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Fuel Cells per connettere gli smartphone 17/02/2015
Le celle a combustibile possono rappresentare un'alternativa concreta alle fonti di alimentazione standard.

Nel 2014 l'uso mondiale degli smartphone è cresciuto del 25%, e la maggior parte delle stazioni per le telecomunicazioni che connettono questi smartphone con il mondo esterno non è collegata alla rete elettrica. Questa crescente pressione su impianti autoalimentati richiede continui sforzi per mettere insieme generatori di energia sempre più innovativi, affidabili, efficienti, efficaci dal punto di vista dei costi e sostenibili.
Attualmente, la maggior parte delle stazioni per le quali il collegamento alla rete elettrica non è un'opzione fanno affidamento su batterie e generatori diesel. Il progetto europeo FCPoweredRBS, invece, mira a dimostrare che le celle a combustibile rappresentano un'alternativa concreta a queste fonti di elettricità standard. Per fare ciò, il gruppo di ricerca sta testando una soluzione su misura basata sulle fuel cells in varie stazioni sparse per l'Italia. Questa soluzione specifica è stata costruita dal team del progetto e integra diversi componenti che forniscono elettricità (celle a combustibile, fotovoltaico e batterie) nel "modo più efficiente ed affidabile".
"Lo scopo principale del progetto è chiaro - afferma Giancarlo Tomarchio, coordinatore del progetto - ossia dimostrare che la tecnologia delle celle a combustibile per le applicazioni non collegate alla rete elettrica nelle telecomunicazioni è pronta  dal punto di vista industriale ed è anche allettante per il mercato".
Coinvolti in questo progetto vi sono sia industrie che centri di ricerca.
I ricercatori stanno, ad oggi, effettuando una serie di prove sul campo, che consistono nel sostituire l'alimentazione di 15 stazioni radio di base nella rete attiva di operatori italiani delle telecomunicazioni scelti con la nuova alimentazione appunto, che integra diversi componenti che forniscono elettricità (celle a combustibile, fotovoltaico e batterie) tenendo a mente efficienza e affidabilità. 
Il valore aggiunto nell'utilizzare la tecnologia basata su idrogeno e celle a combustibile per alimentare le stazioni per le telecomunicazioni, sta proprio nei minori costi di esercizio. In generale, i ricercatori ritengono sia possibile fornire gli operatori delle telecomunicazioni alcuni benefici per quanto riguarda il "costo totale di processo" (TCO), un fattore  che al giorno d'oggi rappresenta un forte argomento per qualsiasi responsabile di gestione dell'energia. Inoltre, il sistema include un contatore intelligente e un sistema di telecontrollo che forniscono all'operatore  maggiori dettagli sul comportamento energetico della stazione base.
Ad oggi, vi sono accordi per l'installazione di 10 sistemi sulla rete attiva di Telecom Italia, e di 3 su quelle di H3G Italia.
"Abbiamo già installato otto stazioni - chiarisce Tomarchio - cinque delle quali sono ora pienamente funzionanti, mentre le rimanenti stanno per essere collegate. Il collaudo proseguirà fino a raggiungere i 12 mesi di funzionamento normalmente necessari per la dimostrazione. Stiamo anche concludendo l'accordo per un ulteriore installazione di un'applicazione non nel campo delle telecomunicazioni, ma con simili esigenze elettriche".
Sebbene lo scopo iniziale del progetto, avviato all'inizio del 2012, era quello di installare un sistema che fosse una "semplice" integrazione di un prodotto commerciale, in realtà è stato scoperto che, oltre alla messa a punto della configurazione del sistema, erano necessari alcuni sviluppi aggiuntivi, sia nell'apparecchiatura delle celle a combustibile che nella logica di controllo.
"Queste attività sono state portate a termine con successo - chiarisce Tomarchio - ed i test  in laboratorio sono molto promettenti.
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