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USA sommersi dai rifiuti, torna di moda l'inceneritore 19/01/2015
Il tasso di riciclaggio e compostaggio non cresce da anni. Ogni americano produce 2 Kg di rifiuti al giorno. Ecco perché torna in voga l'inceneritore.

Non è lontano dalle famose spiagge di West Palm Beach, e svetta in mezzo a un territorio desolato. Il primo inceneritore nella storia americana degli ultimi 20 anni verrà acceso in tempi brevi, per smaltire 3 mila tonnellate di rifiuti al giorno, trasformandoli in elettricità per migliaia di abitazioni.
Sembrava uno spettro del passato, ma il waste-to-energy è tornato di moda negli Stati Uniti, che se n'erano liberai nella seconda metà degli anni '90. Allora l'aumento delle percentuali di riciclaggio e la riduzione dei rifiuti avevano portato entusiasmo, e l'idea di una società a rifiuti zero ronzava in molte teste.

Due decenni più tardi, gli americani sono costretti ad ammettere che si è rivelata un'utopia. Non perché senza inceneritori non si possa vivere, tutt'altro, ma solo perché continuano a produrre 2 Kg di rifiuti al giorno ciascuno. Cifre che non anno eguali in tutto il mondo, figlie di un sistema di consumo fuori dal tempo, che sta riempiendo le discariche a ritmo insostenibile. Dopo una crescita nel corso degli anni '90 (dal 16% del 1990 al 31,4% del 2005), il tasso di riciclaggio e compostaggio oggi si è fermato. La raccolta porta a porta è sempre stata considerata più un lusso costoso da molti comuni miopi.
Così, in Florida aprirà il primo inceneritore del nuovo millennio (costi 670 milioni di dollari), mentre altri progetti sono allo studio in Massachussetts, Nevada, Virginiae Wisconsin.

L'Environmental Protection Agency (EPA) ha acconsentito a classificare i nuovi impianti tra le fonti di energia rinnovabile, come il solare o l'eolico, ma le strutture sono una scommessa costosa e rischiosa, che di sostenibile non ha nulla in confronto alle altre clean energies.
I gruppi ambientalisti si oppongono, sostenendo che gli  impianti waste-to-energy, anche se più puliti rispetto al passato, emettono ancora mercurio, piombo, diossine e una varietà di altre sostanze tossiche.
La preoccupazione è anche finanziaria: alcune città tra cui Detroit, Camden, New Jersey ed Harrisburg, sono finite sull'orlo dell'insolvenza dopo aver costruito inceneritori costosi progettati per generare entrate attraverso le tasse per la gestione dei rifiuti.


fonte: www.rinnovabili.it
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