiamme Gialle del Gruppo di Frascati hanno avviato gli accertamenti sulle attività di autodemolizione che si svolgevano sui terreni e sui loro gestori pluripregiudicati per diversi reati anche legati agli stupefacenti. Scattata l'irruzione con le unità cinofile antidroga ed i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego e l'ausilio degli agenti del VI Gruppo Torri della Polizia Locale di Roma Capitale, sono stati trovati 25 lavoratori in nero intenti a fornire la loro opera, uno dei quali extra-comunitario privo del permesso di soggiorno nel territorio nazionale; nonché rinvenuti 350 grammi di sostanze stupefacenti fra marijuana e hashish.

All'interno dei due siti, nella disponibilità di altrettante imprese, veniva da tempo svolta l'attività di demolizione di autoveicoli, nonché di commercio di parti di motore e carrozzeria: una di esse era sprovvista dell'autorizzazione prevista, mentre l'altra, regolarmente autorizzata, esercitava violando le prescrizioni vigenti in tema di trattamento dei rifiuti speciali. Numerosi sono stati i motori, i catalizzatori, gli pneumatici e le carcasse di auto rinvenuti a contatto con il suolo.

Al fine di scongiurare la possibile contaminazione delle acqua che si trovano nelle immediate vicinanze della discarica, saranno avviate le procedure per la loro bonifica a cura dei responsabili.
Sono ora in corso gli accertamenti volti a dimensionare l'effettivo giro di affari delle due imprese per la tassazione dei profitti illecitamente conseguiti ai fini delle imposte sui redditi, dell' Iva e dell' Irap.

Quattro le persone denunciate all'autorità giudiziaria competente per i reati di gestione di discarica abusiva, utilizzo di personale non in regola con la normativa sull'ingresso ed il soggiorno nel territorio nazionale e detenzione di sostanza stupefacenti. I gestori inoltre dovranno rispondere anche alla Direzione Provinciale del Lavoro per le violazioni alla normativa sul lavoro.
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11/03/2014 - I GREEN LOOP
 
Isole artificiali per compostare i rifiuti organici direttamente in città: sono i Green Loop, veri parchi urbani galleggianti lungo le rive di New York.

La città di New York, con le sue 14000 tonnellate annue di rifiuti, occupa un posto importante nella classifica mondiale.
Gli architetti di Present architecture, lanciano la proposta di ribaltare questa situazione creando dei Green Loop, originali isole per il compostaggio dalle innumerevoli potenzialità.

Il progetto propone di creare una rete di isole sparse in tutto il lungomare di New York, accorciando notevolmente il tragitto quotidiano dei mezzi dedicati alla raccolta di rifiuti, con conseguente diminuzione delle emissioni e delle spese di gestione.


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11/03/2014 - Accordo CNR - CONAI
 
E' stato firmato a Roma il 5 marzo l'accordo quadro che, con un investimento di circa 800.000 €, punta allo sviluppo di progetti innovativi di ricerca sul riciclo dei rifiuti di imballaggio.


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11/03/2014 - SISTRI: in arrivo l'esenzione per imprese ed enti fino a 10 dipendenti.
 
Il Ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, al lavoro per una semplificazione del sistema. Prorogata anche la scadenza per il versamento dell contributo annuale che passerà dal 30 aprile al 30 giugno 2014.

Il Governo e, in particolare, il Ministero dell'Ambiente hanno avviato una fase di perfezionamento  di un nuovo testo che cercherà di semplificare il SISTRI e ridurre il numero delle imprese coinvolte nel sistema.
Secondo la nota del neo ministro Galletti, attraverso un nuovo Decreto, saranno assoggettate al sistema solo le imprese ed enti produttori  iniziali di rifiuti con più di 10 dipendenti nei settori dell'industria, artigianato, commercio e servizi. Il Decreto contiene inoltre altre semplificazioni finalizzate a venire incontro alle esigenze dei produttori al fine di assicurare un "decollo" della fase 2 del sistema che sia  meno problematica possibile.
Dal 3 marzo infatti è partito il nuovo regime telematico per la registrazione dei rifiuti speciali pericolosi, trasportati o smaltiti da imprese ed enti.
Confermata anche la proroga della scadenza per il versamento del contributo annuale che passerà dal 30 aprile al 30 giugno 2014.
Per gli enti e le imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi che non sono obbligati ad aderire al sistri, e che non vi aderiscono volontariamente, restano fermi gli adempimenti r gli obblighi relativi al mud, alla tenuta dei registri di carico  e scarico e del formulario di identificazione di cui agli art. 190 e 193 del D. Lgs. n- 152/2006 e s.m.i..
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03/03/2014 - SLITTAMENTO SANZIONI SISTRI
 
Con l'approvazione del dc. Decreto Milleproroghe 2013, in materia di SISTRI è sancito lo slittamento al 1° gennaio 2015 l'entrata in vigore delle sanzioni.
Ci riserviamo di essere più precisi con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del relativo testo.
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25/02/2014 - ISCRIZIONE ALBO NAZIONALE GESTORI AMBIENTALI
 
Siamo iscritti all'Albo Nazionale Gestori Ambientali per la categoria 8F "intermediazione rifiuti pericolosi e non".
ISCRIZIONE N: FI 24519
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17/02/2014 - DA BUSTE DI PLASTICA SI PUO' RICAVARE IL DIESEL
 
I sacchetti di plastica, fonte abbondante di rifiuti in mare e sulla terraferma, possono essere convertiti in diesel, gas naturale e altri prodotti utili. Lo hanno sperimentato i ricercatori dell'Illinois Sustainable Technology Center, che sottolineano come la conversione produca più energia di quanta ne consumi.
Da quanto si legge nell'articolo, il procedimento consente di ottenere combustibili per il trasporto, come ad esempio il diesel, che puo' essere miscelato con il gasolio a basso tenore di zolfo e con il biodiesel. Dai sacchetti della spesa si possono però ricavare anche altri prodotti come il gas naturale, la nafta solvente, la benzina, le cere e gli oli lubrificanti, tipo l'olio per motori o quello idraulico.
Dalla distillazione del greggio è possibile ottenere solo il 50-55% di combustibili, ma dalla distillazione dei sacchetti di plastica, che sono costituiti da petrolio, si puo' recuperare quasi l'80% di combustibile. Il procedimento ha inoltre il vantaggio di poter essere seguito tramite pirolisi, un processo di decomposizione termochimica che prevede il riscaldamento dei sacchetti in totale assenza di ossigeno.
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17/02/2014 - ITALIA SEMPRE MEGLIO SUL TAGLIO EMISSIONI CO2
 
Stime per l'Italia sulle emissioni di gas serra dell'anno appena trascorso e valutazioni sulle prospettive delle politiche energetiche e climatiche anche in Europa sono contenute nel "Dossier Kyoto" che è stato presentato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile il 13 febbraio, secondo il quale l'Italia è sempre più virtuosa sulle emissioni di CO2.

Questo quanto riportato dallo studio: "dopo aver centrato lo scorso anno gli obiettivi del Protocollo di Kyoto, prosegue la strada maestra per la riduzione della CO2".
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24/01/2014 - L' ECOPOINT GARBY TRASFORMA I RIFIUTI IN SCONTI SPESA
 
Conferire i rifiuti nell'Ecopinto Garby si tradurrà per i cittadini di Grugliasco in buoni sconto per la spesa o per l'acquisto di biglietti teatrali.

Nel Torinese la spazzatura si trasforma in denaro. Come? Per merito di Ecopoint Garby, dove i cittadini, conferendo i propri rifiuti possono ottenere in cambio eco-sconti. Bottiglie in Pet, flaconi in HDPE e lattine in alluminio.
Conivolgendo i cittadini l'iniziativa punta ad aumentare i tassi di riciclo.
L'assessore Luigi Turco, spiega che differenziale meglio i materiali riciclabili, è un beneficio per l'ambiente cittadino e il bilancio delle famiglie.
Inserendo i materiali nell'eco-compattatore il cittadino riceverà uno scontrino che vale come sconto di 3 centesimi per ogni pezzo conferito, spendibile in un supermercato della zona oppure valevoli come minorazione sul prezzo dell'acquisto di biglietti teatrali.
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24/01/2014 - L' AERONAUTICA DIVENTA GREEN
 
Produrre vernici ecocompatibili per l'aeronautica è lo scopo del progetto europeo ECOPROT, che vuole rendere più verde l'intero settore.

Uno degli obiettivi chiave della ricerca europea è valorizzare le scoperte e inserirle nel mercato per ottenere vantaggi economici e ambientali.
ECOPROT mira a industrializzare un processo innovativo finalizzato alla produzione di vernici ecocompatibili che fungono da protezione contro la corrosione delle leghe in alluminio e magnesio, utilizzate nel mercato aeronautico.Ad elevato potere anti corrosione e atossiche, queste vernici sono rese appetibili per l'intero settore impegnato nella riduzione del proprio impatto inquinante.
Anche la produzione di queste vernici prevede una riduzione dell'utilizzo di acqua ed energia.
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05/12/2013 - AUTO ARIA COMPRESSA
 
IN SARDEGNA LA PRIMA FABBRICA 

La prima fabbrica di auto ad aria compressa sarà in Sardegna.
Si tratta del progetto air mobility, presentato in occasione della settimana europea della mobilità sostenibile, nato da un gruppo di imprenditori sardi il cui obiettivo è quello di realizzare una fabbrica di autoveicoli ad aria compressa in Sardegna.
La Ari Mobility di Cagliari è licenziataria unica per l'Europa di MDI-Italia, filiale della MDI lussemburghese, la società che detiene il brevetto dell'ingegnere francese Cyril Nègre, inventore del motore ad aria compressa.
La fase di produzione sarà composta da micro-fabbriche diffuse sul territorio e totalmente autosufficienti dal punto di vista energetico. Viene superato il concetto di grande impianto centralizzato per riunire in un'unica entità concessionario/produttore/partner.
Grazie ai particolari sistemi di produzione, ai materiali e alle tecnologie innovative di assemblaggio, i costi si abbassano notevolmente permettendo di assumere un 30% in più di mano d'opera.Questo nuovo concetto di fabbrica, garantisce la qualità di un prodotto "fatto a mano" e permette un contatto diretto tra produttore, cliente ed assistenza.
L' auto dovrebbe vedere la luce entro la prossima estate in Sardegna. Una city car a tre posti, dotata di un motore ad aria compressa, ad un costo di circa 7.000 € e che potrà godere di tutti i vantaggi delle auto elettriche.

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04/12/2013 - GAS REFRIGERANTI
 
In questi giorni l'Europa discute la normativa  sui gas refrigeranti. Legambiente e Assofrigoristi si schierano a favore di una normativa più severa per proteggere l'ambiente.

La lotta dell'Italia contro l'inquinamento atmosferico causato dal rilascio dei gas refrigeranti continua. Legambiente e Assofrigoristi hanno lanciato un appello che sta facendo riflettere l'Europa.
Il sempre maggiore utilizzo di condizionatori e altri dispositivi inquinanti ha prodotto in Italia un notevole aumento di rilascio di gas refrigeranti stimabile in una percentuale del 60%. Dati allarmanti se si pensa che in Europa invece è diminuito del 15% l'inquinamento da gas serra.
Il nuovo regolamento dovrebbe garantire la tracciabilità dei gas e dei dispositivi che li contengono, oltre a riportare ordine nel suo mercato.
I produttori dovrebbero esser in grado di offrire prodotti sicuri e valide alternative a questi prodotti inquinanti.
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04/12/2013 - MERCATO AUTO
 
In Europa l'Italia è il mercato che soffre maggiormente. 
Si resta in attesa di interventi per la soppressione della tassa sulle auto di lusso e per la diminuzione della pressione fiscale sugli automobilisti.

Ancora un segno negativo per il mercato auto europeo che chiude i primi otto mesi dell'anno con un calo del 5,2%.
Questo quanto commenta Romano Valente, Direttore Generale UNRAE:
"Il comune denominatore tra i due grandi mercati è la prospettiva positiva dettata dalla stabilità politica e dal miglioramento degli indicatori economici. In questo l'Italia potrebbe cogliere opportunità di invertire il trend del mercato da una situazione economica che comincia a far vedere piccoli segnali di miglioramento. Per ottenere il risultato sperato, oltre la stabilità politica, sarà necessario continuare a lavorare per ridurre il carico fiscale su famiglie ed imprese, migliorare la loro capacità di spesa, rilanciare i consumi e con essi la spirale positiva della domanda e dell'economia".

Secondo i dati diffusi da ACI, ad agosto le radiazioni di vetture sono state 75.329, mentre nell'intero periodo gennaio-agosto, sono state 962.461 che, rispetto alle 893.037 immatricolazioni, sta ad indicare un'uscita dal parco di 69.424 vetture.
In difficoltà anche il mercato dell'usato, con segna negativo sia per le quattro che per le due ruote.
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04/12/2013 - GREEN CAR
 
AUTO ELETTRICHE: un progetto da avviare.
Un piano di lavoro di grande importanza che deve impegnare tutti i Governi di Parsi europei nel divulgare le opportunità doverose agli imprenditori ed industriali automobilistici.

Implementare il mercato dei veicoli a trazione elettrica rappresenta vantaggi a vari livelli, tanto sul territorio nazionale quanto su quello europeo. In primo luogo perché dare vita ad una filiera produttiva di automezzi green consentirebbe l'evoluzione di un modello imprenditoriale innovativo per il mercato e soprattutto per le abitudini dei cittadini; in secondo luogo, perché si concorrerebbe all'eliminazione progressiva dei maggiori fattori di rischio per la vecchia Europa, ovvero: la dipendenza dalle fonti fossili ed il crescente inquinamento dell'aria con conseguenze sulla salute dei cittadini, sull'ambiente e sulla qualità della vita.
Viceversa uno sviluppo armonico delle fonti energetiche alternative ridurrebbe di una percentuale significativa l'inquinamento atmosferico che - secondo l'OMS - sta ponendo seri problemi alla salute degli europei, soprattutto quelli che vivono nelle aree metropolitane e che convivono quasi quotidianamente con i livelli di PM10.
La sigla PM10 (Materia Particolata) identifica materiale presente nell'atmosfera in forma di particelle microscopiche. Nello specifico, le principali fonti di PM sono: sorgenti legate all'attività dell'uomo, processi di combustione (tra cui quelli che avvengono nei motori a scoppio, negli impianti di riscaldamento, in molte attività industriali, negli inceneritori e nelle centrali termoelettriche), ma anche usura pneumatici e dinamiche di attrito sui sistemi frenanti e lo stesso asfalto. In genere, le patologie legate all'inquinamento da polveri sottili sono riconosciute come l'asma, le affezioni cardio-polmonari e la diminuzione delle funzionalità polmonari.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità, sulla base di uno studio condotto dal 200 su otto città nel mondo, stima che le polveri sottili siano causa dello 0,5% dei decessi registrati annualmente. Si comprende bene quindi quanto sia importante lanciare a livello comunitario un preciso indirizzo verso il settore automotive in vista di un suo rinnovamento tecnologico.
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15/11/2013 - I fondi di caffè si trasformano in pellet e fertilizzante
 
I fondi di caffè non sono più rifiuti ma una preziosa risorsa. Grazie ad una idea della friulana CDA si trasformano in pellet e fertilizzante biologico.

Sempre più diffuse in scuole e uffici, le macchine automatiche distributrici di bevande calde hanno tutti i giorni a che fare con i fondi di caffè che rimangono nei dispositivi e vanno gestiti.
Dall'ingegno di un'azienda friulana e dalla collaborazione con l'Università di Udine e Blucomb - spin-off dell'Ateneo che si occupa di produzione e utilizzo di carbone vegetale - la Cattelan Distributori Automatici (CDA) ha potuto veder realizzato il suo progetto di riciclo e riutilizzo degli scarti del caffè.
Dopo aver reso la sua sede completamente autonoma dal punto di vista energetico e organizzato la distribuzione con mezzi ecologici per la CDA è ora la volta della gestione dei residui di caffè che potranno trasformarsi in pellet e in fertilizzanti.
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15/11/2013 - La Battaglia di Scanzano insegna
 
A quasi dieci anni dalla storia che vide protagonista questo piccolo paesino della Basilicata, vogliamo ricordare a coloro che prendono decisioni che coinvolgono un territorio ed i suoi abitanti, farebbero bene ad esaminare con attenzione le motivazioni di coloro che si oppongono perchè costoro potrebbero anche avere ragione. Le valutazioni di cosiddetto "impatto ambientale" erano state originariamente studiate proprio come processo pubblico da svolgere alla presenza e con il contributo delle popolazioni interessate, inviate ad esaminare tutti gli aspetti economici ed ecologici del progetto.
Questo però non avviene praticamente mai!
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13/11/2013 - PFU: il Protocollo di Intesa ANCI - ACOPNEUS
 
L'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ed Ecopneus svilupperanno iniziative congiunte per combattere il fenomeno dell'abbandono degli pneumatici fuori uso e arrivare ad una loro corretta gestione in tutta Italia.

Monitorare i conferimenti di pneumatici fuori uso (PFU) nelle piazzole comunali, promuovere le applicazioni della gomma da riciclo nella Pubblica Amministrazione e arrivare ad un corretto sistema di gestione di tutta la filiera.
Sono questi gli obiettivi alla base del Protocollo di Intesa tra l'Associazione Nazionale Comuni Italiani ed Ecopneus, che porterà allo sviluppo di azioni congiunte di studi, monitoraggi e informazione sul fenomeno dell'abbandono o della non corretta gestione degli PFU. Grazie al protocollo, infatti, sarà costituito un gruppo di lavoro che avrà il compito di integrare i dati sui flussi di pneumatici fuori uso raccolti da Ecopneus con quelli dei Comuni e delle aziende incaricate, nell'ottica di individuare le maggiori criticità e i flussi irregolari di conferimento, stimare l'evasione fiscale ad essi collegata e individuare le soluzioni ad hoc. 
Il gruppo di lavoro fornirà il proprio contributo anche nella realizzazione di un catasto degli stock storici, per favorire la rimozione ed il recupero degli PFU abbandonati lungo lo stivale.

Chiave di volta dell'accordo sarà la promozione dell'impiego della gomma da riciclo di pneumatici fuori uso presso la Pubblica Amministrazione, favorendo la realizzazione, ad esempio, di asfalti gommati per le strade e per le pavimentazioni sportive, così come applicazioni per l'isolamento acustico e l'anti-sismica.
E' questo il contesto in cui vanno inquadrate le iniziative per sensibilizzare gli utenti che i due firmatari avvieranno congiuntamente per sostenere le buone pratiche di gestione degli PFU attraverso convegni, seminari, articoli, studi e ricerche.
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12/11/2013 - Rottami Musicali
 
Arriva dal New Jersey l'idea di recuperare i rottami dell' auto per trasformarli in strumenti musicali.

Il ciclo dei rottami oltre a essere un fiorente motore economico è anche motivo di creazioni artistiche alquanto originali. The Car Music Project è il progetto che ha portato alla creazione di strumenti musicali a partire dal recupero dei rottami automobilistici. Nell'orchestra, composta da ben 22 elementi, sono presenti strumenti sia a corda sia a fiato, nonché ottoni e percussioni, tutti rigorosamente realizzati con i vecchi materiali provenienti dall'auto giunta a fine vita.
Oltre ad essere molto belli, la musica che essi riescono a produrre è davvero incredibile.
Il produttore di The Car Music Project, Bill Milbrodt, spiega che la parte difficile è stata armonizzare tutti gli strumenti affinché potessero essere in perfetta sintonia. Nel team coinvolto per realizzare l'impresa, sono stati coinvolti meccanici professionisti, musicisti, un ingegnere, un fisico e un tagliatore del vetro.
Dal 1995, anno in cui tutto è cominciato, la prima esibizione risale al 2005.
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06/11/2013 - Nuovi paletti alle Esportazioni Illegali
 
Il traffico illecito di rifiuti rappresenta uno dei problemi ambientali ed economici più rilevanti del pianeta. E' noto infatti che una corretta gestione dei materiali di scarso dei processi antropici (dai semplici rifiuti urbani ai più complessi rifiuti industriali), costituisce una "banca" di materia prima e rigenerato tale da influire notevolmente sui costi di produzione.
Senza contare che estrarre meno materia prima (minerali, metallo, legno, cellulosa e petrolio) significa diminuire l'impatto degli interventi umani sul territorio e le possibilità di inquinamento.
Ma c'è anche un altro fatto da tenere in considerazione, quello meramente economico: sottrarre materiali da riciclo al mercato onesto si traduce in termini di concorrenza in una sorta di "mercato parallelo"; un' opera "al nero" che ingenera lauti guadagni per pochi nel breve periodo, ma spalma i costi ambientali su tutta la comunità.
Ha poi, l'assurdo che imprese che hanno fondato il loro core business sulla gestione lecita del rifiuto e del suo trattamento/riciclo, pagando autorizzazioni e onerose verifiche, si vedano sottrarre materiali preziosi che spariscono dal mercato per vie sotterranee ed i barba ai vari controlli.Uno degli effetti del traffico illecito di rifiuti è quello di ri-immettere sul mercato prodotti di dubbia provenienza e fabbricazione, magari contaminati e che, comunque, sono frutto di produzioni che abusano di manodopera sottopagata e aliena alle più elementari regole di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per questo la Commissione Europea ha inteso mobilitarsi per fronteggiare questo fenomeno suggerendo di rafforzare la legislazione in materia di ispezioni nazionali delle spedizioni di rifiuti al fine di armonizzare i livelli di controllo in tutti gli Stati membri.
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05/11/2013 - L' Italia bocciata dal XX rapporto Ecosistema Urbano
 
La pubblicazione del XX Rapporto Ecosistema Urbano evidenzia un' Italia dove è poca l' attenzione all' ambiente e stentano a crescere i servizi green.

Emergenza smog costante, trasporto pubblico inefficiente, aumento del numero delle auto private e perdite di acqua potabile. Queste le caratteristiche dell' Italia disegnata da Legambiente nella nuova edizione del rapporto Ecosistema urbano 2013 presentato a Bologna.
Nel documento vengono elencate le ecoperformance dei capoluoghi di provincia italiani, classificati a seguito di dell' assegnazione di un voto espresso in centesimi che purtroppo ha dato la sufficienza solamente a 11 città, sufficienza che rimane tristemente il voto più alto. 
Il documento disegna quindi il profilo di un paese apatico e pigro che poco sta facendo per il bene della propria popolazione e del territorio nonostante conosca bene i danni causati dall' eccessivo inquinamento e dal consumo irrazionale delle risorse.

I dati ottenuti mediante un sondaggio rivolto e redatto dalle amministrazioni dei comuni capoluogo, vede sul podio delle migliori città Venezia  per la categoria "grnadi" grazie alla riduzione della percentuale di polveri sottili e cresce la percentuale di acqua depurate, Trento per le "medie" e Belluno per le "piccole". Dallo smog di Milano fino a Palermo dove depurare le acque sembra una missione impossibile.
Cala per fortuna la produzione di rifiuti e aumenta il tasso di raccolta differenziata rispetto al 2012.A crescere però è anche il numero delle vetture circolanti con un declino parallelo del trasporto pubblico. Rimangono fermi gli indici di crescita di isole pedonali, zone a traffico limitato e reti ciclabili urbane.
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05/11/2013 - Rifiuti Tossici in Molise
 
La giunta regionale interviene per dare risposte a tutti i cittadini molisani alla luce dell' allarmante quadro emerso dalla pubblicazione dei verbali desecretati dell' audizione del pentito Carmine Schiavone. Del 3 novembre la delibera di giunta che formalizza l' istituzione di un gruppo di lavoro che dovrà individuare le aree del Molise teatro del presunto sversamento di rifiuti tossici.
Compito del team di esperti sarà accertare la precisa allocazione dei rifiuti, al momento individuata nell' area della provincia di Isernia, stando alle dichiarazioni di Schiavone. Inoltre condurrà precise e capillari attività di monitoraggio sulle zone segnalate.
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16/09/2013 - OPERATIVITA' DEL SISTRI - D.L. 31/08/2013 n. 101
 
E' stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 31 agosto il Decreto Legge n. 101 arrecante le disposizioni ed i termini di inizio operatività del SISTRI in base alle tipologie di rifiuto trattate.
In particolare "... per gli ente e le imprese che trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale, o che effettuano operazioni di recupero, trattamento, smaltimento, commercio e intermediazione di rifiuti pericolosi, inclusi i nuovi prodotti, il termine iniziale di operatività del SISTRI è fissato per il 1° ottobre 2013." (Capo IV, Art. 11, comma 2).
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18/03/2013 - Questo sito nasce dall'unione in un consorzio da parte di un gruppo di aziende di autodemolizione presenti sul territorio toscano.
 

Questa fusione di sinergie e l'autoregolamentazione è garanzia di un elevato standard di qualità da parte delle ditte stesse che intendono offrire alla propria clientela, enti o comuni un servizio innovativo e logistico dove un qualsiasi problema di reperimento ricambi, oppure dismissione di flotte di veicoli viene curato particolarmente al fine di offrire il miglior servizio.

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Consorzio Autodemolitori della Toscana - P. Iva 04907870481
Sede legale: Piazza Petrucci, 8 54100 Camaiore (LU)
Sede operativa: Via Massa Avenza, 150 - Area Montedison ex Cersam - 54100 Z. I. MASSA
www.consorzioautodemolitoridellatoscana.com
cons-autodem-toscana@libero.it
Tel. 0585/856767 - fax 0585/505637